- Lenah! - mi chiama Margaret ridendo.
Abbiamo sette anni.
"Lenah, vieni!"
"Arrivo!" rido anche io.
Stiamo correndo sul prato. Siamo felici e spensierate.
Non voglio vedere il viso di Margaret. Svegliati, Lenah. Svegliati!
"Lenaah! Non mi prendi!"
Svegliati!
- Lenah! Svegliati! O farai tardi a lezione! - dice qualcuno. La voce è vicina.
- Lenah!
Mamma?- Forza Lenah, è tardi!
Mamma? Mamma!Travolta da un'emozione indescrivibile, apro gli occhi. Ma la gioia provata nella speranza che quella voce appartenesse a mia madre svanisce, spegnendo il mio sorriso. Non è lei ad essere chinata su di me, ovviamente. È Ash.
- Meno male, pensavo non ti svegliassi più!
- Che è un modo simpatico per dire che pensavi fossi morta. Cosa diamine vuoi, Ash? E poi come hai fatto ad entrare in camera mia?! - l'aggredisco.
- Ti sono venuta a svegliare.
- Ma dai? Non me ne ero resa conto.
Ash sorride. - Smettila di fare la sarcastica con me, Lenah. Non ti libererai di me. Adesso muoviti, o faremo tardi alla nostra prima lezione decente, credo.
- Eh? - chiedo ancora mezza assonnata.
- La nostra prima lezione. Con un professore di lettere vero - ripete pazientemente.
- Lezione di cosa, scusa? Non erano state cancellate per mancanza di poveri volontari costretti a lavorare in un centro di recupero? - domando, non abbandonando il mio perenne sarcasmo.
Sto scambiando un po' troppe parole con Ash, per i miei gusti. Ma a questo punto sono costretta. Lei alza gli occhi al cielo.
- La direttrice ha speso un po' di soldi ed ha istituito una specie di scuola, per noi poveri ragazzi disagiati - sghignazza, - ed oggi c'è la prima lezione. Insomma, disagiati sì ma ignoranti no! Adesso sbrigati che ti aspetto nel piazzale - conclude ridendo ancora, poi lascia la stanza. Alleluia. Anche se devo ammettere che la sua risata è contagiosa. Mi sono dovuta mordere il labbro inferiore per evitare di scoppiare a ridere a mia volta. Insomma, saremo pure ragazzi problematici, ma non analfabeti!
Controvoglia, mi metto qualcosa di comodo e vado nel piazzale davanti l'entrata principale del centro di riabilitazione.
Ash è lì che mi aspetta sorridente.
In questo momento mi sembra così fuori luogo che per un attimo mi chiedo cosa ci faccia una ragazza così in un posto come questo. Ma non c'è bisogno di osservarla meglio per riconoscere che ha seri problemi. Ash soffre di anoressia.
Ricambio anch'io il sorriso per un secondo, poi ritorno ad assumere il mio sguardo diffidente.
Ci dirigiamo verso un piccolo edificio sul retro del centro e prendiamo posto in un banco da due nella piccola aula improvvisata. Sembra veramente di essere a scuola. Tutti i ragazzi, o quasi tutti, hanno preso posto nei banchi. Entra un uomo alto, magro e più o meno sulla quarantina: lo posso indovinare dai capelli brizzolati.
Gli occhi castani scrutano attenti la classe, poi si siede alla cattedra davanti a noi.
- Salve a tutti, sono il professor Smith ed insegno lettere - si presenta; - siete tanti, quindi ora vi chiedo gentilmente di presentarvi uno alla volta.
Alzo le sopracciglia con aria scettica. Una brutta abitudine, lo so.
Il professore mi nota subito e dice:
- Vogliamo iniziare da te, signorina?
- Passo, grazie - rispondo con un sorriso di circostanza.
Ho gli occhi di tutti puntati addosso. E la cosa mi fa indispettire.
- La signorina...? - insiste lui.
- Ariston - dico sbuffando. - Lenah Ariston. Ma non mi chiami "signorina".
- Bene, Lenah - dice.
Poi continua con le presentazioni.
- Ash Wesley.
- Mark Fitzgerald.
- Luise DeCarli.
Sento i nomi dei ragazzi che sono in questo posto.
Quando finisce, il professore dice:
- Ora passiamo al motivo perché siete qui.
Ma cos'è, un interrogatorio?Il suo sguardo si posa su di me.
- Lenah, puoi dirmi perché sei qui?
Di nuovo il peso degli sguardi su di me.
Alzo gli occhi al cielo.
- No. Non dico gli affari miei al primo che capita. Anzi, a nessuno - dico gelidamente.
- Bel caratterino - dice Smith.
Lo prendo come un complimento.- Va bene. Visto che Lenah non si vuole aprire, qualcuno vuole provare a confidarsi?
Sono sorpresa da quanti abbiano la mano alzata. Alla fine, tutti parlano dei loro problemi, compresa Ash, tranne me.
Perfetto. Ora il professore mi bombarderà di domande.Quando il suo sguardo si posa di nuovo su di me, capisco di essere spacciata, ma fortunatamente, l'ora di lezione prevista finisce e bye bye! Tutti si alzano ed escono e mi affretto a uscire anche io, consapevole che il professore mi sta guardando.
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Pain is peace
Romance[1° libro] Lenah Ariston è una ragazza con un passato doloroso alle spalle. Per superare la morte dei suoi genitori e della sua migliore amica decide di tagliarsi. Ma ben presto questo tipo di dolore non basta ad alleviare il suo dolore, infatti ini...