Capitolo 12.

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Nel salotto di casa di Nala e Luca era calato il silenzio, nessuno riusciva a commentare il cartellino rosso uscito dalla tasca dell'arbitro Byrch.
Cristiano Ronaldo calpestava l'erba del Mestalla non volendo abbandonare il campo, incredulo piangeva e gridava la frase che avrebbe fatto breccia nel cuore di chiunque: non ho fatto niente!

«Mi sento male.» Arya si prese il compito di spezzare il silenzio, era incredula e non capiva come mai fosse stata presa una così dura sentenza.

«Dalle due alle tre giornate di squalifica, il rosso diretto porta a questo, dopo 154 partite di Champions non si capisce come mai abbia dovuto prendere questo rosso del cazzo.» Luca non aveva tenuto a freno la lingua, Nala gli posò una mano sul ginocchio neanche l'avesse presa lui la squalifica.

A primo impatto nessuno dei presenti era riuscito a capire il perché di quel cartellino, i telecronisti increduli facevano da sottofondo a quell'episodio che sarebbe dovuto essere preso da esempio per integrare il Var in una così importante competizione.

«C'ha la crusca nel cervello! Questo qui e lo stesso che ha espulso Cuadrado a Cardiff! Le facce di merda me le ricordo bene.»

Marco furioso si alzò dal divano per bere un sorso di birra che prese dal frigorifero.
Nel frattempo sulla televisione veniva trasmessa l'uscita dal campo del campione portoghese e l'inizio della partita dal 30esimo minuto con una Juve in 10.

«Se ci va bene pareggiamo stasera, porca puttana.» Ringhiò Luca sistemandosi meglio sul divano.

Arya come di consueto guardava le partite seduta a terra, con la schiena poggiata si piedi del divano e sotto di lei un cuscino imbottito al massimo per evitare un forte dolore.
La sua felicità non era del tutto svanita, comunque Federico era partito titolare in una partita importante come la prima in Champions e non poteva essere che orgogliosa, quindi tutto passava in secondo piano e sperava, dentro di lei, che il suo amico avrebbe fatto del suo meglio per farsi vedere pronto e sveglio dall'allenatore.

«Almeno è uscito Sami, mi spiace dirlo, ma almeno  così Allegri si renderà conto che tenere Emre Can in panchina è uno scandalo.» Sussurrò Arya un po' a tenerselo per se.

«Esatto!» Esclamò Luca dandole ragione.

Gli occhi di Arya allora saettarono sullo schermo e fece un veloce resoconto dei giocatori rimasti in campo, un 4-4-1 le si formò davanti, Mandzukic unica punta e Federico indietro.

Il restante quarto d'ora neanche fu percepito, la Juve ripartì un momento destabilizzata, cosa da non colpevolizzare, occasione per Batshuayi ma Szczesny da vero numero uno non fa passare la palla se non nelle sue mani.

«Che cazzo si è mangiato!» Nala, la più silenziosa fino a quel momento non si era riuscita a trattenere alla traversa di Cancelo.

Arya invece viveva le partite in silenzio, al contrario dei suoi amici, non commentava se non a fine primo tempo e a fine partita, l'unico eccesso che si permetteva era quello di esultare in modo sfegatato ma per il resto semmai si fosse vista una partita da sola si sarebbero sentite solo le voci dei due telecronisti.

«Gesù esiste! Grazie Maria per averlo fatto!» Il fratello era il suo totale contrario, deducibile facilmente dalla reazione colorita al rigore assegnato alla Juventus.

Era bastata una ribattuta scomposta di Parejo per far accorgere al direttore di gara Brych che la Juventus era effettivamente in campo.
Arya si coprì gli occhi con le mani, proprio come il passato numero uno non guardava mai i rigori.

Pjanic sul dischetto, fischio ed esultanza scomposta di tutti e quattro che si alzarono in piedi abbracciandosi.

«Oddio, grazie Miralem!» Sospirò Luca buttandosi sul divano al fischio dell'arbitro.

Starlight - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora