Capitolo 6.

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Arya non era una ragazza che veniva meno alla promessa data e neanche quella volta si tirò indietro difronte alle parole che aveva detto a Federico due giorni prima.

Si era imbottita di medicine ma alla fine l'influenza le era passata, la febbre era durata il tempo di una notte ed aveva solamente i residui del raffreddore, perciò nella sua borsa si potevano trovare: lo spray per il naso, tre confezioni di fazzoletti, lo spray per la gola        -perché non poteva sapere se mai le bruciasse all'improvviso-, una bottiglietta d'acqua comprata al bar dello stadio perché da casa non poteva portarla -altrimenti le avrebbero tolto il tappo e poi come la teneva- e un giacchettino di filo nero, casomai avesse sentito brividi sarebbe potuta intervenire all'istante.

Così, stretta nel suo jeans a vita alta abbinato ad una canotta di seta rossa messa dentro, stava cercando il posto a sedere che c'era scritto sul suo braccialetto, non se lo ricordava mai e per fortuna che per entrare nel settore dove sedeva lei bisognava farsi dare un braccialetto riconoscitivo per accedere a più aree dello stadio, come quella ristorante dove sicuramente sarebbe passata a fine primo tempo.

Ora essere amica di Federico aveva avuto il suo vantaggio, perché per il suo compleanno l'anno scorso il calciatore le aveva regalato l'abbonamento per la porzione di tribuna dedicata al Club Gianni e Umberto Agnelli, uno dei migliori regali mai ricevuti se non il migliore, ogni anno a lei toccava solo rinnovarlo ma poteva utilizzare lo sconto che avrebbero fatto se l'avesse voluto fare Federico.

Sono appena entrata, in bocca al lupo Fede.

Per accedere a quell'area si doveva presentare ogni volta due ore prima del fischio d'inizio e spesso doveva trovarsi un passatempo per occupare le ore antecedenti al fischio d'inizio, sapeva che non avrebbe ricevuto risposta da Federico così scese gli scalini senza distrarsi e finalmente poté posare gli occhi sul suo sedile: fila 10 posto 21.

Parto titolare, il mister ci ha appena detto la formazione sarà un 4-3-3: Joao, Bonny, Giorgio e Alex, Sami, Miralem e Blaise, IO, Mario e Cristiano!

Sorrise, percepiva l'emozione di Federico solamente da quel messaggio scritto sicuramente con le mani tremanti, non gli rispose dato che sapeva che avrebbe chiuso il telefono così scelse di girovagare per i social mentre sentiva che dietro di lei le persone iniziavano a prendere posto.

Luca per forza di cose come il lavoro che poteva occupargli anche la domenica non riusciva ad andare allo stadio con lei, ma Arya non rimaneva di certo sola, accanto a lei il posto l'anno scorso veniva occupato ogni volta dalla figlia di Massimiliano Allegri e dalla sorella, le tre avevano stretto un rapporto che Arya chiamava da stadio e non le dispiaceva mica.

«Arya! Anche quest'anno qui?» Appunto parlando del diavolo.

Valentina si sedette accanto a lei insieme alla sorella la salutarono e presero a parlare un po' per ammazzare il tempo nell'attesa che i ragazzi entrassero in campo.

Arya lo aveva descritto come rapporto da stadio perché all'infuori l'unica cosa che avevano in comune era quella di seguirsi su instagram, anche perché Valentina viveva a Milano e Linda a Firenze.
Ma le stavano simpatiche e le piaceva condividere quei novanta minuti con loro.

«Sisi, voi due come va» Sorrise cordiale posando il telefono nella borsa dopo aver controllato l'orario.

«Bene, io sto iniziando l'università a Firenze in architettura, speriamo bene più che altro.» Ripose per prima Linda, la più piccola far le tre.

Starlight - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora