°Capitolo 3•

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°Sopravvivi•

Passammo due giorni rinchiusi in quella casa, facendo dei turni su chi dovesse dormire e chi dovesse invece sorvegliare la situazione. Qualche volta ci eravamo preoccupati degli zombie, specialmente quelli che si avvicinavano alla finestra, e poi tiravamo un sospiro di sollievo quando cambiavano direzione. Era incredibilmente terrificante vedere la sagoma degli zombie attraverso la tenda, si vedeva un corpo deformato e l'andatura tipica di un morto che cammina.
"Da dove vieni?" sussurrò Jungkook, con gli occhi chiusi, pronto a dormire dopo aver fatto la veglia per ben 5 ore. Io alzai la testa, con il coltello in mano, seduto con le spalle al muro, così da poter guardare sempre la tenda. Da quella posizione avevo visione anche del letto, dove Jungkook riposava.
"Jungkook, dormi" ordinai, sottovoce, prima di trattenere il fiato alla vista di un'ombra. Feci segno a Jungkook di stare zitto e immobile e lui annuì sommessamente, serrando gli occhi. Avevamo paura ad ogni ora del giorno e della notte.
La figura sbatté la testa contro la finestra un paio di volte, come se il corpo potesse passare attraverso la parete, senza colpire forte, prima di voltarsi e andare via.
Vidi Jungkook che tremava leggermente, e mi sentii impotente.
"Io sono nato e cresciuto a Daegu, ma mi sono trasferito quando ho compiuto i 18 anni" dissi sottovoce, abbassando un attimo lo sguardo per vedere il manico del coltello all'interno del mio pugno.
"E tu, Jungkook?" chiesi, incrociando i nostri occhi.
"Busan. Ho vissuto sempre qui" rispose lui, chiudendo leggermente gli occhi.
"Ora dormi, veramente" dissi, annuendo alle mie parole. Lui mi guardò per un po'.
"Come faccio a dormire? Là fuori ci sono mostri che potrebbero rompere la parete e potrebbero circondarci. La mia famiglia non so se sia viva o dove sia. Come si può dormire, non riesco" sussurrò con voce spezzata, facendomi alzare ed avvicinare a lui.
"Ascolta Kook, gli zombie potrebbero lasciarci stare, potrebbero non circondare la casa. La tua famiglia potrebbe essere viva e, magari, potremmo incontrarla. Di questi tempi ci saranno tanti se, tanti ma, tanti potrei..." dissi, accarezzando i suoi capelli neri. Era bello Jungkook, di una bellezza particolare. Era alto, muscoloso, con un bel viso, un nasino schiacciato, un sorriso a coniglietto e delle labbra succose e rosse.
Lui rimase per un po' in silenzio, prima di spalancare gli occhi un'ultima volta prima di addormentarsi.
"Sei troppo eccitante, Tae" ed ancora una volta il mio rossore mi tradii.

Quando Jungkook si svegliò, il sole era già tramontato, la notte aveva ucciso il giorno e aveva reso ancora più tetra l'ambientazione.
"Scusa non ti ho dato il cambio" sussurrò il moro, alzandosi a metà busto. Io gli sorrisi, e scossi la testa.
"Eri stanco, Jungkook, abbiamo bisogno di forze" gli dissi. Mi alzai in silenzio avanzando verso la porta.
"Dove stai andando?" mi chiese, alzandosi con occhi spalancati. Leggevo nei suoi occhi la paura e non capii il perché.
"Vado a cercare qualche arma, di là. E magari qualcosa da mangiare. Torno Kook" gli dissi, porgendogli la mia pistola. Lui allungò la mano e poi la ritrasse.
"Portala con te, io ti aspetto Tae"
Era incredibile come, in un momento di difficoltà, fossimo pronti ad aiutarci a vicenda. Era incredibile che due sconosciuti affidassero la loro vita a l'altra persona, era quasi un suicido. Eppure Jungkook trasmetteva sicurezza, si vedeva che sapeva come muoversi. Io mi sarei fidato anche di una mosca, non c'è che dire, ma lui si è fidato di me, ed io non lo potevo deludere. Eravamo una squadra.
A passo felpato mi avvicinai alla cucina. C'erano ancora i cartoni delle pizze aperti, bicchieri di coca cola versata a terra, le sedie sottosopra. E io, immaginai, io immagino sempre, il punto di vista di quelle persone.
"Amore, passami un pezzo di pizza...non quello, voglio quello accanto, senza bordi" immaginai la voce di una donna, seduta dove ora la salsa di pomodoro si confondeva con il sangue. Accanto a lei, un piccolo bambino, a giudicare dal cartone più ridimensionato. Davanti, il padre, che guardava la sua famiglia con occhi innamorati, scuotendo la testa e sorridendo leggermente. Immaginai i morti sbattere contro la porta, l'uomo andare ad aprire; loro entrare e banchettare con i tre. Rabbrividii, con il respiro accelerato, prima di aprire i primi cassetti che apparivano ai miei occhi. C'erano tanti soldi, ma sapete a cosa servono durante un'apocalisse zombie? A un cazzo. Chiusi il cassetto, aprendo in silenzio gli altri.
"Si cazzo. Si" sussurrai, abbassandomi quando trovai una pistola, carica di tre proiettili, e pezzi di pane stantivi.
Mi avvicinai al tavolo e, seppur con rimorso, presi la coca rimanente e due pezzi di pizza senza morsi.
Rientrai in camera e, il moro girato di spalle, mi puntò la pistola alla testa, prima di sospirare e abbassarla.
Sollevai le braccia, poggiando le cose a terra e mostrando con un sorriso la pistola.
"Strano come prima di questo le armi venivano viste come la rovina del mondo" disse Jungkook, per poi sedersi a terra e prendere un sorso di coca dalla bottiglia.
"Sai stavo pensando che non possiamo rimanere più qui. Dobbiamo spostarci, possiamo trovare qualcun altro" si pulì la bocca con la mano, prima di passarmi la bottiglia. Ci poggiai le labbra sopra e, il gusto acro e dolciastro della coca, si mischiava a qualcosa di indefinito, di buono... probabilmente le labbra di Jungkook.
"Dove?" chiesi, annuendo leggermente. Aprii la bocca mordendo la pizza fredda e senza sapore. In tempi duri ci si deve abituare.
"Pensavo verso Ovest. Ascolta, gli zombie di notte sembrano rinforzarsi, quindi dovremmo agire di giorno. Ora noi ci troviamo qui" alzò la bottiglia mettendola in un punto a caso del pavimento "qui, c'è un piccolo campo di calcio, dall'altra parte c'è la casa di Billie il pazzo" indicava i punti con le mani.
Allargai gli occhi, gettandomi letteralmente su di lui.
"Sei un fottuto genio, Jungkook, sei un fottuto genio" gli dissi. Lo vidi sorridere e portare una mano sulla mia schiena.
"Si si lo so, ora possiamo utilizzare quel letto" lo indicò, scherzando, maliziosamente.
"Certo, Kook, quando dimostrerai che puoi profanare il mio culo, gli zombie non esisteranno più" sussurrai al suo orecchio. Lui rise sottovoce.
"Mi hai appena detto due cose" una sua mano andò a tirarmi delle ciocche di capelli "prima, una frecciatina sul conquistarti e, due, sei passivo".
Mi alzai e mi sedetti a terra, con le gambe incrociate, prima di guardarlo negli occhi.
"Corretto in entrambi i casi. Ora su, alzati, carichiamo le pistole e facciamo i culi là fuori" gli dissi, porgendogli una mano che prontamente accettò.
"Taehyung?" mi chiamò. Mi girai e lo vidi grattarsi il retro del collo.
"Qualcosa non va, Jungkook?"
"Sopravviviamo Tae" si raccomandò lui. Lo guardai con occhi dolci prima di avvicinarmi.
"Sopravviveremo Kook"

°•°•°•

-Lougtout

°Apocalypse•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora