Capitolo 39 ➳ "Farfalla Bianca"

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[Ascoltare Farfalla Bianca - Ultimo]

NARRATORE ESTERNO

Mi piacerebbe mentirvi, ma io sono il narratore e devo soltanto raccontarvi la verità. La triste realtà. Soltanto la verità.

Quel giorno, Lauren si ritrovò su un letto, in una camera sconosciuta, con il cuore accelerato e il fiato corto.

"Camila!" fu la prima cosa che disse quando si svegliò e si mise in piedi.

Aveva le mani fredde, il cuore che batteva forte e una paura tremenda percorrere il suo corpo.

Improvvisamente si ricordò dello sparo che aveva ricevuto prima di svenire. Perché era ancora viva nonostante lo sparo? Perché non provava dolori?. Quello che credeva di aver passato doveva essere soltanto un sogno, ne era sicura.

Un sorriso ricoprì il suo volto, e scoppiò a piangere per la felicità.

Lei era viva. Stava bene. Allora Camila pure. Era tutto un sogno.

Nemmeno due secondi dopo, Normani entrò in camera, notando le esultazioni di Lauren.

"Lauren?" i suoi occhi erano rossi per il pianto.

"Normani?" rimase interdetta della sua presenza. "Dove sono? Che ci fai qui?"

"In una casa abbandonata" rispose.

"Cosa? Cosa stai dicendo?" Lauren non capiva.

"Sei svenuta dopo..."

"Lo sparo? Era un sogno, no? Normani, dimmi che era un sogno"

"Non ti hanno sparato, Lauren. Hanno sparato a... Camila" quel nome uscì come un sussurro. "E tu sei svenuta dopo... dopo che hai realizzato della... sua morte. Io mi sono liberata. Ho dei... contatti. E beh, loro si sono resi conto della situazione e ci hanno aiutate a scappare. Siamo entrate nella con loro nella loro auto, e siamo riuscite ad andare via" spiegò.

"È... è morta?" sussurrò Lauren, sentendo le gambe crollare. Non aveva sentito nient'altro se non la morte di Camila. "È morta?" le lacrime scesero senza sosta sul suo viso e crollò a terra. "Non è possibile... Normani. Non è possibile..."

Potrei parlarvi di come pianse dopo Lauren, e di come rispose Normani alle sue lacrime, ma è davvero inutile, perché la vera tempesta era quella che si era formata dentro Lauren. Il vero dolore, non era quello che disse, non era quello che sfogava con le lacrime.

Lauren non ci credeva. Non poteva credere che Camila l'avesse lasciata in quel modo così ingiusto. Non riusciva ad accettarlo. Perché il mondo era così ingiusto? Non poteva accettare quella crudeltà. Voleva che quella storia fosse solo un sogno, un illusione, o, addirittura una menzogna.

Ma quella, non era un illusione, o un sogno, o una menzogna. Quella era una storia tragica, non una storia d'amore.

Quella storia era semplicemente basata sulla crudeltà degli omofobi e delle persone che avevano ideato i concentramenti. Ma Lauren lo aveva dimenticato, come voi, cari lettori, avete scordato. Perché l'amore rende ciechi chi legge e chi lo prova.

Credavate davvero che questa fosse una storia d'amore? Lo capisco. Ci avrei pensato anch'io. L'amore vi allontana da tema principale.

Questa è soltanto la storia di due anime destinate alla crudeltà della vita. È soltanto una storia mostrata in tutte le sue verità. Verità che nessuno accetta.

Cari lettori, questa non è una storia d'amore.

L'amore vi allontana solo dal tema principale, e vi lacera. L'amore non vince. Non sempre l'amore sconfigge l'odio. E Lauren, come voi e come Camila, aveva dimenticato il tema principale della storia.

Quella non era una fiaba, dove tutto finisce con un E vissero felici e contenti. Quella, non era una semplice storia d'amore. Era una semplice, crudele, e vera, realtà.

Quella, era semplicemente, la storia di chi aveva vissuto in un campo di concentramento e aveva provato ad aggrapparsi all'amore. Quella era una tragedia.

Cari lettori, mi dispiace finire così la storia, con questa cruda realtà ma quando si parla di morte non c'è mai un modo giusto per terminare la storia.

Homophobia ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora