Parte 8

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Chiamai Niccoló ma a rispondermi non fu lui ma una voce femminile.
"Mi spiace ma ora non può rispondere, ti farò richiamare io più tardi" Le uniche parole che pronunciò prima di staccarmi il telefono in faccia.
Passarono le ore e di lui non si ebbero notizie.
"Dobbiamo cavarcela da sole vero?" Mi chiese Bianca ancora sconvolta.
"L'abbiamo sempre fatto"
Mi distesi sul divano e pensai a come risolvere il problema, se non ci avesse aiutate Niccolò avrei potuto chiedere ad uno dei suoi amici.
Presi la borsa e mi recai verso il parcheggio dove mi aveva portata lui la prima volta, e per fortuna, ci trovai tutta la comitiva, tutti tranne lui.
"Che ci fai tu qui? Niccoló non c'è" Esclamò Francesco appena mi vide.
"Non me ne frega un cazzo di lui, ho bisogno di te" Lo presi in disparte. "Quello che ti sto per chiedere deve rimanere una cosa fra noi" Ero agitata e nemmeno io sapevo darmi una spiegazione.
"Si, sì, stai tranquilla" Cercò di rassicurarmi, non ero sicura che avrebbe mantenuto la parola ma avevo assolutamente bisogno del suo aiuto.
"Ho bisogno di sapere qual'è la miglior clinica o il miglior medico per chiedere consiglio riguardante l'aborto"
Mi guardò sconvolto per la proposta che gli avevo appena fatto, quando finalmente riuscì a reagire mi diede le indicazioni per recarmi in una clinica dove lui era già stato.
Lo ringrazia e corsi a casa per prendere Bianca e portarla in quel posto dove le avrebbero cambiato la vita.
Eravamo in coda davanti alla porta del medico che le avrebbe fissato l'appuntamento, dopo più di mezz'ora , finalmente arrivó il suo turno.
"Ti lascerò entrare da sola, non voglio influire sulla tua scelta, fai ciò che ti senti, so che farai la cosa più giusta per te" Le stampai un bacio sulla guancia e la guardai sparire all'interno della stanza.
Mi guardai intorno, ero circondata da donne che, come me, stavano aspettando, c'era chi si mangiava le unghie, chi cercava di trattenere le lacrime ma con scarso risultato, chi non riusciva a stare ferma quindi si alzava e si sedeva in continuazione, l'unica cosa che le accumunava era che ogniuna di loro aveva alle poprie spalle una storia, una storia forse mai raccontata.
Non mi erano mai piaciuti quei posti, le pareti bianche mi mettevano angoscia, mi facavano salire la nausea e i medici che continuavano a fare avanti e indietro aumentavano il mio nervosismo.
Mi alzai dalla sedia su cui ero seduta e mi recai verso l'uscita, avevo bisogno di aria.
"Che cos'è successo?" Mi ritrovai davanti Niccolò col fiatone.
Francesco, come avevo immaginato, non era riuscito a stare zitto.
"Cosa cazzo te ne frega?"
"Senti Chantal, odio questi posti, sono venuto qui solo perchè ho saputo che ti ci eri recata e volevo capire il motivo, non di certo per farmi rispondere di merda" Alzò il volume della voce.
"Francesco non doveva dirti nulla, gli avevo chiesto di tenere la bocca chiusa"
"Pensavi davvero che non me lo avrebbe detto?"
"Lo speravo" Non avrei dovuto dirlo ad alta voce.
"Perchè lo speravi?" Mi chiese.
"Nulla, comunque avresti potuto almeno scrivermi un messaggio anche solo per chiedermi il perchè ti avessi chiamato"
"Mi hai chiamato?" Era sosrpreso, probabilmente non era stato veramente avvisato della mia chiamata.
"Ne parliamo dopo, devo entrare, Bianca mi starà aspettando"
Mi seguì all'interno della Clinica e insieme raggiungemmo Bianca.

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