Capitolo 31

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25/01/19

Le spiagge di Venice Beach erano affollate e invase dalle risate di surfisti e turisti che approfittavano del sole per godersi una giornata al mare. Los Angeles era una città piena di vita, in cui non ci si annoiava mai e offriva così tante attrazioni che quasi risultava difficile scegliere a cosa dedicarsi.
Benjamin era uscito presto per girovagare a bordo del suo skateboard lungo il viale alberato che dalla loro casa in affitto conduceva fino alla spiaggia. Si era fermato a osservare qualche surfista mattiniero cavalcare le onde ed era tornato a casa per svegliare Federico e convincerlo a fare qualcosa insieme, in vista della serata che avrebbero passato al NAMM, la fiera musicale più importante degli Stati Uniti. Era principalmente quello il motivo per cui avevano scelto Los Angeles come destinazione per il loro viaggio, volevano sostenere Riccardo che presentava la batteria più costosa al mondo costruita interamente con le sue mani. Tutta la crew aveva assistito al suo duro lavoro agli Studios ed essere lì per lui era il minimo che potessero fare.
"Amore", sussurrò contro il viso di Federico, ancora avvolto tra le coperte. "Sono quasi le nove e abbiamo tutta la giornata libera, non vorrai mica passarla a dormire", continuò scuotendo leggermente il suo braccio.
"Mmm... Benjamin, da quando ti alzi così presto?", mugolò voltandosi dall'altro lato.
"Da quando sono a Los Angeles e voglio godermi la vacanza", commentò. "Dai muoviti, andiamo alle Hollywood Hills!", propose entusiasta. Ci era già stato almeno cinque volte, ma ci sarebbe tornato altre mille.
"Ancora Ben? Ci siamo andati l'anno scorso!", si lamentò il biondo. "Non possiamo semplicemente andare in spiaggia?", chiese alzandosi sui gomiti per guardarlo in faccia.
"Abbiamo il tempo per fare entrambe le cose e siamo liberi anche domani ma se tu continui a dormire non faremo nulla", rispose sfilandogli il cuscino da sotto la testa per tirarglielo addosso. "Pigrone!", lo prese in giro ridacchiando.
"Va bene, ho capito. Mi alzo ma solo se mi dai un bacio". E non dovette attendere a lungo prima di riceverne uno.

Passarono la giornata insieme, facendo tutto ciò veniva loro in mente. Erano entrati in un negozio gigantesco per fare shopping ed erano usciti con due buste ciascuno, poi Federico aveva letteralmente dovuto trascinare Ben lontano dalla vetrina di uno studio di tatuaggi per impedirgli di farsi un altro disegno sulla pelle. Il moro aveva messo un finto broncio poco credibile ed era scoppiato a ridere subito dopo, quando il biondo aveva travolto una turista cinese facendola quasi cadere.
Camminavano con le mani intrecciate e i sorrisi sulle labbra, tra persone che non li conoscevano e non li giudicavano. Parlavano di tutto e di niente, godendosi il caldo californiano e l'atmosfera estiva di quella città che piaceva molto ad entrambi.
Avevano accantonato l'idea di andare alle Hollywood Hills, rimandando l'escursione al giorno successivo per godersi il pomeriggio a Venice. Dopo un veloce pranzo a base di cibo messicano, si erano diretti nel cuore del quartiere ispirato alla città di Venezia, passeggiando lungo i canali e godendosi il leggero vento che si era alzato dal mare.
Benjamin aveva convinto il biondo a fermarsi per un po' ad osservare esperti skater che affollavano lo skate park e Federico era rimasto incredulo guardandoli mentre sfrecciavano da una parte all'altra e facevano evoluzioni spettacolari come se fosse la cosa più naturale al mondo.
"Ben, ma come fanno? Io non so neanche fare un metro sopra quel coso", commentò stupito.
"Cerco ancora di capirlo ma non sono così coraggioso da provarci. Mi sono infortunato già troppe volte, ci manca solo un volo dallo skateboard", rispose. "A guardare loro sembra facile, poi ci sali e rischi di cadere dopo due minuti", concluse. In realtà non era così male come skater, lo usava quasi abitualmente come mezzo di trasporto ma non era in grado di fare simili acrobazie.
"Almeno tu lo sai usare", gli fece notare. "Io preferisco stare comodamente seduto in macchina", confessò.
"Non ti ci vedrei in versione hipster, meglio la tua audi. Altrimenti nessuno potrebbe scarrozzarmi", disse alludendo al fatto di non avere la patente.
"Forse è positivo che tu non voglia prenderla, saresti un pericolo pubblico Penc", lo canzonò guadagnandosi un'occhiataccia. Nonostante si lamentasse praticamente sempre, gli piaceva guidare con Benjamin accanto anche se la sua presenza implicava radio a tutto volume e canzoni cantate a squarciagola. E soprattutto, da quando stavano insieme amava guidare con le loro mani intrecciate sul cambio. Era un cliché e forse un gesto troppo adolescenziale ma non gli importava, a loro piaceva così.
"Fede mi sta tornando in mente lo scherzo che ti ho fatto a Le Iene, se ci penso ancora rido", si illuminò. "Quanto cazzo eri arrabbiato", aggiunse.
"Penso di averti odiato quando ho scoperto tutto", rispose. "Dietro questo faccino dolce", disse sfiorandolo con il dito, "si nasconde un grandissimo stronzo", concluse ridendo.
"Parla quello che mi ha fatto sentire un fallito, credevo davvero che l'album fosse uno schifo e hai coinvolto anche i nostri amici", replicò e lo seguì nella sua risata, troppo genuina per non essere contagiosa.
"Stasera li riguardiamo?", propose il biondo. L'altro annuì e lo trascinò lontano dallo skatepark, suggerendo di tornare sulla via principale a prendere un gelato. Si sedettero su una panchina all'ombra di una palma e guardarono il mare mentre mangiavano i loro coni giganti cercando di non farli sciogliere troppo in fretta. Le onde si infrangevano sul bagnasciuga, sempre in balia del vento, creando una piacevole melodia rilassante.
"Federico ti sei sporcato con il gelato", fece notare Benjamin avvicinandosi al suo viso. Si chinò leggermente e lo baciò all'angolo della bocca, poi passò lentamente la lingua sulle sue labbra assaporandone il sapore mischiato a quello del cioccolato. "Adesso va meglio", disse staccandosi.
"Tu invece sei sporco qui", replicò sporcandogli il naso. "Ma rimedio subito", aggiunse baciandolo proprio in quel punto. Benjamin rise e gli pizzicò un fianco, nascosto da una t-shirt grigia.
"Lo sai che hai un naso bellissimo, Bibi?", chiese retorico guadagnandosi una strana occhiata. "Che c'è? Non guardarmi così, è vero", replicò sorridendo.
"Se lo dici tu Fe...", rispose arrossendo leggermente. Non riusciva a nascondere l'imbarazzo quando Federico gli faceva complimenti e non sapeva mai come rispondere, spesso si limitava a un sorriso.
Il biondo gli cinse le spalle con un braccio, lasciandogli un bacio sulla guancia.
"Ho un'idea", esordì poco dopo quando finirono il loro gelato. "Andiamo a casa a mettere il costume e torniamo qui a fare un bagno, ti va?", chiese entusiasta.
L'altro annuì e in poco meno di mezz'ora erano di nuovo in spiaggia, con due asciugamani sottobraccio e una gran voglia di divertirsi insieme.
"Prendimi", strillò Benjamin saltandogli sulle spalle. "E ora andiamo in acqua dai", disse stringendosi più forte al suo corpo. Federico rise e iniziò a camminare, barcollando, nel tentativo di raggiungere la riva senza cadere. Incredibilmente ci riuscì, tra gli sguardi curiosi delle persone che guardavano quei due ragazzi felici, spensierati e... innamorati. Iniziarono a schizzarsi a vicenda, urlando come bambini e lamentandosi per l'acqua gelata.
"Basta Ben, treguaaaa", strillò Federico, "è freddissima", continuò fermandosi e sperando che Ben facesse lo stesso. Anche il moro smise ma con una spinta riuscì a fargli perdere l'equilibrio e il biondo cadde in acqua lasciandosi sfuggire un'imprecazione.
"Sei uno stronzo", si lamentò poco dopo, passandosi una mano tra i capelli bagnati. Senza dargli il tempo di accorgersene, riuscì a caricarsi Ben in spalla e avanzò di qualche passo.
"Mettimi giù", disse dimenandosi. "Anche se ammetto che la visuale che ho da qui mi piace molto", constatò alludendo al fondoschiena del biondo.
"Io invece ammetto che sei pesante", rispose appena prima di lasciarlo cadere in mare. "Fredda eh?", continuò quando Ben si rialzò sistemandosi il costume.
"Vieni qua biondino", disse avvicinandosi per baciargli le labbra salate. "Lo sai che ci stavano guardando tutti vero?", chiese staccandosi leggermente per guardarlo negli occhi.
"Lo so e non mi interessa, sono al mare con il mio bellissimo fidanzato ed è l'unica cosa di cui mi importa", rispose prima di coinvolgerlo in un altro bacio salato. "Sul serio amore, è così bello poter stare con te e fare tutto ciò che mi va senza pensare a nient'altro. È così bello viverti", concluse sfiorandogli la guancia. "E adesso baciami", aggiunse. Un attimo dopo le labbra morbide di Benjamin incontrarono le sue e Federico rabbrividì, ma non per il freddo. I raggi del sole colpivano la loro pelle chiara e le risate dei bambini rallegravano l'atmosfera mentre il vento scompigliava i loro capelli. Piccole goccioline d'acqua scendevano lungo i loro corpi, ancora vicini in un abbraccio bagnato.
"Usciamo amore?", propose Benjamin.
"Facciamo prima una nuotata, poi andiamo a prendere il sole così magari diventi una mozzarella un po' più scura", lo prese in giro. Il moro gli schizzò l'acqua in faccia e si tuffò, iniziando a nuotare cogliendolo di sorpresa. "Prendimi se ci riesci, Rossi!", urlò aumentando la velocità delle bracciate.
Benjamin nuotava veloce nonostante il fiatone e l'acqua negli occhi, non si accorse che Federico lo stava raggiungendo. Quando sentì una mano afferrargli la caviglia si voltò e il biondo lo tirò verso di sé, con un'espressione soddisfatta sul viso. "Ti ho preso, hai visto?", sussurrò a un millimetro dalle sue labbra.
"Non mi scappi, piccolo Bibi", aggiunse sorridendo.
"Ah no?", chiese ingenuo.
"Sei mio", lo baciò. "Mio", ripeté scostando una ciocca bagnata dalla sua fronte.
"E tu sei maledettamente sexy quando lo dici", replicò circondandogli il bacino con le gambe.
Si baciarono per un tempo indefinito tra le onde del mare, mentre si sfioravano e stringevano incapaci di staccarsi. Fu Benjamin a interrompere il bacio prima che la situazione degenerasse.
"Amore usciamo", disse senza sganciarsi da lui.
"Mi stai chiedendo di portarti fuori in braccio, come i bambini?", chiese sconvolto. "Dai Ben, puoi camminare sulle tue bellissime gambe", lo esortò. Il moro fece gli occhi dolci e si morse il labbro.
"Benjamin...", tentò Federico. L'altro rimase impassibile e continuò a guardarlo con la stessa espressione. "E va bene", acconsentì, "ma vieni in spalla".
Benjamin assecondò Federico e cambiò posizione, facendo aderire il suo petto alla schiena del biondo, reggendosi con le braccia intorno al suo collo e le gambe intorno al suo bacino. "Ecco, così sembro un koala", commentò ridacchiando.
"Non so se mi sembri più un koala o un bimbo di cinque anni, ma ti amo comunque", replicò. "Ti avviso che se stasera mi fa male la schiena mi devi un massaggio", finse di minacciarlo.
"Basta chiedere baby", sussurrò con tono provocante al suo orecchio. "Tutto quello che vuoi", aggiunse inarcando un sopracciglio. Federico rise e iniziò a camminare, raggiungendo ben presto i loro asciugamani colorati adagiati sulla sabbia. Incredibilmente era riuscito a non inciampare e a farsi largo senza troppe difficoltà tra le altre persone che si godevano le ultime ore di sole. Benjamin era rimasto stretto a lui per tutto il tempo, ridacchiando felice e scompigliandogli i capelli umidi.
"Fe, ma quello non ti sembra Lorenzo?", chiese indicando un ragazzo che si stava allenando nella palestra a cielo aperto, poco distante dalla spiaggia in cui si trovavano.
Il biondo annuì, riconoscendolo subito. Si asciugarono in fretta e lo raggiunsero, salutandolo con la mano mentre si avvicinavano. "Ehilà sportivo", strillò Benjamin. "Da quanto sei qui?", chiese poi.
"Mezz'ora, voi dove eravate nascosti?", replicò interrompendo gli esercizi che stava facendo.
"A fare un bagno, stavamo per stenderci al sole ma poi ti ho visto e ti abbiamo raggiunto", spiegò. "Ti siamo mancati?", aggiunse con tono spiritoso.
"Mi è mancato prendervi in giro", confessò. "Ho dormito quasi tutto il giorno, ero stanchissimo. Comunque non preoccupatevi per me, avevo promesso di lasciarvi del tempo per stare soli. Io qui mi sento a casa, Los Angeles è la città dei miei sogni", disse serio per tranquillizzare i due.
"Tanto dovrai sopportarci stasera, domani e nei prossimi giorni", replicò Federico con un tono che doveva sembrare minaccioso. "Vieni a fare un tuffo o continui a fare lo sportivo che non sei?", lo provocò.
"Beh, se mi chiedi di scegliere tra le flessioni e il mare scelgo sicuramente il secondo", rispose raccogliendo il suo zaino e seguendo i ragazzi lungo la passerella in legno. Il sole era ancora alto nel cielo e i tre ne approfittarono per l'ultimo bagno della giornata, godendosi la tranquillità prima di una serata all'insegna della musica.

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