Capitolo 13.

4.9K 191 158
                                    

NdA: Non mi svenite, vi voglio bene.


«Riesci ad usare le bacchette o è più probabile che ti laurei domani in ingegneria aerospaziale?»

Arya stava prendendo in giro Federico che, nel tragitto da casa al ristorante, aveva fatto il campione vantandosi delle sue capacità di mangiare gli uramaki grazie al suo uso perfetto delle bacchette.
Risultato?
Arya aveva quasi finito il suo piatto e Federico ancora aveva consumato uno solo dei suoi uramaki.

«Se non la finisci di sfottermi ti lascio a piedi.» Borbottò lui con le guance rosse per il nervosismo, stretto nella t-shirt, perché tanto non soffriva il freddo, Federico non aveva fatto passare inosservato il suo fisico statuario neanche dopo la foto postata qualche ora prima.

La galleria di Arya ne custodiva dieci, uno screen che la stessa aveva fatto e le altre nove immagini erano da parte di Nala e Marco.

«Mi adori così tanto che, pur facendolo, ti sentiresti così in colpa da tornare indietro a prendermi.» Alzò le spalle Arya tanto o troppo consapevole.

Si guardò intorno ancora, non potendo evitare di ringraziare il fatto di essere in un angolo appartato dato che il locale era pieno.
Lei e Federico occupavano uno dei divanetti ad 'L', Arya occupava la parte città mentre Federico sedeva nella parte più allungata, comunque avevano preferito sedersi verso l'angolo in modo da poter parlare senza dover per forza alzare tanto la voce.

«Vero.» Lo sbuffò Federico posando le bacchette, si era rassegnato a dover chiedere una forchetta sotto lo sguardo ridente di Arya, che aveva nel frattempo preso con maestria, da piatto di Federico, uno dei suoi uramaki che stretto fra le bacchette aveva allungato verso la bocca del toscano.

«L'aeroplanino!» Esclamò Arya trattenendosi dallo scoppiare a ridere.

Federico sorrise di sbieco, addentò il sushi dalle bacchette di Arya e finalmente iniziò a riempirsi la pancia.

«Vieni qua.» Arya gli fece segno di avvicinarsi, prese le bacchette di Federico e afferrò le sue mani.

«Una fra il pollice e l'indice...l'altra invece devi tenerla con l'indice e il medio.»

Federico non aveva ascoltato una parola della spiegazione pratica di Arya, piuttosto aveva preferito perdersi ad osservare, attraverso le ciglia, gli occhi della ragazza e a sentire le sue mani che gli muovevano le dita.

«Hai capito?» Fu ancora lei a parlare notando lo sguardo non del tutto concentrato di Federico.

«Chiedo una forchetta.» Si alzò dal suo posto allontanandosi dal tavolo e scuotendo la testa.

Perché si era deconcentrato in quel modo?
Non capiva perché ad un certo punto aveva sentito solamente una piccola scossa attraversargli la schiena.

Tornò subito dopo riattraversando il locale cercando di tenere la testa il più abbassato possibile e le braccia conserte, maledetti tatuaggi che lo rendevano riconoscibile ovunque.
Con un sorrisetto strafottente tornò a sedersi accanto ad Arya che lo guardava con espressione fintamente sconsolata.

«Io non vorrei dire ma stasera siamo venuti qui per la mia bellissima e grandiosa prestazione ma da parte di una certa Arya Zanelli non ho sentito nessun elogio o complimento.»

«Sei un falso Federico! Ma se non abbiamo fatto altro che parlare di te per tutto il tragitto in macchina fino alla tua difficoltà immane con le bacchette?» Arya gli puntò un dito contro e Federico lo prese fra le sue dita tirandola verso di lui.

«Allora ripetilo semplice.» Sorrise dispettoso facendole sollevare gli occhi al cielo, Arya non voleva di certo allontanarsi dalla vicinanza con Federico così si avvicinò il piatto e prese a mangiare con il braccio appiccicato al busto del calciatore.

Starlight - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora