- Mio padre si sente in colpa, credo - dice Adam mentre torniamo a casa dopo una breve passeggiata mattutina.
Resto in silenzio per non dire nulla di spiacevole, ma ho comunque una stretta al cuore.
- Mi dispiace tanto, Lenah.
Alzo le spalle.
- Stanotte ho un incontro - mi comunica dopo un po'.
- Devo coprirti?
Mi sorride sfacciato.
- No, questo no. Però apprezzerei molto se tu mi medicassi le ferite.
Una fossetta compare sulla sua guancia destra mentre il sorriso diventa malizioso.
Faccio per dargli una spinta, ma lui mi afferra il braccio e mi tira a sé.
- Sai cosa mi piacerebbe fare?
- Cosa? - chiedo.
- Baciarti.
Rido.
- Sul serio. Ma non sulle labbra. Vorrei baciarti ogni singolo taglio che hai sulla pelle.
Elaboro ciò che ha appena detto.
- Cosa? - riesco a chiedere, seppur boccheggiando per la sorpresa.
- Ti amo. E non amo solo il tuo carattere, il tuo corpo o le tue labbra. Amo tutto di te, e con me non devi nascondere ciò che sei.
- E cosa sono io? Un'autolesionista, - dico, - una debole, una perdente.
- No, Lenah. Una combattente, una ragazza forte. Ecco cosa sei.
Sono colpita dalle sue parole. Nessuno mi ha mai considerata in questo modo.
Tutti a indicarmi e a evitarmi come fossi un'appestata; "lei è l'autolesionista, statele alla larga", oppure a guardarmi con sguardi di finta compassione, bisbigliando tra loro: "Lei è la povera ragazza che ha assistito alla morte dei suoi genitori, la pazzia presto la divorerà."
- Non sarebbe un bello spettacolo - dico liberandomi dalla sua presa, - vedere i miei tagli, intendo.
- Sono masochista, che ci devo fare.
Scuoto la testa mentre un sorriso timido mi affiora sulle labbra.
* * *
Dopo cena, Adam si prepara per andare al suo incontro di boxe.
- Sei sicura che non vuoi che io rimanga? - mi chiede.
- No, questo incontro è importante per te ed io non voglio esserti d'intralcio.
Lui esita. Mi guarda.
- Ci vediamo tra poco, allora.
Mi accarezza una guancia e si china per darmi un bacio.
Rimango sveglia tutta la notte, in attesa del ritorno di Adam. O almeno, cerco di restare sveglia. La mia assomiglia più ad una febbricitante attesa: mi addormento per alcuni minuti, per poi svegliarmi poco dopo. Proprio mentre sono ad occhi chiusi, sospesa tra il sogno e la realtà, sento un rumore sommesso proveniente dal corridoio.
I miei occhi si spalancano all'istante ed ora sono incredibilmente sveglia.
La porta della mia stanza si spalanca ed Adam entra barcollando.
Tossisce, incespica e poi, cade sulle ginocchia.
- Adam!
Mi precipito da lui. Gli prendo il viso tra le mani, lo alzo. Trasalisco alla vista di ciò che vedo.
- O mio dio - mormoro.
Lui trattiene un gemito quando gli tocco lo spacco che ha sul labbro inferiore.
- O mio dio, Adam! - ripeto.
Il suo viso è tempestato di tagli, ferite e spacchi.
Ha del sangue incrostato alla base del naso, sulle nocche.
Gli tolgo la maglietta e quasi svengo vedendo il suo corpo offeso e martoriato.
Ha lividi su tutto il corpo.
Sulle braccia, sulla schiena, sul petto.
- Mi hanno conciato per le feste - scherza tentando un sorriso, ma assomiglia molto più ad una smorfia.
- Adam...- sussurro.
- Sto bene, davvero.
- No, invece. Non direi. Aspetta qui.
Prendo una pezzetta bagnata dal bagno ed inizio a ripulirgli il sangue dalla pelle, attenta a non fargli male.
- Che è successo? - chiedo.
- Era più massiccio di me, tutto qua.
Scuoto la testa.
- Tu sei pazzo.
- È vero. Di te.
- Smettila - cerco di trattenere il sorrisetto che le sue parole hanno inevitabilmente evocato.
- Ah sì? - fa lui.
All'improvviso mi prende per i fianchi e mi stende sul letto.
Inizia a baciarmi; prima la clavicola, poi su per la gola, poi il profilo della mascella fino alle labbra.
Un bruciore intenso mi pervade il corpo, mentre il desiderio di lui preme in me.
Mi solleva e mi sfila la maglietta.
Il panico mi investe.
- Aspetta - mi fermo.
- Che stai facen...
Lui non trasalisce alla vista dei miei tagli, non batte ciglio.
Non prova pena, addirittura disprezzo o ripugnanza nei miei confronti.
Lui mi ama.
E me lo sta dimostrando.
Mi bacia ogni singolo centimetro di pelle, ogni singolo taglio. Delicatamente.
Qualcosa si spezza dentro di me.
Si rompe, si sgretola.
È la consapevolezza di non essere più sola, in qualche modo; ma di essere amata.
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Pain is peace
Romance[1° libro] Lenah Ariston è una ragazza con un passato doloroso alle spalle. Per superare la morte dei suoi genitori e della sua migliore amica decide di tagliarsi. Ma ben presto questo tipo di dolore non basta ad alleviare il suo dolore, infatti ini...