🌙여덟

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Capitolo 8🐷

Capitolo 8🐷

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°.○¤ I also praticed how to secretly cry while smiling, but I feel like my trembling voice will give it away quickly °.○¤

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Non sapevo da quando tempo mi trovassi seduto sullo scomodo sgabello del piano, con la punta delle dita poggiate delicatamente sui tasti senza produrre nessun suono.

Jimin se ne è andato verso le nove di sera, quando, dopo aver visto l'ora sul telefono, aveva spalancato gli occhi blaterando che sua madre aveva bisogno di lui e che sarebbe dovuto essere da lei già da un'ora.
Si era vestito in fretta, mi aveva dato un leggero bacio a stampo ed era corso fuori da casa mia, non dopo aver esclamato un "ti amo!".
Ormai sono abituato alle sue strane uscite di scena, ma di solito c'era Namjoon a casa, invece adesso sono da solo, e per quanto la casa sia piccola e il riscaldamento acceso, un brivido di freddo mi percorre la schiena mentre un sentimento di solitudine inizia a bruciarmi nello stomaco, obbligandomi ad alzarmi dallo sgabello e ad allontanarmi dal mio amato piano.

Mi siedo sul divano prendendomi la testa tra le mani mentre sento una lacrima scorrermi sulla guancia. Odio piangere, mi fa ricordare il Min Yoongi di quindici anni che soffriva di sociofobia e depressione, il Min Yoongi di sedici anni che per la prima volta aveva provato quel sentimento di libertà e quella sensazione di leggerezza dopo che una piccola linea rossa gli era spuntata sul braccio, da lui stesso provocata dalla lama di un temperino; mi fa ricordare il Min Yoongi di diciassette anni che era finito in ospedale e poi in riabilitazione dopo che aveva tentato il suicidio, e i successivi tre anni di psicologo e di pillole anti depressione, ma sempre, sempre, al fianco di questo adolescente problematico c'era un altro ragazzo, sempre pronto a fargli da spalla per il pianto, sempre pronto a tirarlo su di morale con una pizza, sempre lì al suo fianco, a ricordargli quanto la sua presenza fosse importante per lui e a ricordargli che una vita senza un Min Yoongi che si lamentava per qualsiasi minima cosa non si poteva definire vita.

Quel ragazzino sempre al mio fianco, e che ora non c'è più.

Ormai le lacrime non sembrano aver intenzione a smettere di rigare le mie guance, forse potrei chiamare Nam e dirgli se può farsi un giretto, però forse è impegnato con Jin, in fin dei conti oggi è il loro primo giorno da conviventi, non mi va di rovinarlo, non con una mia crisi del cazzo.

Mi alzo dal divano mentre la rabbia mi contorce le viscere, mi dirigo in camera aprendo il primo cassetto del comodino alla destra del letto e muovo la mano alla fine del cassetto fino a quando le mie dita non toccano qualcosa di freddo, sorrido mentre guardo la piccola lametta tra le mie dita. Sono ormai quasi sei anni che non lo faccio più, ma la lametta l'ho sempre avuta con me, non l'ho mai buttata, è sempre lì per ricordarmi del mio periodo buio, e di come io abbia superato quei momenti, ma ora la rabbia mi offusca la mente, voglio solo riprovare quella sensazione di giusto e di leggerezza.

Sobbalzo al rumore della mia suoneria, sbuffo un'imprecazione mentre prendo il cellulare in mano, alla vista del nome del mio migliore amico mi mordo il labbro, tossisco un paio di volte prima di accettare la chiamata.

Between Us ||sope|| (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora