7. Agenda

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BETHANY POV'S
???: Chi è che sarebbe carino?
O no...quella voce...
Io: Ehm...No no no, nessuno...lascia stare
Toby: Ok...
Ben: Bene, io devo andare. Ciao!
Quel piccolo folletto me la paga per avermi lasciata da sola.

Mi metto una mano sulla fronte, non so per quale motivo, mi è venuto spontaneamente. E proprio in quel momento che sento il contatto.

Un mano fredda mi prende il braccio, mi trascina dentro la camera e mi fa sbattere con la schiena al muro.
Mi blocca per i polsi e mi guarda. Siamo a pochi centimetri di distanza e nessuno fiata fino a quando...
Toby: Ripeto. Chi sarebbe carino?
Lo volevo sfidare per vedere come reagiva.
Io: Ripeto. Nessuno.
Toby: Ahahah, zuccherino non mi sfidare.

Cazzo, quella risata anche se con toni di ironia è splendidamente perfetta.
Io: Che c'è, non posso provare simpatia per un ragazzo?
Eccolo là. Lo sapevo.
Toby: Senti Bethany. Non voglio ripetere la domanda. Non so qual è la tua risposta e non la voglio sapere. Ma sappi che se provi "questa simpatia" per questo ragazzo che pensi, ti dico solo di stare attenta.

Se ne va nel bagno in camera, mi lascia lì. Spiazzata. Io sto ragazzo non lo capisco. Che cazzo di problemi ha?

Sento dell'acqua scorrere. Toby si sta facendo la doccia. Mi siedo sul letto; sotto di me sento come se ci fosse una parte in più sotto il materasso. Alzo le lenzuola e vedo un rialzamento nel materasso. Lo sollevo e vedo che c'è un'agenda marrone.

Non so se prenderla o meno; ma la curiosità è più forte di me e decido di sfogliarla un po'. Questo quadernetto si presentava con la copertina marrone appunto, con un nome scritto forse con un pennarello di color oro: "Toby".

Apro l'agenda, ci sono tanti fogli che non fanno parte di essa. Disegni di occhi, di coltelli e di armi da fuoco. Sono bellissimi, non sono colorati, ma in bianco e in nero, con le giuste sfumature.

Dopo questi disegni di può iniziare a leggere la prima pagina:
27 novembre 2015
La scuola fa schifo. Nessuno mi vuole come compagno di banco.
Dicono che sono strano e che spavento tutti con i miei numerosi tic.
Non voglio più andare in questo istituto. Ma purtroppo mia madre mi obbliga.
Cazzo, la mia vita non ha senso. Voglio morire.

Quelle otto righe mi hanno creato un vuoto dentro. Poverino, tutti che lo prendevano in giro, lo capisco perfettamente.
Un'altra pagina, in cui diceva che aveva visto lo Slenderman; un'altra in cui diceva che aveva perso il controllo quando sua madre lo aveva rimproverato; un'altra dove ha....ha....ha...ucciso sua madre?! O mio Dio...il motivo era perché gli parlava continuamente di sua sorella e perché lo rimproverava dicendo di voler un figlio migliore di lui. Ma che madre...
Non ci posso credere...
Dopo questa pagina, non c'è scritto niente, forse perché era stato trovato dallo Slenderman.

Sfoglio l'agenda velocemente, non c'è scritto niente. Tranne nelle ultime pagine, possedute da parole scritte in modo disordinato: Sangue, Uccidere, Morti, Tutti Morti!!, Killer, Pazzoide, Arma, Urla, Terrore.

Proprio in quel momento, avrei voluto sparire nel mondo.
Toby era lì, davanti alla porta del bagno, che mi guardava.
La sua espressione era un misto tra rabbia e dolore.
Io: T-Toby...i-i-io...
Toby: Ed è così eh. Tu non sai farti i cazzi tuoi. Complimenti. Chi ti ha detto di poterla leggere?! Eh?! EH?!!!
Io: Toby ti prego scusami...è che io...
Non mi lascia continuare. Se ne va dalla stanza sbattendo la porta.

Mi alzo dal letto in modo tale fa fermarlo, ma appena Poggio la mano sulla maniglia sento sotto i ragazzi che chiamano il suo nome e poi un forte colpo, la porta che di ingresso che è stata sbattuta.

"Porca miseria ma io i cazzi miei non me li posso fare mai eh?! MAI?!?!?!?"
Ok, ok Bethany mantieni la calma, ora tu esci e raggiungi Toby. Mi sento pazza.

Esco dalla stanza, scendo di corsa giù e tutti quanti mi bloccano chiedendomi cosa fosse successo. Ma io dicendo un "ve lo spiego dopo" esco dalla casa.

Urlo il suo nome, con la speranza di una risposta ma niente.
Cammino, cammino e cammino ma di Toby non c'è traccia.
Ma non voglio arrendermi, devo continuare a cercare. Andando più avanti si può vedere da un cespuglio, un pezzo di lago dall'acqua cristallina.
Decido di andare a vedere quel meraviglioso spettacolo, ma proprio lì sulla collina di fronte al lago, con le gambe raccolte con le braccia, c'è il ragazzo che stavo cercando.

Cammino, con la speranza di non essere vista e di non essere mandata via.
Mi avvicino lentamente e fino a quando sono vicina a lui mi siedo accanto al ragazzo.
Non parliamo, guardiamo solo il meraviglioso spettacolo davanti a noi.
Non so se sta facendo apposta di non parlarmi oppure vuole che parli per prima io.

Mi prendo di coraggio
Io: Toby...
Nessuna risposta, lo richiamo
Io: Toby...
Ancora niente
Io: Ok visto che non vuoi parlarmi, spero che almeno mi ascolterai. Senti, lo so che ho sbagliato, non lo dovevo fare ok? Però io non voglio che siamo nemici. Io spero che accetterai le mie scuse. Non so cosa mi era preso in quel momento; è stato un attimo: sentivo un peso sotto il materasso, ho controllato e l'ho presa. Ho iniziato a sfogliarla e ho letto le pagine...

Niente non mi parla, non fiata
Io: Cazzo Toby! Anche se l'ho letta, il tuo segreto è al sicuro con me! E se non ti fidi di me, beh, mi dispiace ma me ne vado.

E appena mi alzo per andarmene, sento quelle parole che avrei sempre voluto sentire...

Amore Rosso Sangue || Ticci Toby ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora