26/12/18
ModenaFederico e Benjamin avevano trascorso il giorno di Natale con le loro rispettive famiglie, scambiandosi continui messaggi per sentirsi più vicini. Il biondo aveva canzonato il moro perché aveva perso a tombola e lui, per tutta risposta, gli aveva inviato una foto con un broncio che Federico trovava dolcissimo.
La mattina del 26 Dicembre, Federico si era svegliato tardi e prima di mettersi in macchina per andare, controvoglia, a Vicenza, aveva inviato a Ben un messaggio che recitava "Buongiorno Bibi, volevo solo dirti che io amo te. Ricordalo sempre, anche se oggi vedrai qualcosa che non ti piace tu non dimenticare che io amo te".
Sentiva di doverlo, in qualche modo e per quanto possibile, rassicurare. Anche se quelle parole non erano abbastanza e lo sapeva benissimo.
Benjamin si svegliò poco dopo e lesse il messaggio, ma non rispose. Era di pessimo umore, non aveva voglia di alzarsi dal letto e odiava quella sensazione di apatia che si presentava spesso. Si sentiva un peso ma decise comunque di scrivere a Zambo sperando che potesse raggiungerlo per parlare un po'. L'amico, ancora in hangover dalla sera prima, non rispose e Ben uscì da solo a fare una passeggiata per le vie di quella città che ormai non sentiva più sua. Le era così grato, perché in fondo era lì che era nato e cresciuto, era lì che aveva incontrato gli amici migliori che potesse desiderare, era lì che tutto era iniziato. Ma era anche la città da cui era scappato perché non riusciva più a respirare, quella città che avrebbe amato sempre ma che non riusciva più a dargli ciò di cui necessitava. Eppure quella mattina la guardò con occhi nuovi, gli occhi di chi la conosceva come le proprie tasche ma la stava riscoprendo più bella che mai. Si perse tra i vicoli nei quali da ragazzino sfrecciava con lo skateboard, tornò al bar che aveva frequentato per anni e si accorse che aveva cambiato gestione. Quante cose erano cambiate mentre lui era lontano? Troppe, si rispose. E si sentiva un turista, non un cittadino.
Continuava a camminare senza una meta, senza accorgersi del tempo che passava e si fermò solo quando lo stomaco iniziò a brontolare. Erano ormai le 15, corse a casa dai suoi che non si erano fatti troppe domande. Conoscevano così bene Benjamin da sapere che sarebbe arrivato, in ritardo, ma sarebbe arrivato. E infatti, con l'affanno e le guance arrossate, Benjamin tornò a casa e trovò una grande tavolata ad attenderlo. Indossò un sorriso, abbastanza finto, per non ricevere domande e diede il via alla sua recita: quel giorno avrebbe interpretato un ragazzo felice e spensierato.Vicenza
Benjamin non era l'unico a recitare quel giorno. Federico stava facendo lo stesso, anche se in un'altra città.
Era arrivato da poco e subito si era sentito fuori posto, perché il suo posto non era lì. Il suo posto non era con Paola in una casa ordinata, con un albero di Natale enorme e un caminetto caldo.
Il suo posto era tra due braccia tatuate, un letto sfatto e una casa piena di quadri e musica. Il suo posto era ovunque si trovasse Benjamin Brian Mascolo, che fosse a Milano, Modena o Parigi non aveva alcuna importanza perchè con lui sarebbe andato ovunque.
"Amò, ma a che pensi? Tocca a te fare il tabellone!", lo riportò alla realtà la voce di Paola. Stavano giocando a tombola e lui si era distratto, aveva smesso di controllare le sue cartelle e non si era neanche chiesto chi avesse appena vinto.
"Scusate, mi sono distratto", disse afferrando il sacchetto con i numeri. Si preparò ad estrarre il primo e quando lo vide, si chiese quanto potesse essere bastardo il destino.
"Sette", sussurrò per poi realizzare che avrebbe dovuto alzare la voce. "Sette", ripeté più forte e sorrise, fregandosene degli sguardi degli altri. Nessuno poteva sapere quanto quel numero fosse importante per lui, nessuno eccetto Benjamin.
"Quarantanove", continuò mentre qualcuno gridò "ambo".
Il pomeriggio trascorse così, tra una tombolata e una cioccolata calda, finché Paola propose di guardare un film sul divano mentre gli altri uscivano a fare due passi.
Rimasti soli, i due si scambiarono un bacio che non sapeva di nulla, ma ad entrambi andava bene così.
A metà film, Paola decise di parlare dopo minuti di silenzio.
"Dai Fede, fai una storia così il mondo vede che siamo due vecchietti pigri. Divano, coperta e film... la gioia di vivere eh", rise. Federico accettò, prese il cellulare e fece qualche ig stories, mentre il suo pensiero volò a Benjamin. Con lui avrebbe passato anche tre giorni di fila a vedere film sul divano, senza fare niente, ed era certo che sarebbe stato bellissimo perché quando erano insieme, tutto era perfetto.
E poi pensò a come il moro avrebbe reagito alla visione di quelle storie, perché sapeva che le avrebbe viste.
"Vado un attimo di là", disse Federico poco dopo, alzandosi dal divano e lasciando la sua ragazza interdetta.
"Che cosa devi fare che non puoi fare qui? Non mordo mica", replicò lei scocciata. Sentendo quelle parole e soprattutto quel tono di voce, Federico si era innervosito. Da quando doveva dare spiegazioni se voleva alzarsi un attimo?
"Cos'è, non posso? Torno subito", rispose acido uscendo dalla stanza sotto lo sguardo incredulo di Paola.
Non lo faceva mai, ma in quel momento voleva controllare le views alle storie e quando tra i tantissimi nomi lesse quello di Benjamin, si incupì. Compose il suo numero e pregò che rispondesse, desiderava sentire la sua voce.
"Pronto?", disse incerto il moro.
"Ehi Penc, come stai? Che stai facendo?", voleva solo sapere come stava passando quella giornata senza di lui.
"Bene, sono sul divano e stavo cercando di dormire", disse con una voce che non lasciava trasparire alcuna emozione.
"E dopo che cosa farai? Esci?", replicò il biondo, che non sapeva cos'altro dire.
"Federico mi hai chiamato per farmi un interrogatorio? Non lo so che cosa faccio dopo, forse esco con Ric", rispose con lo stesso tono piatto di prima.
"Ti ho chiamato perché avevo voglia di sentirti, ma a quanto pare tu no. Ciao Ben, ci sentiamo più tardi", era deluso. Deluso perché lo sentiva distante anni luce, anche se sapeva che Benjamin voleva solo mostrarsi forte e distaccato. Non poteva biasimarlo, ma al tempo stesso sperava di poter avere una conversazione normale.
"Aspetta Rico, non riagganciare. Tu stai bene? A che ora torni stasera? Stai attento e scrivimi quando arrivi", fece una pausa, incerto se aggiungere altro.
Il biondo sorrise, Benjamin era nervoso ma non aveva smesso di preoccuparsi per lui. Aveva sempre avuto l'abitudine di dirgli "stai attento" quando doveva fare un viaggio in auto e Federico lo apprezzava, si sentiva amato anche in quelle piccole cose. Benjamin era sempre così premuroso, dolce e gentile, persino durante i suoi momenti no. E Benjamin aveva tanti momenti no, ma non smetteva mai di preoccuparsi per gli altri... non ne era capace.
"Stai tranquillo B, ti avviso appena arrivo. Mi manchi tanto...", le ultime tre parole erano quasi un sussurro, ma era certo che il destinatario le avesse sentite.
"Anche tu mi manchi...", e ancora una volta si fermò, incerto se aggiungere altro.
"Ben, ti devo dire una cosa. Prima giocavamo a tombola e quando ho estratto io i numeri, il primo ad uscire è stato il 7. Sei sempre con me...", disse con dolcezza.
Federico non poteva vederlo, ma il moro sorrise e si guardò l'anulare con quel numero tatuato sopra, il loro numero.
"Il nostro numero... beh, spero ti abbia portato fortuna. Hai vinto?", gli chiese.
"No, non ho vinto nulla", disse sconsolato, "ma forse è una punizione per averti preso in giro ieri".
L'altro rise, poi gli rispose "Si chiama karma, Rico. Ma secondo me il motivo è un altro, sei sfortunato nel gioco perché sei fortunato in amore...", disse provocandolo.
"Io sono fortunato perché ho te. Ti amo, mio piccolo Bibi". Quando l'altro rispose di amarlo a sua volta, Federico sentì che nulla avrebbe potuto distruggere tutto quello che di bello avevano creato. Con il cuore di nuovo al suo posto tornò in salotto, trovando Paola addormentata. Le sistemò meglio la coperta e restò a guardarla.
Era bella. Era indubbiamente bellissima ed era dolce con quei capelli scuri a coprirle il viso, la bocca incurvata in un sorriso e la mano sotto la guancia. Federico su questo non aveva alcun dubbio, ma guardandola dormire vedeva solo una semplice ragazza stanca; non avvertiva tutte quelle sensazioni che gli provocava Benjamin.
Si ricordò di quella sera di qualche mese prima, quando entrambi erano esausti dopo giorni di duro lavoro. Si trovavano in studio, gli altri erano tornati a casa e loro due erano rimasti soli, così Federico aveva deciso di uscire a prendere qualcosa da mangiare mentre Ben finiva di scrivere una canzone.
Venti minuti più tardi, il biondo era tornato in studio e aveva trovato Ben addormentato sul divanetto. Il ragazzo aveva ancora la penna in mano, il ciuffo gli copriva gli occhi e il ginocchio era piegato di lato.
Federico rimase fermo a osservarlo e le sue labbra si aprirono in un sorriso, ciò che aveva davanti era una visione dolcissima. Non voleva svegliarlo, né fargli uno scherzo come faceva di solito. Quella volta aveva desiderato accarezzargli il viso, passargli la mano tra i capelli e stendersi accanto a lui. Non sapeva se fosse una buona idea ma seguì il suo istinto e gli sfiorò una guancia, a quel tocco Ben sorrise nel sonno. E Federico, quel sorriso, avrebbe voluto baciarlo. Ripensando a quella sera, ricordò tutto quello che aveva provato non solo quella volta, ma tutte le volte in cui Ben si era addormentato e lui era rimasto a guardarlo incantato. Si ricordò della loro prima volta e di quanto si era sentito completo quando Ben si era addormentato con il viso sul suo petto, mentre con il braccio gli stringeva i fianchi.
Lo amava così tanto, ciò che provava guardandolo dormire non era neanche lontanamente paragonabile a ciò che sentiva quando guardava dormire Paola. Federico lo sapeva, il suo cuore lo sapeva. Era innamorato perso di Benjamin.
STAI LEGGENDO
Vuoi essere il mio niente? | FENJI
FanfictionFanfiction Fenji (Benji&Fede). Questa storia è ambientata nel presente e si basa sui fatti reali (post sui social, spostamenti ecc) rielaborati per adattarli ai Fenji e per descrivere i punti di vista di entrambi. Enjoy! 🌈💕