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Il mio letto non mi era mai sembrato un posto così scomodo come lo è adesso.
I polsi mi facevano un male pazzesco ancora dalla presa di Natasha di oggi. I muscoli delle gambe mi tremavano e le ginocchia sembravano due budini.
Per non parlare di quanto fossero pesanti le mie palpebre ma non riuscivo proprio a chiudere occhio.

Il problema era riuscire a capire il perché. Una, o forse due, ipotesi erano plausibili.
Non mi ero mai posta davvero il perché mio padre mi avesse scelta per questo incarico, ma in questo momento era l'unica cosa che mi vagava per la testa.

E poi: perché Steve Rogers era tornato?

Nonche mi importasse insomma, si, probabilmente è il sogno di qualsiasi ragazza che lavora allo S.H.I.E.L.D, è affascinante e misterioso ma.. è Steve Rogers alias Capitan America e ha praticamente ottant'anni in più di me.. il che rende la cosa divertente a pensarci.

L'ottantenne più sexy del mondo.

Stupido cervello, taci!

Sbuffai alzando la testa dal cuscino,cercando di non dar peso ai vari dolori del mio corpo mi alzai poi dal letto diretta verso la cucina.

Recuperai il maglione blu che avevo lasciato sulla sedia e dopo essermi chiusa la porta alle spalle lo infilai prima di scendere le scale.

Era una fortuna per me essere quasi invisibile fra tutti questi supereroi, così non avevo neanche bisogno di preoccuparmi di alzare i piedi invece che trascinarli dentro le ciabatte. Neanche si sarebbero accorti che mi ero alzata durante la notte.

Appoggiai il piede sul pavimento della sala e cercai la luce della stanza appoggiando il palmo della mano al muro, ricordandomi che Tony non usava più le prese, ma la sua macchina perfetta, almeno, così gli piace chiamarla.

Sbuffai per la terza, o quarta volta credo, e lasciai perdere. Parlare con una voce robotica alle tre del mattino era l'ultima cosa che mi andava di fare, così andai verso il frigorifero grazie alla mia vista e alla luce della luna che illuminava un po' la stanza.

Aprii il frigo recuperando del succo che avevo lasciato li dalla colazione del mattino precedente e mi presi un bicchiere.

Mi appoggiai alla penisola al centro della stanza e tirai giù un sorso di succo all'arancia.

Mi guardai attorno sentendomi sola e vuota. Non ero mai stata il tipo che fa amicizia facilmente e che ha tanti amici, anzi, a dire la verità l'unica amica che avevo era la domestica della mia vecchia casa. E qualche ragazza conosciuta allo S.H.I.E.L.D

Mio "padre" era: un vero e proprio stronzo, si. Lui credeva nello studio indipendente e individuale, infatti anche qui avevo solo l'opportunità di allenarmi con Natasha.

Le luci della città insieme al bagliore della luna si espandevano dalla vetrata principale della sala illuminando gran parte della zona relax.

Sentii dei passi provenire dal piano di sopra ma non feci in tempo a fare il giro per tornare nella mia stanza che la persona a cui appartenevano quei passi si presentò nella stanza.

Due passi in più verso di me e notai subito gli occhi chiari del Capitano che mi scrutavano, un po' incuriositi un po' assonnati.

"Mmm" - mugugnò fra se e se appoggiando le braccia alla penisola -"vedo che non sono l'unico che soffre d'insonnia"

Scrutai le sue braccia muscolose mentre probabilmente lui si aspettava una risposta da me. La maglietta blu che indossava gli fasciava perfettamente le braccia e metteva in risalto ancora di più il suo fisico.

Alzai lo sguardo verso di lui incrociando i suoi occhi azzurri.

"Io credo che tu almeno un paio di ore abbia dormito" - la mia voce uscì limpida e sicura, cosa che in quel momento io non ero

Till the end •Steve Rogers•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora