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STEVE POV'S

Dopo aver saputo che Maelle se n'era andata senza dire niente a nessuno se non a Fury e dopo la decisione di combattere con tutte le nostre forze Thanos, mi ero rifugiato nella stanza che fino alla sera prima avevo condiviso con lei.

Il letto non mi era sembrato tanto scomodo come in quel momento.

In testa avevo un gran casino. Fra Thanos che, ero certo, sarebbe arrivato da un momento all'altro e Maelle che era scomparsa nel nulla, non ci capivo più niente.

Dopo che tutti erano andati nelle proprie stanze per prepararsi a quella che sarebbe stata probabilmente una delle più grandi battaglie mai affrontate da noi Avengers, Tony si era preoccupato di sapere come stessi io.

Come stavo?

Avevo già perso troppo nel corso della mia vita. Ero nato nel 1918, durante la prima Guerra Mondiale, cresciuto a Brooklyn, avevo visto morire i miei genitori, mi ero perdutamente innamorato di una donna che sapevo che non sarebbe mai stata mia e poi ero diventato un super soldato.

A quel punto quella stessa donna di cui io ero innamorato si era rivelata essere l'unica donna che avrei voluto per il resto della vita e proprio quando sembrava andare tutto per il verso giusto mi ero ritrovato congelato sotto quintali di ghiaccio per poi essere ritrovato nel ventunesimo secolo, dopo ben settantacinque anni.

Peggy non c'era più e non me lo sarei mai perdonato, anche se, grazie a Maelle ero riuscito a mettere da parte tante cose brutte che erano successe di cui mi attribuivo totalmente la colpa.

Non me lo sarei mai perdonato se anche lei se ne fosse andata, e non avevo la minima intenzione di rimanere a guardare mentre il mondo mi crollava addosso, non più almeno.

Mi sedetti sul bordo del materasso, guardando un punto fisso sulla scrivania.

Socchiusi gli occhi, cercando di mettere a fuoco ciò che c'era sopra e che prima non avevo minimamente notato.

Appoggiai le mani sul letto alzandomi velocemente per raggiungere quella che sembrava essere una lettera.

Presi il pezzo di carta bianca fra le mani, rendendomi conto solo adesso che stavo tremando anche se la voglia di leggere ciò che c'era scritto sopra mi divorava lo stomaco.

Caro Steve

Respirai profondamente continuando a leggere ciò che Maelle aveva scritto su quel pezzo di carta.

Non voglio che tu sia arrabbiato con me quando saprai che me ne sono andata. Voglio che tu combatta, che tu prenda in mano la situazione perché sappiamo entrambi che senza Capitan America non sarebbe la stessa cosa. Voglio che tu tenga uniti tutti quanti, che siano pronti a combattere una battaglia che in realtà non è neanche vostra. Voglio che tu sappia che tornerò il prima possibile perché avrei bisogno di dirti ancora un milione di cose.

Fury sarà con me, e starò bene. Voglio che tu faccia lo stesso, pronto a combattere: come sempre.

Maelle.

Anche se avessi voluto essere arrabbiato con lei non ci sarei riuscito per niente. Aveva imparato dai suoi genitori e da Fury il senso di responsabilità che ci voleva per prendere in mano una situazione di questo tipo e non potevo biasimarla, io avrei fatto lo stesso.

Piegai la lettera mettendola dentro al cassetto della scrivania, al sicuro.

Afferrai la maniglia della porta, pronto a fare come lei mi aveva chiesto.

Non avrei abbassato la guardia e non mi sarei lasciato prendere dallo sconforto ancora prima di combattere.

E no, non era vero per niente che quella che stava per avvenire non era la nostra battaglia, perché da quando lei era entrata a far parte della nostra vita, della mia vita, aveva portato tanta di quella gioia e felicità che ero certo che anche gli altri non le avrebbero permesso di combattere da sola.

Till the end •Steve Rogers•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora