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Attenzione! Questo capitolo contiene spoiler del capitolo 26 di Confessor! Se non lo avete ancora letto, allora vi consiglio di farlo prima di procedere nella lettura di questo!

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I tre ragazzi percorsero lo stesso corridoio che aveva solcato Namjoon qualche ora prima, con le armi alzate e le mani sul grilletto, pronti a far fuoco in qualsiasi momento.
Yoongi, ormai esperto, aveva portato con sé anche un lacrimogeno, in caso si fossero trovati circondati da quei bastardi. Eppure era tutto stranamente calmo e piatto. Era tutto così stranamente tranquillo.

Le goccioline di acqua condensata scendevano a ritmo sconnesso dal soffitto marcio, creando una melodia bagnata. I passi dei tre ragazzi riecheggiavano nel buio, in quel corridoio angusto e maleodorante.
Jungkook camminava protetto da Yoongi e Taehyung, che avevano insistito perché lui stesse nel mezzo, in caso di attacco alle spalle a cui non avrebbe saputo ovviamente reagire.
Il corvino tremava sia per il freddo che per la paura di essere scoperto, assieme a loro, percepiva la sua presa sul grilletto flebile e insicura. Si diceva che non sarebbe stato in grado di sparare, codardo com'era.

Arrivarono davanti ad una porta chiusa, arrugginita e sporca, la stessa che Namjoon aveva osato aprire tempo prima. Yoongi, a capo di quella fila indiana, si voltó verso i due ragazzi dietro di sé, prima di sussurrare «Appena apriró la porta, siate pronti a sparare. Scommetto la pelle che questi stronzi sono già pronti a farci fuori.»
La voce roca del menta arrivó forte e chiara agli altri due, Taehyung guardò con un piccolo sorriso di incoraggiamento il suo ragazzo, annuendo piano con la testa. Sperava in qualche modo di infondergli coraggio, nonostante fosse lui stesso a tremare per il terrore. Il terrore di morire e perdere tutto da un momento all'altro, la paura di vedere morire la persona che amava davanti ai suoi stessi occhi.

Scosse la testa nel tentativo di scacciare quei pensieri e prese un forte respiro, quando Yoongi ruppe letteralmente la porta con un possente calcio, alzando un secondo dopo il fucile verso l'interno della stanza.

Tuttavia quello spettacolo che si ritrovarono davanti agli occhi fu dieci volte più terribile di quello che si aspettavano.

In una pozza di sangue, per terra, inginocchiati l'uno sulla spalla dell'altro, vi erano i corpi freddi e senza vita di Namjoon e Jin. A zozzare la pelle nivea del biondo, proprio al centro della sua schiena, un grosso foro —creato sicuramente da un proiettile— grondante di sangue scarlatto. Davanti a lui, con gli occhi ancora spalancati, Namjoon cadeva ricurvo, con i polsi legati a delle catene pesanti, nel petto conficcato un proiettile.
Yoongi si ritrovò a far cadere accidentalmente il suo fucile, incapace ormai di reggere un tale peso. Le sue braccia tremarono, così come il suo labbro inferiore. Gli occhi vacillarono, nel vedere il suo Namjoon, quel bambino che aveva accolto in casa sua e visto crescere, lì, morto.
Con passo incerto, tremolante, si avvicinó alla coppia eterna anche nella morte, accasciandosi davanti a loro. Il menta non era un tipo che si lasciava trasportare facilmente dalle emozioni, tendeva sempre a nasconderle e a sopprimerle il più possibile. Eppure quella volta non ce la fece: proprio non riuscì a trattenersi. Il suo corpo venne scosso presto dai singhiozzi, nel vedere il suo unico amico, il suo confidente, il suo piccolo fratello adottivo senza vita per terra, legato come una bestia feroce ad una parete. Per la prima volta nella sua vita, Min Yoongi stava piangendo.

Ancora sull'uscio della porta, invece, Jungkook e Taehyung erano letteralmente pietrificati. Il cuore del corvino si fermó per un attimo nel realizzare che il suo migliore amico avesse ormai lasciato il loro mondo e giacesse proprio li, davanti ai suoi occhi. Ma la cosa che fece più male, che gli fece ritorcere le budella, era sicuramente il constatare come fosse conciato il povero Jin: graffi, lividi di ogni tipo e sangue sporcavano il suo corpo, che mai aveva fatto nulla di male nella sua vita. Jungkook tremó ancora, affondando poi il viso nel petto di Taehyung, altrettanto senza parole.

«È tutta colpa mia... Non ho saputo proteggerlo» pianse il corvino «Siamo arrivati troppo tardi... Sono un coglione.» continuó, battendo i pugni sui pettorali del castano. Ora i suoi singhiozzi alti si erano mischiati a quelli di Yoongi, che era ancora accasciato per terra, ma che adesso aveva alzato una mano per chiudere le palpebre dei due innamorati, sperando di arrecare loro un qualche sollievo.
Quel giorno, Yoongi si promise che avrebbe fatto di tutto, davvero di tutto pur di arrivare a Jongin. Avrebbe anche giurato di mettere in pericolo la sua stessa vita pur di mettere fine alla sua merdosa esistenza. La morte di Namjoon non sarebbe rimasta senza una giustificazione.
E neanche quella di Jin; perche Jungkook si ritrovó a giurare di sposare la causa di Yoongi e di Taehyung, per rendere giustizia al suo migliore amico.

Daddy's babyboy | Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora