Quella mattina, avrebbe preferito farsi torturare piuttosto che andare all'università; Jimin era di pessimo umore e a peggiorarlo era la lezione di matematica.
Odiava la matematica, ma odiava ancora di più il professore che la insegnava, un tipo tutto d'un pezzo, freddo come il ghiaccio e noioso da morire.
L'unico lato positivo era che a lui non interessava minimamente se uno studente seguiva la lezione, quindi poteva benissimo lasciarsi andare ad altri pensieri.
Sbuffò, mentre poggiava la testa sulla mano, voltando il capo verso la finestra.
Che noia.
Un sorriso increspò poi le sue labbra quando ripensò a quello che era successo un paio di giorni prima, e inevitabilmente a Yoongi.
Gli veniva da ridere quando ripensava a ciò che aveva fatto ...
Aveva afferrato per la cravatta Yoongi, per poi trascinarlo in un bacio che non aveva nulla di casto.
Quando il corvino aveva risposto al suo bacio, si era sentito afferrare per i capelli e per il bacino, mandandolo in estasi.
Sentiva la lingua calda di Yoongi nella sua bocca, il suo respiro rovente lambirgli le labbra e arrossargli le guancie.
Non riusciva a pensare a niente, tranne che non avrebbe più voluto staccarsi da lui.
Purtroppo, si ricordò che doveva andare a lezione, e staccandosi svogliatamente dalle labbra di Yoongi, infilò la mano nella borsa afferrando una penna.
Lanciò un occhiata divertita a Yoongi. Afferrò poi la sua mano e dopo avergli posato un'innocente – o quasi- bacio, scrisse qualcosa sul palmo.
"Chiamami" prese la borsa e uscì sorridendo dall'abitacolo, senza dare il tempo al corvino di replicare. Si era comportato come una ragazzina, ma era stato troppo divertente vedere la faccia di Yoongi, e la sua incapacità nel resistergli.
Però ... però erano passati già due giorni e Yoongi non si era fatto sentire.
Non era andato alla pasticceria, proprio come aveva detto, infondo Yoongi gli aveva detto chiaramente che non poteva lasciarsi andare. Quindi avrebbe dovuto aspettarsi che non lo avrebbe richiamato, eppure non riusciva passarci sopra.
Sbuffò, la giornata era ancora lunga. Non poteva dare in escandescenza già alle undici del mattino, e a malincuore decise di dedicarsi alla matematica.
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Yoongi era appena tornato in laboratorio dopo aver servito in pasticceria, che visto l'ora si stava svuotando.
Stava per iniziare ad impastare un nuovo tipo di torta quando si sentì chiamare dalla cameriera, Lisa che entrò in laboratorio:"Yoongi, ti cercano in negozio" quest'ultimo alzò lo sguardo speranzoso, quando i suoi pensieri si rivolsero a Jimin ... era lui che lo aspettava?
"Chi è?"
"Un uomo, è qui per effettuare un grande ordine da quanto ho capito"
"Ah, arrivo subito"
Si diede dell'idiota, Jimin gli aveva detto chiaramente che non sarebbe venuto se non fosse stato lui a chiederglielo; in fondo poteva capirlo. Lui era sposato, e Jimin aveva mostrato un palese interesse.Forse era meglio così; se Jimin non fosse venuto non avrebbe avuto nessuna tentazione.
Era incredibile come quel ragazzo, di cui non conosceva nulla se non il nome, lo avesse stregato, riusciva a mettere alla prova il suo autocontrollo con un solo –languido- battito di ciglia. Sospirò e si diresse in negozio scacciando quei –scomodi- pensieri.