"Ora vuoi dirmi che ci facciamo qui?" Piagnucolo, mentre la sua mano non lascia neanche per un secondo la mia. Cammino dietro di lui a passo lento e la mia confusione aumenta quando noto che stiamo entrando nel reparto pediatrico. I muri bianchi, in quel pezzo d'ospedale, sono decorati da disegni, stickers raffiguranti vari animali, fiori. Quel luogo sembra così pieno di vita, fa male pensare che la maggior parte dei bambini qui dentro non potranno mai avere un futuro. Persino io ho rischiato di non averlo. Calum, invece di rispondermi, si ferma davanti ad una porta a due ante, sulla quale c'è disegnato un Sole enorme, i cui raggi si diffondono per tutta la parete. Ricordo questo posto, è la sala dove tutti i bambini vengono a giocare, dato che non possono uscire all'aperto. Non ci sono mai entrata però, a me non era permesso.
"Andiamo" Mi incita, aprendo la porta e trascinandomi all'interno della stanza. Una quindicina di bambini, tutti di età differenti, sono seduti in cerchio, nei loro pigiami colorati. Alcuni non hanno i capelli, altri hanno una cannula nasale, altri ancora sembrano star bene quando in realtà non è cosi. Non appena si accorgono di noi, dei sorrisi si aprono sui loro volti e si alzano tutti in contemporanea, correndo a salutare il ragazzo davanti a me. Mi stacco gentilmente da lui, in modo da non impicciarmi.
"Calum! Calum!" Una voce debole giunge alle mie orecchie e, non appena abbasso lo sguardo, noto una bambina che avrà al massimo sei anni, con i tubi per l'ossigeno nel naso e dei lunghi capelli castani. Il ragazzo sorride apertamente quando si accorge di lei, prendendola subito in braccio nonostante il peso della chitarra sulle spalle.
"Hey piccola, come stai?" Chiede con tono dolce, mentre la bambina lo abbraccia forte.
"Ho appena preso le medicine e ho ingoiato la pasticca senza che l'infermiera la spezzasse!" Dice orgogliosa, come se avesse scalato l'Everest. È così carina.
"Stai diventando grande allora!" Ridacchia lui, mettendola giù subito dopo. I suoi occhi verdi ricadono su di me e non ci mette molto a tirare il moro per i pantaloni, in modo da avere la sua attenzione.
"Chi è lei?" Mi indica, guardandomi curiosa. A quel punto, mi avvicino a lei, abbassandomi alla sua altezza e porgendole la mano.
"Io sono Rosie Marie Hartwell, ho quasi ventun'anni e mi piacciono molto i tuoi capelli" Mi presento, sorridendo gentilmente alla bambina. Quest'ultima abbozza un sorrisino timido, stringendomi delicatamente la mano.
"Io sono Heather Jessica Samuels, ho sette anni e mi piacciono gli unicorni" Dice tutta pimpante, facendo addolcire ancora di più il mio sguardo. Vorrei tanto chiederle di cosa soffre, ma non ne ho il coraggio. Non mi va di spegnere il suo bel sorriso.
"Cosa ci suoni oggi Cally?" Chiede una bambina, guardando il moro. I miei occhi si spostano su di lui, sorpresa. Lui suona per i bambini?
"Dato che ieri era il compleanno della nostra Heather e sfortunatamente non sono potuto venire qui, canterò la sua canzone preferita, ovvero Sweet Creature di Harry Styles" Annuncia, guadagnandosi degli urletti emozionati da parte della bambina in questione. Tutti i presenti si siedono a terra, di fronte a Calum, ed io faccio lo stesso, facendo sedere Heather sul mio grembo. Devo ammettere che non conosco quella canzone. Ovviamente conosco Harry, come conosco gli One Direction, ma non mi sono mai interessata più di tanto alla loro carriera. Il ragazzo tira fuori la chitarra dalla custodia, accordandola prima di iniziare a suonare ed a intonare la canzone.
Sweet creature
Had another talk about where it's going wrong
But we're still young
We don't know where we're going
But we know where we belongAnd oh we started
Two hearts in one home
It's hard when we argue
We're both stubborn
I know, but oh
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San Francisco
أدب الهواة"È Calum Hood, Rosie! Uno dei membri della band più famosa del momento è nel nightclub dove lavori, hai parlato lui e ti ha chiesto addirittura di andare via insieme, ti rendi conto?!" "E allora?"