Questa mattina mi è arrivata la tutt'altro che lieta notizia:
sono "guarita" ed il professore, ovviamente, vuole essere ancora il mio tutore, perciò sono costretta ad andarmene da questo posto.
Smith ha già firmato dei documenti, dal momento che sono minorenne.
Preferisco rimanere qui tutta la vita che vivere con il professor Smith.
Qui non sono mai stata realmente sotto controllo in fin dei conti, ma con il professore non sarà così facile agire di nascosto.
Ad essere sincera, mi mancherà Ash. E mi dispiace lasciarla.
Preparo il mio borsone mettendoci dentro le poche cose che ho.
Prima di andare, vado a salutare la mia amica.
Mi sembra triste, e dentro di me, in fondo, lo sono anch'io.
Non mi importa di salutare gli altri. Loro non si renderanno nemmeno conto della mia mancanza.
Ho solo tre persone da salutare: Ash, la signora Sullivan, ed un ragazzo, Justin, che più di una volta mi ha coperta ed aiutata. Quando esco di fuori, trovo il professore che mi sta già aspettando.
Assumo uno sguardo cupo e mi dirigo verso di lui.
- Non ha lezione, ora? - chiedo, per niente gentile.
- No, non sono più l'unico professore qui. La signora Sullivan sta lavorando duramente per attuare il suo progetto di educazione per i ragazzi del centro - risponde sorridendo, per nulla colpito dal mio tono di voce.
Rimango in silenzio, poi sbotto:
- Perché è voluto diventare il mio tutore?
- Perché mi hai colpito. C'è qualcosa in te. Voglio prendermi cura di te, e magari capire cosa nascondi dentro.
- Ah, perciò lo ha fatto solo perché rappresento una sfida per lei? Be', deve sapere che non c'è niente in me, mi dispiace - ribatto bruscamente.
- Sei ferita. Si vede. Ho letto che sei rimasta orfana all'età di sette anni. Vorrei essere come un padre per te.
- Lei non sarà mai come mio padre e non potrà mai comportarsi come tale - dico duramente.
- Almeno sei uscita dal quel posto. Davvero avresti preferito rimanere lì? - chiede ed il suo tono è gentile, nonostante le mie risposte dure.
Non ribatto, ma ha ragione: non mi sarebbe piaciuto rimanere lì per sempre. Anche se un giorno fossi "guarita", sarei rimasta lì, o sarei stata spostata in un orfanotrofio. Per me non c'è mai stata la speranza di ritornare a casa. I miei genitori sono morti e non ho mai avuto qualcuno disposto a diventare mio tutore. Un giorno Ash se ne sarebbe andata, ed io sarei rimasta sola.
Il professore guida completamente concentrato sulla strada. Roteo gli occhi e guardo fuori dal finestrino.
Dovrei ringraziarlo, ma non lo faccio. Ho tutto il tempo, ormai.
Da oggi vivo con lui.
Spero solo sia un bravo tutore.
STAI LEGGENDO
Pain is peace
Romance[1° libro] Lenah Ariston è una ragazza con un passato doloroso alle spalle. Per superare la morte dei suoi genitori e della sua migliore amica decide di tagliarsi. Ma ben presto questo tipo di dolore non basta ad alleviare il suo dolore, infatti ini...