-Il giorno seguente-
Changbin finì il prima possibile di lavorare, lasciando il compito di chiudere a Chan, che soddisfatto della decisione di Changbin canticchiava mentre Jeongin gli faceva compagnia in laboratorio.
Inserì l'indirizzo nel navigatore dell'auto e seguì le indicazioni; dopo circa mezz'ora arrivò davanti una serie di case e appartamenti, guidò piano cercando il numero civico scritto da Han, poi lo vide: 21AB
Un grazioso appartamento in stile londinese con un piccolo giardino all'entrata, una vetrata di fianco alla porta bianca e ai gradini d'accesso.
Parcheggiò di fronte, scese ed attraversò il breve vialetto di pietra che portava alla porta d'accesso. Suonò il campanello aspettando una risposta.
Felix, che era praticamente in coma, nel letto circondato da fazzoletti sbatté le palpebre chiedendosi chi diavolo potesse essere visto che non veniva mai nessuno. Si alzò chiudendosi la vestaglia antracite sul pigiama azzurro ed andò alla porta guardando allo spioncino trovandosi Changbin fuori casa.
"Ma come cazzo..." sbottò. Non ricordava di avergli dato il proprio indirizzo.
Aprì la porta.
Changbin si trovò davanti un Felix con i capelli spettinati, gli occhi lucidi, le guance, il naso e le labbra arrossate; totalmente avvolto dagli abiti da notte.
"Ehm, so che avrei fatto meglio ad avvisare ... ma probabilmente non mi avresti mai aperto"
"Si, perché sono indecente" sbottò con il naso tappato. "Entra, fa freddo"
Si diresse in camera, buttando nel cestino un quintale di fazzoletti che aveva lasciato sul comodino e sul letto.
"Mi sembri dimagrito"
"Non ho molta fame" disse aggiustando le lenzuola del letto.
"Guarda che non devi riordinare per me, so che sei malato" – "E comunque dovresti mangiare lo stesso"
"Sei venuto per farmi la predica?" Chiese alzando un sopracciglio
"No, sono venuto perché ero preoccupato e ... perché mi mancavi terribilmente tanto" disse cingendogli la vita, avvicinando le labbra alle sue.
"Changbin, non ti conviene, sono pieno di-"
Non terminò la frase, il corvino lo aveva già coinvolto in un lento e passionale bacio, mentre gli passava una mano tra i capelli.
"Non importa, correrò il rischio" disse accarezzandogli i capelli setosi. "Mangiamo qualcosa?"
"Ok"
Sentiva caldo, gli girava la testa ed improvvisamente le gambe e le braccia molli, strette nel suo abbraccio ...così caldo e confortevole.
Perché, perché lui lo confondeva così? O forse era la febbre?
"Riposati, lascia fare a me" Disse il corvino facendolo sdraiare sul letto. Gli tirò su le coperte, fino al mento e poi sparì in cucina.
Felix sorrise "Fa come se fossi a casa tua eh?"
"Certamente!"
Il corvino ridacchiò, aprì il frigo trovando delle verdure fresche, decise di preparare una vellutata, poi trovò del petto di pollo e decise di prepararlo con delle verdure miste in padella.
Dopo circa mezz'ora Felix iniziò a sentire il profumo che veniva dalla cucina, sentendo un certo appetito. Si alzò dal letto e si diresse in cucina, osservando Changbin ai fornelli. Più che altro osservò i suoi glutei perfettamente fasciati dai jeans neri. Si avvicinò a lui, abbracciandolo da dietro.