Quella sera Changbin era tornato a casa presto e ad aspettarlo c'era Yeji.
Era seduta in cucina mentre sfogliava una rivista, con la tv in salotto impostata su un canale di musica latina.
"Sono a casa" disse mentre si toglieva la giacca per riporla all'appendiabiti insieme alla sciarpa grigia.
Non avevano ancora avuto modo di parlare, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare la realtà.
Entrò in cucina dirigendosi verso il frigo per prendere una bevanda.
"Ciao caro" mormorò Yeji, per poi continuare a voce più alta "Dobbiamo parlare"
"Si concordo"
Si sedette di fronte a lei, proprio come la sera prima, mentre attendeva che la moglie si decidesse a parlare
"Ti ascolto Yeji"
Lei scostò lentamente la rivista al lato del tavolo per poi guardarlo negli occhi.
"Mi dispiace, avevi ragione. Hai sempre avuto ragione. E vorrei poter tornare indietro per cambiare le cose, ma purtroppo non posso, nessuno più. Ma se c'è una cosa che non cambierei mai della mia vita, sei tu" prese un profondo respiro prima di proseguire "Mi dispiace di non esserci stata, solo ora mi rendo conto di quello che ho fatto, e soprattutto di quanto io ti abbia ferito. Changbin io ti amo, profondamente e va bene se per ora non vuoi adottare un bambino" – "Riparerò ai mei errori, e combatterò per noi. Permettimi di rimediare"
"Rimediare ... dopo tutti questi anni ... non so se sia possibile"
"Almeno tentiamo Changbin" disse tra le lacrime mentre gli stringeva una mano. "Changbin ... Ti prego"
Changbin ripensò alle parole di Chan ... doveva pensarci bene prima di mandare all'aria un matrimonio così lungo, inoltre nonostante tutto voleva molto bene ad Yeji, e magari con un po' di impegno le cose si sarebbero sistemate.
"Va bene"
Yeji si alzò e abbracciò il marito, donandogli un bacio carico di emozioni. Le sue mani, con le unghie laccate di rosso erano appoggiate sulla nuca dell'altro. Quando si staccò lo guardò negli occhi "Che ne dici se per cominciare andassimo fuori a cena?"- "So che nei paraggi della pasticceria hanno aperto un ristorante cinese"
"Si, hanno fatto l'ordine da me per l'inaugurazione" rispose mentre gli carezzava la guancia ancora umida
"Davvero? È fantastico"