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Taehyung e Jungkook avevano preso in affitto una piccola mansarda nel cuore di Parigi, una piccola finestrella dava sulla strada illuminata da qualche lampione e, in lontananza, la sagoma luccicante della Tour Eiffel che dominava tutta la città dormiente. All'inizio ci erano voluti un po' di mesi per abituarsi ad una vita completamente diversa da quella che i due ragazzi avevano sempre condotto: una città nuova, una lingua diversa, delle abitudini completamente differenti dalle proprie... Insomma l'ultimo anno per la coppia era stato piuttosto travagliato e pieno di sorprese inaspettate.

Jungkook aveva lasciato l'università, sebbene gli mancassero pochi esami da completare: aveva deciso che, una volta approdato in Francia, si sarebbe lasciato ispirare dall'ambiente parigino e avrebbe cominciato a fotografare per professione. Niente più sogni da ragazzino, niente più immaginari dolci e desideri impossibili: la vita reale chiamava, e lui aveva dovuto adattarsi con ogni mezzo che aveva a sua disposizione.
Taehyung... Lui invece aveva quasi del tutto accantonato l'idea di fare il modello, una visita al museo del Louvre gli aveva stravolto completamente la vita: un giorno d'estate, afoso, Taehyung realizzò, nell'ammirare "La morte della Vergine" di Caravaggio, che l'unico strumento in grado di immortalare la bellezza e renderla eterna, era l'arte. Si era messo a dipingere così, dal nulla, da un giorno all'altro. Realizzava i quadri più disparati, non aveva ancora trovato il suo stile, era in continua metamorfosi, solo una cosa non cambiava mai: il suo modello. Sin dal primo istante in cui aveva impugnato il pennello, Taehyung sapeva di dover dipingere Jungkook.

I due passavano giorni interi chiusi nei loro laboratori, con Jungkook che posava per Tae, e quest'ultimo che lo dipingeva, lo ritraeva in tutta la sua bellezza disarmante, da qualsiasi angolazione, in qualsiasi posa, nudo o svestito. Jungkook per lui, era la definizione di bello.
A volte finivano per guardarsi troppo a lungo, troppo spesso, o con occhi decisamente poco professionali, e finivano per fare l'amore per tutta la notte in quel piccolo attico, diventato a tutti gli effetti il loro covo d'amore.

Era notte inoltrata, passata circa un'ora dalla mezzanotte, tuttavia c'era ancora un via vai continuo di macchine, scooter e qualche passante solitario. Parigi era una grande città, e come tale non dormiva mai.
Così come la giovane coppia, i due ragazzi, il maggiore col corpo ricoperto di tatuaggi e il corvino, stavano intrecciando le loro lingue con passione. Parigi era, sì, un bel posto in cui vivere, ma era soprattutto la città dell'amore: tutto nell'aria suggeriva passione, spingeva la gente ad amarsi e a volersi.
Jungkook e Taehyung non erano mai stati così uniti.

«Ahhh, va più veloce ti prego» si lamentó il corvino, arpionando le sue unghia alla spalla nuda di Taehyung, che nel giro di un anno era cambiato radicalmente. Ora il suo corpo era più massiccio, le sue spalle più larghe e la mascella decisamente più affilata: aveva i tratti di un vero e proprio uomo, mente Jungkook conservava ancora qualche lineamento da ragazzino.
Taehyung spinse con i fianchi più velocemente dentro l'apertura di Jungkook, ancora stretta e lubrificata. Appoggiò le mani sui suoi fianchi, traendolo più a sé e facendo scontrare i loro bacini più volte, creando dei rumori bagnati e ritmati. Il corvino gemette senza vergogna a voce alta, permettendosi anche di fare degli ansiti sporchi per far godere di più il suo partner: l'erezione di Tae era grossa dentro il minore, tanto da fargli strizzare gli occhi per il leggero dolore. Ma a lui non importava.

«D-Di più Tae... Ah.... Di più.... » soffocó fra i gemiti, sentendosi morire dentro per il troppo piacere provato. Ogni volta con il moro era così, un vortice di emozioni letali, che alla fine lo lasciavano senza alcuna forza. Il maggiore accontentó il suo bravo babyboy andando più a fondo, riuscendo a colpire la prostata, lasciando che il corvino si liberasse in un urlo possente e incontrollato: fortunatamente all'ultimo piano nessuno li avrebbe disturbati.
Taehyung respiró roco accanto all'orecchio del minore, andando a morderlo subito dopo sapendo l'effetto che aveva su Jungkook.

I loro respiri si affannavano insieme, le loro lingue si rincorrevano fra loro e i loro semi si mischiavano l'uno all'altro, creando un'unione perfetta.
Un'unione che neanche Jongin avrebbe potuto distruggere.

Fine.

E wow siamo alla fine anche di questa! Che dire... Spero che non mi diciate che sono stronza perché cazzo questa credo sia finita in bellezza no? Lol
A parte gli scherzi, a giorni pubblicherò il sequel Yoonmin, dove ho deciso di mettere giusto qualche punta di questa coppia VKook.
Vi amo e fatemi sapere che ne pensate!

Daddy's babyboy | Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora