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6 luglio

Era domenica. Ciò stava a significare che sarebbe stato l'ultimo giorno per me in Wakanda e la cosa mi stava letteralmente divorando lo stomaco.

I giorni erano volati come foglie in una giornata di tempesta e vento. È proprio vero che quando stai bene in un posto non ti accorgi di quanto velocemente passi il tempo.

Avevo passato tutta la mattina insieme a Steve, a parlare di qualunque cosa ci venisse in mente e a mangiare tramezzini preparati con le sue mani.

Aveva preparato un picnic solo per me e per lui e mi aveva portata in un bellissimo posto sperduto del Wakanda. Solo un prato verde e immenso e dietro di noi alberi e cespugli.

Dopo aver mangiato e tra carezze, coccole e baci eravamo stati interrotti da Tony che aveva rintracciato Steve al cellulare.

Non l'avevo visto per tutto il pomeriggio. Solo a cena si era fatto vivo insieme a Stark. Nat e Shuri avevano deciso di restare in sala a guardare qualcosa alla televisione. Avevo detto alle ragazze che sarei rimasta molto volenti.

Erano quasi le undici e mezza quando, finito il film, mi ero decisa a raggiungere la stanza in cui speravo di trovare Steve ad aspettarmi.

Aprii la porta, la chiusi alle mie spalle e coprii con la mano un grande sbadiglio.

Vidi Steve posare il libro che stava leggendo sul comodino e togliersi gli occhiali da vista. Non l'avevo mai visto leggere e mi era sembrato ancora più bello con quegli occhiali da lettura.

"Cosa leggevi?" - domandai buttandomi a capo fitto sul materasso

Lui si voltò su un fianco, appoggiando la testa sul palmo della sua mano, guardandomi.

"Dan Brown"- disse

Stavo per rispondergli quando notai, alle sue spalle, che il libro che aveva appoggiato precedentemente sul comodino, aveva l'angolo in alto a destra consumato e una piccola "M" incisa sul dorso.

"Mi hai rubato il libro?"

Lui corrugò la fronte fingendo di non sapere a cosa mi stessi riferendo -"io? Assolutamente no"

Scossi la testa, mi alzai e mi avvicinai a lui, facendo in modo che appoggiasse la schiena al materasso, mi misi a cavalcioni sulle sue gambe.

"Comincio a chiedermi se ti piace stare sopra"

Gli tirai un pugno sui pettorali e lui rise.
Ovvio, Capitan America ha una soglia del dolore alta.

Mise le mani sui miei glutei stringendoli delicatamente. Appoggiai le mani sui suoi addominali, scendendo lentamente. Lo guardai dritto negli occhi quando arrivai al lembo della sua maglietta blu. Mi fece l'occhiolino e io ne approfittai per fargli scivolare sotto le mani e fargliela togliere.

La gettai in qualche punto della stanza, lui approfittando del fatto che fosse con seduto, mi prese facendomi ritrovare sotto di lui.

Mi trovai il suo viso a pochi centimetri dal mio. Le sue labbra si posarono delicate sulle mie, scendendo poi verso la mandibola per poi arrivare al collo.

Sentii le sue dita solleticarmi la pelle sotto la maglietta ed infine aspettare il mio consenso per toglierla. Annuii con la testa, lasciando che le cose si facessero finalmente interessanti.

Till the end •Steve Rogers•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora