Capitolo 15.

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La risata di Arya arrivò alle orecchie di Federico che esplose in uno sbuffo divertito.

«Sentirti parlare in inglese è sempre esilarante è inutile che fai così.» Si trattenne la pancia scossa dalle risa, Federico univa l'accento toscano a quello inglese e ne usciva spesso e volentieri un mix più che divertente per Arya.

«Ti esalti per poco.» Le fece una linguaccia con un bambino e ciò non fece altro che aumentare la risata della ragazza che continuò a mangiare il suo cono gelato che gentilmente Federico le aveva portato dal congelatore di casa sua.

Arya non aveva stagione per mangiare il gelato, anche con innumerevoli gradi sotto zero avrebbe dato la qualsiasi per un po' di gelato.

«Sei noioso Bernardeschi, la vuoi sapere una cosa?» Sorrise malefica fra se e se, se lei si esaltava per poco Federico si sarebbe arrabbiato per poco.

«Dimmi.» Il calciatore non la guardò neanche, impegnato a captare i sottotitoli che aveva inserito ad un episodio di Peaky Blinders.

«Hai mai visto un unicorno arrabbiato?» Domandò lei con tono innocente avanzando col busto in modo lento così che il ragazzo non l'avrebbe potuta notare più di tanto.

«No, che domanda è?» Federico aggrottò le sopracciglia mentre Arya era grata per trovarsi sul suo divano, altrimenti avrebbe sporcato un divano che non era il suo, anche se l'avrebbe fatto volentieri se ciò avesse significato buttare l'orrendo divano marrone che il ragazzo teneva a casa sua.

«ARYA!»

Si sentì solamente l'esclamazione di Federico perché Arya, dopo avergli spiaccicato il cono sulla fronte -come un unicorno-, era scappata correndo nella sua camera.

«Arya!

La chiamò ancora staccandosi il gelato freddo che finì inevitabilmente anche sui suoi capelli, per fortuna corti abbastanza da poter riparare il danno in poco tempo, evitò di far finire il gelato per terra e corse in cucina a buttare tutto, si pulì con un fazzoletto la fronte e lo gettò nella spazzatura per poi camminare alla ricerca di Arya.

«Dai Fede, volevo solo scherzare.» Disse lei fra le risa provenienti dalla porta della sua stanza da letto.

«E vieni qui che scherziamo ancora Arya Zanelli.»

Federico arrivò alla porta trovandola aperta, si girò intorno e poi vi entrò.

«Bu!» L'esclamazione della ragazza, proveniente dalla zona fra il muro e la porta, lo fece sobbalzare, l'aveva fregato -due volte-.

«Quanto sei scema?» Le ridacchiò in faccia scuotendo la testa.

«Eri troppo serio, volevo solamente attirare la tua attenzione e poi mi avevi dato della scema.»

Arya assottigliò gli occhi in modo scherzoso, sovrastata dall'altezza di Federico e intrappolata con le spalle al muro.

«Non ti ho dato della scema.» Puntualizzò lui avendo anche ragione, ma sapeva che sarebbe servito a poco dato che la vendetta di Arya aveva già preso forma e residenza sui suoi pochi capelli.

«Hai del gelato sulla testa, dai che ti pulisco, brontolone.» La ragazza roteò gli occhi al cielo e lo prese per mano per condurlo nel bagno.

«Cambi discorso perché ho ragione? Lo puoi dire ogni tanto.»

Borbottò Federico poggiandosi al lavabo mentre Arya faceva scorrere l'acqua, si bagnò un po' le mani e sciacquò i residui di gelato ridacchiando fra se e se, aveva visto la scena in un video su Instagram, pensava che riproporla a Federico avrebbe portato i suoi frutti e così fu.
Tamponò poi con un'asciugamano e attivò l'asciugacapelli puntando l'aria calda sulla fronte del ragazzo.

«Sei un cretino.» Disse lei per poi guardare l'espressione scioccata di Federico.

«Poi sarei io quello che insulta, quindi posso dirti che hai una crisi fra l'essere una 24enne e l'essere una bimba?» Domandò scherzosamente a braccia conserte.

«Ho finito.» Rispose Arya semplicemente riponendo l'asciugacapelli nel suo posto, si dedicò ancora ai capelli corti di lui sistemandone le punte e poi lo osservò in silenzio.

Gli occhi di Federico le erano sempre piaciuti, il colore verde chiaro le trasmetteva sincerità ed aveva imparato a leggerne quasi tutte le sfaccettature, ma la cosa alla quale non aveva prestato mai tanta attenzione era il neo, sopra il labbro superiore, verso sinistra un po' più in alto, in quel momento quel piccolo dettaglio alla teneva incatenata, incapace di muoversi con la stessa sensazione che aveva nascosto ma che si era fatta largo in lei durante quell'ultima cena al Legami.

Per Federico non era la prima volta che si perdeva nei dettagli del viso di Arya, sapeva alla perfezione ogni piccolo puntino, colpevole il fatto di guardarla riposare durante i loro pomeriggi o le loro serate sul divano.

«Ma vi siete baciati?» La voce di Matteo lo fece distrarre dai suoi pensieri.

Federico lo aveva chiamato non appena aveva messo piede in casa sua, confuso da ciò che aveva sentito guardando Arya negli occhi e cosa aveva provato ad aver avuto le sue labbra a pochi centimetri di distanza con l'unico desiderio di volerle attaccate alle sue.

«No...» Si passò una mano sulla fronte sospirando pesantemente, aveva sempre pensato che Arya fosse una bella ragazza ma poche volte l'aveva desiderata, e la sua paura era appunto che le poche volte si trasformassero in quotidianità.

«Ma?» Matteo, il suo amico di sempre, lo incalzò con quella domanda, anche se Federico avrebbe dovuto aspettarselo.

«Avrei voluto farlo, lo sai meglio di me, sono pur sempre un uomo con una bellezza del genere a poca distanza.»

«Non mi prendi per il culo Chicco, ti ricordi sulla Route che testa enorme mi hai fatto? No perché potrei ricattarti ora che ci penso.»

Immediatamente Federico volò con la mente all'estate trascorsa in America, su quella strada con il vento a scompigliargli i capelli e a sollevargli l'immancabile cappello, le camice bianche e i pantaloncini, la sua musica preferita di sottofondo a quesì paesaggi così rossi e così stupefacenti.

«Il punto è che Arya è così...così profonda, non parlo di pensiero o di come parla, io so che sto camminando solamente sulla sua superficie, so che so ciò che lei vuole che io sappia, eppure non mi sono stancato di starle vicino nonostante...questo.»

Non che Federico avesse fatto conoscere tutto di se, solo che sapeva e percepiva che ciò che Arya aveva nascosto era molto più profondo di ciò che lui teneva per se.

«Ma questo è anche il motivo per il quale non l'hai baciata, perché tu non ti saresti frenato se fosse stata un'altra, lo so.» Matteo aveva fatto centro, conosceva perfettamente Federico, tanto da poter sapere ciò che stesse facendo in ogni momento della giornata.

«Si.» Federico annuì anche se il suo amico non poteva vederlo.

«Ma sta uscendo con uno o ricordo male?» Ecco che ci pensava lui ad affondare il coltello nella piaga e a girarlo più e più volte.

«Già, e non mi piace per nulla.» Sospirò il calciatore quasi come a voler dimenticare quel particolare.

«Non ti piace che Arya esca con qualcuno o non ti piace lui?»

«Entrambe, ma forse più la prima.»




MYSPACE.

Sono tornata, senza indizi e vi voglio bene.

INSTAGRAM: sognavaleggendo.

È corto, ma niente di più andava aggiunto credetemi.

Per la prima volta vi faccio conoscere Federico, e credo abbiate percepito tante cose da questi suoi pensieri e dalle sue parole.

Non c'è niente eppure ci sta tanto ma talmente tanto che se vi soffermaste a leggere bene capireste tante cose.

Cosa avete letto? Cosa avete capito?

Vi lascio perché penso di avervi confuso un po', non vedo l'ora di leggervi.

xx
sognavaleggendo.

Starlight - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora