L'Allieva 3 (secondo me) IN REVISIONE

Capitolo 6

Sono in stazione e sono le 6:15 di mattina. Mi sto letteralmente addormentando in piedi, voglio tornare nel mio letto caldo e morbido, nella mia stanzetta.
È freddissimo, sto congelando. Se Claudio fosse qui con me mi avrebbe dato la sua giacca, oppure mi avrebbe stretto tra le sue possenti braccia.
-Alice ma allora dillo che sei estremamente masochista!!!-
Oddio per favore il subconscio Noo!! Ci manca solo questo.
-Carina ti tormenterò!!-
Benissimo, di male in peggio.
Il treno arriva con un ritardo di venti minuti , sono diventata un blocco di ghiaccio.
Salgo e mi siedo, indosso le cuffiette e ascolto un pò di musica... Ovviamente triste.

-Su con il morale Sacrofano!!- No, ti prego basta!! Veramente!

Guardo fuori dal finestrino, questa volta non c'è Claudio, non è venuto a riprendermi... Meglio così. Non voglio più vederlo o averlo accanto. Non voglio tanto meno sentir parlare di lui, mi viene la nausea solo a pensarlo.

Non riesco ad immaginarlo nel letto insieme a quella strega di Beatroce. Mi viene da ridere perchè ripenso a quando mi disse che bisogna tenere conto delle conseguenze delle proprie azioni... Proprio lui che mi ha tradito con la sua ex fiamma e voleva convincermi del fatto che mi amasse nonostante fosse andato con lei. Chissà se anche in quel momento mi amava? Inizio a piangere mi fa troppo male pensarlo. Mi manca da morire, ma non riesco a perdonarlo.

Arrivo ad Aosta, guardo l'orologio della stazione, è mezzogiorno e quaranta. Mi bruciano ancora gli occhi e ho una fame da lupi, in treno non ho mangiato nulla perchè pensando all'Innominabile numero due mi si è chiuso lo stomaco e mi è venuto un gran mal di testa.

Prendo un taxi e mi dirigo in Via Porta Pretoria dove ho affittato l'appartamento, l'anziana signora con cui ho parlato mi ha detto che la coinquilina è partita e non tornerà prima di due mesi.

Mentre cammino mi arriva una chiamata...E' Claudio... Mentre sto per riporre il telefono per sbaglio il dito mi sbatte sul simbolo della cornetta verde e rispondo.

"Che vuoi?"

"Sacrofano devo parlarti."

"1)Sacrofano non esiste più, da ora in poi devi chiamarmi Dottoressa Allevi o al massimo Collega. 2) Io non voglio ascoltarti. Ciao."

"No Aspetta..." Non fa in tempo a finire che gli chiudo il telefono in faccia. Non voglio ascoltarlo, non voglio tanto meno ascoltare altre scuse, le sue soliti inutili scuse.

Pensando continuo a camminare e senza accorgermene in poco tempo sono sotto il palazzo, per mia fortuna il portone è aperto e quindi entro e salgo le scale. Devo arrivare al quarto piano, UN ASCENSORE NO?

Sono tutta sudata, fortuna che in casa non c'è nessuno senno avrei fatto un figura barbina. Suono prima alla porta della signora che mi ha affittato la casa e mi da la chiave, si propone per farmi un piccolo tour della casa, ma le dico di non preoccuparsi e di rimanere al calduccio a rilassarsi.

Apro la porta e appoggio le mie cose per terra. Ad un primo impatto la casa sembra molto accogliente, faccio un giro, è arredata molto bene. Ad un tratto sento dei rumori provenire da una stanza.

Proprio perchè sono una grandissima masochista sempre pronta ad andare contro il proprio destino, respiro profondamente per scaricare l'ansia e dopo un minuto apro.

"WHO ARE YOU!!!???" Il ragazzo si copre il membro con un asciugamano, è americano, si capisce dall'aspetto e anche dall'accento. E' bellissimo, rimango a bocca aperta.

"Ehi!! Could you come out of my room for a moment?"

Torno alla realtà dopo un minuto di film mentali, ed esco dalla sua stanza. Mi appoggio al muro e cerco di calmarmi, il cuore batte all'impazzata. Chiudo un attimo gli occhi e ripenso al ragazzo che ho appena visto completamente nudo.

E' bellissimo, indescrivibile, fisico scolpito e occhi meravigliosi e non mi stancherei mai di guardarli... Cosa mi sta succedendo?

-ALICE RICOMPONITI, PUDORE!! HAI APPENA LASCIATO CLAUDIO QUINDI NON FARTI STRANE FANTASIE.- Stai zitto ti prego, muto, non farmi venire più dubbi di quanti ne abbia.