Capitolo 37

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Le parole di Malcom mi rimbombano nella testa.

- Una risonanza? - chiedo, cercando di essere calma.

- Sì, una risonanza magnetica funzionale, per la precisione. Per un'analisi della corteccia cerebrale e dell'attività neuronale.

- Dell'attività neuronale? Perché?  

Non ottenendo risposta, aggiungo:

- E sei rimasto soddisfatto dei risultati?

Rimane ancora in silenzio.

- Grazie. Per aver scelto di essere il mio tutore, intendo. 

Me ne vado, sbattendo una mano sul tavolo.

- Lenah!

Adam.

Mi volto e mi lascio avvolgere dal suo abbraccio. Lui mi stringe a sé e mi accarezza i capelli dolcemente.

All'improvviso, mi rendo conto che Adam non è sembrato sorpreso di quello che Malcom ha detto.

Mi scosto da lui bruscamente.

- Tu lo sapevi - realizzo, - sapevi tutto e non hai fatto niente.

- No, Lenah, io...

Annuisco mentre mi allontano, alzo le mani per interromperlo. Non ho intenzione di sentire una parola biascicata in più. Tutto questo è patetico. Mi volto ed inizio a marciare verso la mia stanza.

- Lenah, aspetta! - urla Adam. Sembra aver ritrovato le parole

- Perché dobbiamo fare sempre così?

- Forse perché non vi fidate di me? - ribatto, - perché tu non ti fidi di me.

- Io mi fido di te. Ero contrario ed ho discusso con mio padre - dice prendendomi per un braccio.

- Potevi impedirlo - mi rifiuto di guardarlo.

- Mio padre ha potere in queste cose.

- Ma per favore - sputo. Mi viene quasi da ridere. Potere, davvero? In che cosa? Conosce bravi psicologi, allora? Davvero è così importante?

Sospira.

- Ti ho detto che tengo a te un milione di volte, ma non ti ho detto mai la verità - mormora prendendomi il mento fra le dita e costringendomi a guardarlo negli occhi - e la verità è che ti amo, Lenah. Ti amo.

Si china su di me e mi bacia.

Un bacio lungo, lento.

Poi, inizia a baciarmi con più foga, sotto un desiderio pressante che mi brucia nelle vene.

Premo le mani sul suo petto, allontanandolo. 

- Anch'io ti amo, Adam, ma mi sono sentita tradita. Mi sento tradita.

- Mio padre tiene davvero a te, Lenah. So che potrà essere difficile da credere date le circostanze, ma è così. Ha sofferto molto per la morte di mia madre e da allora tenta di essere sempre presente e si preoccupa estremamente per tenere al sicuro le persone che ama. Ha deciso di prendersi cura di te perché gli sei entrata nel cuore fin dal primo momento, ma ora si sta lasciando travolgere dagli eventi e desidera aiutarti in ogni modo possibile, anche se estremo. Ti adora, vuole semplicemente proteggerti e che tu stia bene, esattamente come me. 

Lo osservo, gli occhi lucidi, e mentalmente mi maledico per questo. Adam mi abbraccia, ed io reprimo un singhiozzo. 

- Dormi con me, stanotte? - mi chiede con un sorriso sornione.

Il cuore fa una capriola e si riscalda un po' alla vista del suo volto illuminato. 

Sorrido di rimando, mentre Adam si china ancora verso di me per posare le sue labbra piene sulle mie, e senza smettere di baciarci entriamo nella mia stanza, dove ci buttiamo di peso sul letto.

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