La serratura della porta scattò, facendo risvegliare Felix da quello stato di dormiveglia in cui era caduto aspettando Changbin. Aveva cercato in tutti i modi di non addormentarsi, ma la noia e la stanchezza si erano presto fatte sentire.
Changbin entrò nella stanza immersa nel buio, e subito i suoi occhi si posarono sulla figura raggomitolata al centro del letto, fasciata solo da una maglietta lunga, che non copriva nemmeno le ginocchia.
Abbandonò la giacca sulla sedia, e fece lo stesso con la cartella scura, senza provocare alcun rumore, avvicinandosi silenziosamente al letto. Abbandonò le scarpe di cuoio nero ai piedi del giaciglio, e si allentò la cravatta.
Felix si voltò lentamente, svegliato definitivamente dal peso che aveva fatto muovere leggermente il letto, e si ritrovò ad osservare la schiena dritta dell’amante, ancora coperta dalla camicia.
“Com’è andata?” – Chiese con la voce ancora impastata, avvicinandosi a gattoni, fino ad abbracciargli le calde e possenti spalle.
“Bene” – Gli prese una mano, portandosela alle labbra, lasciandoci un dolce e casto bacio, prima di voltarsi ed incontrare quel volto.
Fece scorrere le dita dalle morbide mani, risalendo sulle braccia scoperte, arrivando fino al collo; accarezzò ogni centimetro libero di pelle, facendola rabbrividire, e circondò il volto perfetto tra le sottili dita.Felix guardò quegli occhi scarlatti che sembravano risplendere nel buio della stanza, lasciando che anche le sue mani vagassero sul corpo del maggiore, percorrendo lo stesso percorso del corvino, circondandogli infine la nuca, senza staccare lo sguardo da quello dell’altro.
Changbin sospirò pesantemente, socchiudendo gli occhi. La sua espressione calma e rilassata si tramutò lentamente in una maschera di lussuria, avvicinandosi finalmente alle labbra bollenti del minore che non attendevano altro.
Si lasciarono ricadere sul letto, Felix tra il materasso e il corpo del maggiore, assaporando le sue labbra, ogni volta come fosse la prima; gustandole come uno dei dessert che tanto amava, ma Changbin … Changbin era decisamente meglio.
Lasciò intrecciare la sua lingua con quella del corvino, sentendo il suo sapore scendergli giù per la gola, denso e caldo, dolce come miele.
Si staccarono da quel bacio solo per tornare a guardarsi, le dita di Felix immerse nei capelli corvini di Changbin, e quelle dell’altro attorno al volto del ragazzo per non pesargli troppo.
Changbin deglutì, il sapore dolce dell’amante tra le labbra, i suoi occhi così profondi da farlo rimanere senza fiato ogni volta che l’incrociava.
“Ogni giorno, i tuoi occhi mi incatenano sempre di più” – Gli sussurrò ad un tratto, avvicinandosi al lobo, il respiro regolare dell’uomo che gli spostava le ciocche antracite dalla pelle sensibile.
Il cuore di Felix prese a battere freneticamente, non riuscendo a tenere a bada quelle emozioni che gridavano il suo nome, che reclamavano quel sentimento così giusto, ma con la persona sbagliata.
Lo attirò nuovamente sulle sue labbra, desiderando di scaricare quell’emozione e frenesia che s’erano impossessate del suo corpo, rendendolo irrequieto e teso come una corda di violino.
Changbin accolse volentieri l’invito dell’amante ad approfondire quel contatto, finalmente soli; senza più nessuna interruzione: lì avrebbe assaporato tutto del suo giovane partner, lasciandosi definitivamente andare.
Leccò le labbra piccole e carnose di Felix, ignaro del conflitto d’emozioni che scuotevano il minore, che velocemente gli sfilò la cravatta, e subito dopo si dedicò ai bottoni della camicia, sfilandoli dalle asole.