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Le lunghe e scure ciglia tremarono a tempo con le palpebre che celavano le iridi cerulee, leggermente infastidite dalla luce mattutina che filtrava dalle tende scostate. Sbuffò, non riuscendo a riprendere sonno nemmeno dopo aver cambiato posizione ed essersi rigirato nel letto per almeno un decina di volte. Scalciò infastidito le coperte, liberando le gambe avvolte dal candido pigiama, afferrando il cellulare mentre si rotolava bellamente tra le coltri sfatte del letto matrimoniale.

Notò con sorpresa che vi era più di un messaggio, alcuni dell'amico platinato, e uno di Changbin:

-"Buongiorno, spero di non averti svegliato troppo presto, nel caso potrai punirmi a dovere. Volevo solo augurati buona giornata, e dirti che non vedo l'ora di stringerti. Ci vediamo oggi, non fare tardi"-

"Non fare tardi?" – "Ma se sono sempre io quello che lo deve aspettare!" Sbuffò seccato, anche se sotto sotto, non gli dispiaceva affatto che il corvino lo aspettasse con trepidazione, in più era la prima volta che gli scriveva un messaggio alla mattina, per augurargli buona giornata. Un gesto quasi dolce, non che Changbin non lo fosse, a modo suo era fin troppo sdolcinato, ma anche provocante e gli piacevano questi aspetti dell'amante.

Sorrise, affondando la testa tra il morbido e profumato cuscino, pensando a cosa rispondere. Osservò per un po' il messaggio, le dita che gli prudevano rischiando di scrivere qualcosa di tropo smielato per essere solo le otto del mattino e per giunta all'amante sposato.

Mise in moto il cervello, che ultimamente si spegneva troppo spesso e con un assurda facilità, digitando il testo da inviare al corvino.

"Giorno a te. Non mi hai svegliato, anche se devo dire che l'idea di punirti mi allettava alquanto. Sarà per la prossima volta. E comunque, sono io quello che dovrebbe lamentarsi, sei tu che sei sempre in ritardo, non io. Io invece, non vedo l'ora di riassaggiare le tue labbra"

Strinse gli occhi imbarazzato, come faceva Han a dire delle cose di quel genere senza farsi problemi, lui non lo capiva, ma alla fine era ciò che pensava, per cui poggiò il pollice sull'icona di invio prima di ripensarci.

Sprofondò il viso arrossato nel cuscino, se Han lo avesse visto, probabilmente lo avrebbe preso in giro come poche volte nella vita e avrebbe detto qualcosa del tipo "Oh, il grande e scorbutico Felix Lee che arrossisce come un peperone! Chiappe sode ha fatto centro!"

Ed era vero. Aveva fatto centro.

Sbuffò, alzandosi dal letto dirigendosi verso la toilette per iniziare a prepararsi, e poi finalmente mettere qualcosa nello stomaco; ma una volta completata la pulizia mattutina ed essersi infilati gli attillati jeans bianchi e una maglietta blu e sopra un maglioncino con i bottoni blu, nero a quadri, andò ad aprire la dispensa e rimase sconvolto: aveva terminato il suo Earl Grey.

"Oh cazzo" Borbottò. No, non poteva iniziare la giornata senza il suo amato thè, quella sbadata dell'inserviente si doveva esser dimenticata di acquistarlo. Ringhiò frustrato, afferrando il portatile rimasto in carica durante la notte, il libro di economia aziendale e quello di matematica avanzata, il carica batterie del cellulare gettandoli malamente nella tracolla, stessa sorte toccò all'astuccio contenente gli occhiali, alle chiavi e al portafoglio. Ed uscì come una furia mentre con il cellulare in mano fermava il primo taxi che gli si parò davanti.

"Che giornata di merda" Soffiò entrando nell'abitacolo, e per di più come quasi tutti i santi giorni, pioveva. Poteva andare peggio?

Scese davanti alla pasticceria, a quanto pare avrebbe visto Changbin prima del previsto.

Entrò pulendosi i piedi sullo zerbino all'entrata, e subito incrociò lo sguardo di Chan, sorpresa di vederlo così presto. In effetti da quando erano diventati "ufficialmente" amanti, si fermava alla pasticceria solo al pomeriggio, in modo che almeno al mattino si potesse concentrare al cento per cento sullo studio e poi andare a lezione.

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