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Taehyung percepí una sensazione di vuoto, nelle sue viscere. Le parole di Yoongi lo avevano colpito dritto in mezzo al petto, ma il dolore non era minimamente paragonabile a quello che aveva avvertito quando era stato colpito da quel maledetto proiettile: era vero che, a volte, la lingua feriva più che la spada. Respirò piano, senza fretta, cercando di metabolizzare quello che aveva appena sentito fuoriuscire dalla bocca dell'amico: non riusciva a mandare giù quella verità, la bile in fondo al suo stomaco rigettava qualsiasi pensiero, qualsiasi convinzione che avesse a che fare con quello.

Non poteva crederci. Previsionare la sua vita, da quel giorno in poi, sarebbe stato come immaginare l'inferno; insomma, ve lo immaginate? Kim Taehyung, proprio lui, costretto su una sedia a rotelle? E il lavoro? Non avrebbe potuto più aspirare a fare il modello, perchè nessuno vuole uno storpio. Non avrebbe più potuto lanciarsi nel mondo della moda, prendere le misure, fare cartamodelli sarebbe stato impensabile per uno come lui. Cosa avrebbero detto gli altri? Forse, a parte i suoi amici fidati, tutte le altre persone che lo avevano sempre invidiato e disprezzato, avrebbero colto il momento per avere la propria vendetta su di lui. E Jungkook? 

''Lui mi odierà più di tutti. Mi disprezzerà per essere sparito senza preavviso e per essere tornato con due gambe in meno. Sono sicuro che non mi vorrà più: alla fine, chi vuole amare uno costretto su una sedia a rotelle? Nessuno vuole prendersi questa responsabilità, nessuno ha voglia di addossarsi questo fardello. Forse è anche meglio che sparisca dalla sua vita, ne soffrirebbe solamente a stare con uno come me.''

«Yoongi. Come è successo? Voglio dire... mi hanno sparato solo ad una gamba.» esalò con voce tremante Taehyung, svegliatosi da quello stato di tranche momentanea. Scostò con una mano il lenzuolo bianco e candido del letto ospedaliero, notando come le sue gambe fossero interamente ricoperte da garze, che si facevano un po' più fitte in alcuni punti. Alzò poi lo sguardo verso il suo amico, che cominciò a parlare dopo essersi asciugato con la manica della giacca delle lacrime che gli avevano rigato il volto. In un'altra situazione, Taehyung avrebbe probabilmente preso in giro fino alla morte il menta, che mai aveva visto piangere prima di allora. Ma adesso voleva solo sapere che cosa gli fosse accaduto. 

«Ti hanno sparato ad una gamba, ricordi bene. Ti ho soccorso mentre Namjoon se la vedeva con due tipi, e dopo aver parlato un po' per capire se fossi ancora cosciente, sei svenuto d'improvviso. Allora ti ho nascosto sotto il tavolo e sono corso ad aiutare Joon, che era circondato. Siamo riusciti a prendere un ostaggio, gli ho sparato ad un braccio e lo abbiamo immobilizzato. Ma... »  fece un grande sospiro, riempiendo di quanta più aria possibile i suoi polmoni «C'era un altro bastardo nascosto. Ti stavo sollevando per portarti in ospedale, quando di colpo ha sparato e... ti ha colpito alle s-spalle. Tae, è tutta colpa mia... Non avrei dovuto prendere la situazione così alla leggera io-io... è colpa mia. Non ho controllato che la via fosse libera e- ti ha sparato. » concluse inginocchiandosi sul grembo di Taehyung, ricominciando nuovamente a piangere. 

Yoongi si sentiva terribilmente responsabile dell'accaduto, si era addossato tutta la colpa e ormai non lasciava quella camera di ospedale da giorni, mangiato vivo dalla preoccupazione che il suo migliore amico potesse anche non risvegliarsi più. Vederlo così, per il minore, fu un colpo basso: d'istinto, con la mano prese ad accarezzargli i capelli, nella speranza di calmarlo «Yoongi, è tutto okay... Non darti la colpa, non potevi saperlo.» 

I singhiozzi strozzati facevano eco per la camera, accompagnati dal leggero fruscio del vento fuori dalla finestra «Andrà tutto bene... Me la caverò.» deglutì infine il moro, non sapendo neanche lui stesso se credere alle sue parole. 

Daddy's babyboy | Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora