Capitolo 28.

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Arya uscì dallo spogliatoio stiracchiandosi, la sera prima aveva fatto un po' tardi per guardare ancora uno dei suoi film preferiti e non aveva potuto che ripetere l'azione e guardare anche i sequel fino a tarda notte.

«Vai a dormire a casa, c'hai due occhiaie.» Esclamò Laura fintamente sconvolta dall'aspetto della sua collega.

«Si, mi tocca vedere se Fede è arrivato e se ha mangiato o se si sta facendo morire di fame, poi posso andarmene a dormire.» Borbottò mettendosi in spalla il borsone.

«Per di più l'auto sta facendo i capricci nuovamente, non ne capisco nulla io e l'ho mandata dal meccanico un'altra volta ora mi tocca prendere i mezzi e come mi rompe a quest'ora.» Sbuffò rifacendosi la coda ai capelli.

«Hai finito di lamentarti bella? Cioè se fossi in te correrei a casa a sfamare quel ben di Dio in molto altro di diverso dal cibo!» Ridacchiò Alice volendola stuzzicare.

«Alice!» Esclamò guardandola con sguardo truce.

«È gelosa la ragazza qui, sii un po' più discreta.» Rise Laura facendo compagnia alla sua amica.

«Siete delle merde.» Arya alzò gli occhi al cielo facendosi sfuggire un sorrisetto, si sarebbe occupata di Federico, eccome se lo avrebbe fatto ma forse non nel modo in cui le sue amiche immaginavano.

Tutte sobbalzarono al suono di un clacson, un'auto nera, Jeep, stava fuori la porta del locale ma i vetri oscurati non davano la possibilità di riconoscere la figura alla guida, colpevole anche la distanza che c'era fra l'auto e il bancone all'interno del locale.

Arya riconobbe subito però l'auto, la sagoma che si intravedeva era proprio Federico e la cosa le fece nascere un sorriso incontrollato sul viso

«È Fede!» Esclamò avanzando velocemente verso la porta per poi girarsi verso le sue colleghe «ci vediamo domani!»

Poi uscì saltellando quasi verso lo sportello del lato destro del veicolo, si mise dentro e senza allacciare la cintura ripeté la stessa azione che fece dopo la partita con il Genoa, lo baciò ripetutamente sulle labbra fredde.

Aveva passato la mattinata a Milano per un evento con la Nike di cui Arya aveva dimenticato il nome ed in motivo, durante quei giorni l'aveva visto pochissime volte, la Champions lo aveva portato lontano a Manchester mentre il campionato ad Empoli con i vari allenamenti di mezzo.

«Mi sei mancato tanto.» Sussurrò mettendo la cintura di sicurezza per poi poggiare la testa sulla sua spalla, sedile permettendo.

«Non ci vediamo da ieri mattina, abbiamo affrontato di peggio no?» Disse retorico facendola annuire, Federico dal canto suo, quando poteva, staccava la mano destra dal volante per accarezzarle le gambe fasciate da un paio di calze nere.

«Ti sei messa un vestitino per andare a lavoro? Chi dovevi vedere?» Le chiese fermo ad uno dei tanti semafori della città.

«Nessuno, mi andava, mi piacevo e l'ho fatto.» Alzò semplicemente le spalle guardandogli le linee perfette del volto.

«Nessuno spermatozoo in avvicinamento?»

Premette sul pedale dell'acceleratore e svoltò a destra prendendo una delle vie che li avrebbero portati al loro palazzo.

«Grazie per essermi venuto a prendere.» Arya cambiò discorso, scostandosi anche dalla spalla del calciatore, in realtà Mattia era perfino passato in pasticceria a chiederle di uscire.

«Arya, non cambiare discorso, che ti ha chiesto?» Arrivarono al loro portone e Federico fece la chiamata di routine per farlo aprire, parcheggiò e scesero entrambi dall'abitacolo.

Starlight - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora