13. Shawn Mendes?¿

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"TU E MICHAEL VI SIETE BACIATI E ME LO DICI COSI?!" Urlo, fin troppo esaltata, nel bel mezzo del marciapiede, mentre la mia migliore amica sorride divertita, continuando a camminare accanto a me. Siamo appena state da Target ed io ho finalmente comprato il CD di Shawn Mendes e quello dei 5SOS, Youngblood. In realtà è stata Hannah a convincermi e mi ha fatto prendere la versione con il nasone di Calum come copertina. Non che mi dispiaccia, ma avrei preferito l'originale, lì almeno ci sono tutti e quattro. Non so come, ma abbiamo iniziato a parlare del Vogue Party e di cosa è successo, dato che ci siamo perse di vista immediatamente.

"Come dovrei dirtelo, in amaraico antico?" Scoppia a ridere, facendomi alzare gli occhi al cielo. Insomma, una settimana che si conoscono e già si baciano?

"Non credi sia troppo presto?" Chiedo, facendo una piccola smorfia. Io non riuscirei a baciare un ragazzo che conosco da così poco tempo.

"È stato solo un bacio a stampo, non credo significhi qualcosa per lui" Alza le spalle, accennando un sorrisino triste. Mi mordo il labbro inferiore, fermandola e mettendomi di fronte a lei.

"Sei seria, Hannah? Tu gli piaci, se ti ha baciato c'è un motivo! Magari non è andato oltre perché non voleva metterti a disagio, ma è sicuramente significato qualcosa per lui" Le dico sincera, facendola sospirare. Lei e Michael passano ogni secondo insieme da quando si conoscono, lui la invita costantemente ad uscire e messaggiano praticamente sempre, è impossibile che non gli piaccia.

"Magari era brillo e non voleva. L'ho visto bere cinque o sei bicchieri di champagne prima che succedesse"

"Calum mi ha detto che Michael è quello che regge di più l'alcool e poi in vino veritas! Avanti, non farti castelli in aria adesso" Riprendo a camminare, non prima di averle avvolto un braccio intorno alle spalle per tenerla vicina a me. Odio vederla triste, soprattutto se per un ragazzo.

"Non mi ha neanche scritto, Rosie! E sono le quattro di pomeriggio!" Piagnucola, stringendosi a me e sto per risponderle, ma i miei occhi ricadono su una macchina nera parcheggiata davanti al vialetto di casa mia. È già qui?

"È Calum, su vai" Mi incoraggia, spingendomi verso l'auto. La guardo titubante, non volendo lasciarla con quei pensieri in testa.

"Ma tu.."

"Rosie, vai!" Mi spinge di nuovo, facendomi sospirare arresa. La saluto velocemente, dirigendomi verso l'auto prima di entrare e sistemarmi al posto del passeggero.

"Hey" Lo saluto, sorridendo, mentre poggio la busta contenente i due CD che ho comprato ai piedi del sedile.

"Hey, stavo per mandarti un messaggio ma mi hai anticipato" Ridacchia, mettendo in moto e partendo spedito verso una meta a me sconosciuta.

"Si uhm, ero da Target con Hannah e a quanto pare sono tornata giusto in tempo" Dico semplicemente, poggiando la testa contro il finestrino.

"Cos'hai comprato?" Indica la busta ai miei piedi con la testa, mettendo la freccia e svoltando a sinistra. Mi piego leggermente per prendere il CD di Shawn e mostrarglielo.

"Questo" I suoi occhi si posano per un breve istante sull'oggetto nelle mie mani e lo vedo storcere il naso, prima di riportare gli occhi sulla strada.

"Shawn Mendes? Sul serio?" Dice con voce sorpresa, iniziando a scuotere la testa.

"Che c'è? È bravo, bello ed è anche più giovane di te, dovresti prendere esempio" Rido, rimettendo il CD nella busta di Target, per evitare che si rovini.

"Pft, lui suona la chitarra, io il basso, non c'è paragone"

"Si, certo"

"Comunque sono offeso, il suo album si ed il nostro no? È ingiusto!" Protesta, proprio come un bambino piccolo. Ridacchio, chinandomi nuovamente verso il sacchetto e tirando fuori l'altro CD.

"In realtà.." Alle mie parole, si gira a guardarmi, sorridendo come un bambino quando si accorge che in realtà ho comprato anche il loro album e, soprattutto, quello con la sua copertina.

"Questo cambia tutto" Dice ridendo, facendomi scuotere la testa divertita. Rimetto il CD al suo posto, lasciandomi andare sul sedile. I miei pensieri, chissà per quale motivo, ricadono su ciò che è accaduto la sera prima, più precisamente sul momento in cui Calum mi ha riaccompagnata a casa.

"Non potevi chiamare un semplice taxi? Sarebbe stato meno costoso" Borbotto, seguendo il mio accompagnatore verso l'uscita dell'edificio. È quasi l'una di notte ed entrambi siamo stanchi, quindi Calum ha deciso di chiamare un Uber invece di un normale taxi. A quanto pare gli piace proprio spendere i soldi che guadagna. Michael ha preso la sua macchina in prestito per riaccompagnare Hannah a casa circa un'ora fa, dato che si stava per addormentare su uno dei divanetti presenti nella stanza. Strano, per una ragazza che lavora quasi tutte le sere in un nightclub, dove come minimo rimane sveglia fino alle tre. È un fenomeno, riesce a lavorare, frequentare i corsi all'Università, a studiare ed a dare tutti gli esami in tempo, passandoli tutti. Io non ci riuscirei, non riesco neanche a cucinare mentre parlo a telefono. Riesco a fare solo una cosa alla volta, se ne faccio più di combinare disastri su disastri.

"I soldi sono l'ultimo dei miei problemi" Alza gli occhi al cielo, cercando con lo sguardo la nostra auto. Una volta trovata, ci dirigiamo verso di essa, salutando l'autista mentre ci sistemiamo sui sedili posteriori.

"Dove si va?" Chiede gentilmente, ricevendo una risposta immediata da parte del ragazzo accanto a me, che gli comunica il mio indirizzo.

"È stata una bella serata, dopotutto" Sussurra ad un palmo dal mio naso, facendomi annuire. Ci siamo divertiti, ho persino conosciuto Sierra, la fidanzata di Luke. È davvero carina, sembra la classica ragazza della porta accanto. Calum mi ha presentato ad ogni singola persona che incontrava, coinvolgendomi nelle loro conversazioni e non facendomi sentire per niente a disagio, nonostante quello non fosse per niente il mio mondo. Assonnata, appoggio la testa sulla sua spalla, cercando di non sporcargli la giacca con il trucco. Dopo pochi secondi, la sua mano si avvicina alla mia, afferrandola delicatamente e intrecciando le nostre dita, facendole combaciare perfettamente. Trattengo un sorriso nel vedere le nostre mani unite, mentirei se dicessi che mi è dispiaciuto quel suo gesto. Restiamo in quella posizione fin quando l'autista dell'Uber non parcheggia l'auto davanti casa mia, facendomi sospirare.

"Vuoi per caso entrare?" Mormoro timorosa, facendolo sorridere intenerito. Da una parte spero che accetti, nonostante sia tardi e soprattutto avrebbe dovuto chiamare un altro uber per farsi riportare a casa.

"Magari un'altra volta, sta tranquilla" Rifiuta gentilmente ed io annuisco, non volendo insistere.

"Ci vediamo domani? Stessa ora" Annuisco nuovamente, sciogliendo controvoglia le nostre mani e ringraziando l'uomo, prima di scendere. La macchina riparte subito, senza darmi neanche il tempo di voltarmi per guardarlo andare via.

"Siamo arrivati" Annuncia, tirando il freno a mano e sfilando le chiavi dalla toppa. Inarco un sopracciglio, scendendo dall'auto e notando che siamo nel parcheggio di un ospedale. Che diavolo ci facciamo qui?

"Se devi farti le analisi io non ti terrò la mano mentre ti prelevano il sangue, te lo dico" Lo avverto, facendolo ridere di gusto. Cosa si ride? Io sono seria!

"Non sono qui per fare dei controlli Rosie, li ho fatti due settimane fa e sono sano come un pesce, se vuoi saperlo" Lo osservo mentre, con un sorriso sulle labbra, apre il bagagliaio, afferrando quella che, a giudicare dalla custodia, sembra una chitarra. Okay, sono ancora più confusa di prima.

"Cosa diamine ci fai con una chitarra in un ospedale?" Chiedo, mentre se la sistema sulla spalla.

"Lo vedrai" Mi fa l'occhiolino, bloccando le portiere dell'auto attraverso il piccolo telecomando e successivamente mi prende la mano, trascinandomi all'interno della struttura.

"Non mi sono mai piaciuti gli ospedali" Sussurro, tenendo lo sguardo basso e cercando di non guardarmi intorno. Questo posto porta a galla fin troppi ricordi.

"Perché?" Parla piano e non posso far a meno di notare una nota di curiosità nella sua voce. Sospiro, scuotendo leggermente la testa, come per fargli capire che non importa, che gli avrei raccontato tutto un'altra volta. E forse l'avrei fatto. Forse.

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