Parte 24

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"Chantal prima che tu esca devo dirti una cosa" Avevo una mano sulla maniglia della porta pronta ad uscire.
"Dimmi"
"Fra cinque giorni partirò per un tour e tornerò fra un mesetto"
"Perfetto" L'ironia del mio tono era troppo accentuata.
"Che cazzo vuoldire perfetto?"
"Quando avevi intenzione di dirmelo?  Il giorno stesso? Mi avresti chiamata dicendomi che te ne saresti andato?"
"Chantal puoi evitare di incazzarti? Potresti venire con me"
"Dovrei ridere? Cazzo Niccolò, non posso,lo sai meglio di me che devo lavorare per mantenermi, e ora proprio per questo me ne devo andare, ciao" Sbattei la porta.
Ero incazzata sì, ma con me stessa perchè talmente abituata a stare insieme a lui che all'idea di non doverlo vedere per un periodo così lungo iniziavo a star male.
Un male che mi perseguitò per tutto il giorno, il lavoro andò uno schifo e al mio ritorno a casa trovai Bianca stravaccata sul divano con Francesco.
"Bianca questa non è casa tua lo sai?"
"Stiamo soltando guardando la tv"
"Vedi di finirla"
Andai in camera e iniziai a togliere le lenzuola lanciandole in corridoio, aprii l'armadio e sparsi in giro tutti i vestiti.
"Chantal cosa cazzo stai facendo?"
Non la guardai nemmeno, cercò di fermarmi senza alcun risultato.
"Puoi calmarti e dirmi che hai?"
Non ricevette risposta.
"Chantal solo una persona può calmarti in questo momento"
"Non provare a chiamarlo"
"Mi dici che è successo?"
Le tirai una spallata per passare e mi diressi in bagno dove ancora una volta lanciai per terra tutto quello che trovavo, Bianca si allontanò, la sentii bisbigliare con Francesco, capii dopo pochi minuti cosa si stessero dicendo perchè mi ritrovai Niccolò davanti con il fiatone.
"Cosa cazzo stai combinando?"
La sua voce mi innervosì ancora di più, presi in mano il contenitore degli spazzolini di ceramica.
"Chantal calmati per favore" Mi prese l'oggetto dalle mani "Perchè ti comporti così?"
Mi accasciai per terra "È per quello che ti ho detto questa mattina?"
"No"
"Guardami in faccia e rispondimi sinceramente, è per quello?"
"Sì Niccolò"
"E te devi distruggere la casa perchè me ne vado?"
"Non è per il fatto che te ne vai Niccolò, è perchè si sa già come vanno a finire queste cose"
"Vedi perchè non ti ho chiesto di essere la mia ragazza? Sono consapevole che starmi vicino sia difficile, devi saper accettare il fatto che come è capitato ora, capiterà altre volte, Chantal io non sarò mai presente del tutto, speravo, appunto, che le cose questa volta andassero diversamente" Si accuciò di fronte a me reggendosi sulle mie ginocchia con le mani.
"Io non ho mai detto che non l'accetto ho solo detto che ho paura di perderti per questa cosa" Fui sincera.
"Hai paura di perdermi?"
"Sì Niccolò, so cosa vuoldire stare lontani, e se quando torni i nostri sentimenti saranno cambiati?"
"Chantal, ma perchè ti fai questi problemi? Non succederà, cosa dovrebbe farmi cambiare idea?"
"Non lo so"
"Smettila di farti seghe mentali"
Mi abbraccio.
"Passa questi cinque giorni con me Chantal"
"Come ho fatto tutto questo tempo Niccolò"
"No, non hai capito, vieni a stare da me, non accetto un no, sappilo"
I cinque giorni volarono, talmente abituata a fare tutto con lui che l'ultima sera fu atroce, non riuscivo a pensare che da lì in poi sarei dovuta tornare a casa mia, tornare a svegliarni da sola, alla solita routine.
"Che hai?" A risvegliarmi dai miei pensieri fu Niccolò che entrò in casa.
"Domani parti"
"Lo so, ma non starai da sola"
Lo guardai perplessa.
"Francè entra" Urlò.
Francesco entrò con un cucciolo di Labrador in braccio.
"Resterà lui a farti compagnia"
Avevo sempre amato i cani e quello fu il regalo più bello, mi innamorai subito di quel cucciolo, lo presi in braccio e iniziò a leccarmi tutta la faccia.
"Mi sa che gli piaci"
"Grazie Nicolò, è stupendo"
"Ringrazia anche Bianca, è stata lei a darmi l'idea"
"Io vi amo" Mi uscì spontaneo dirlo e saltare in braccio a Niccolò per baciarlo, Francescò mi guardò sorpreso.
"Ma voi due state assieme?" Ci chiese in seguito.
"No" Risposimo in coro.
"Però ve baciate e dormite nello stesso letto e non credo che voi giochiate a carte"
"Francè, hai rotto er cazzo, ora puoi anche andà, grazie" Lo disse in maniera scherzosa ma Francesco se ne andò ugualmente.
"Come lo chiamiamo?" Gli chiesi.
"Spugna"
"Spugna, Spugna vieni qua" Provai a vedere come suonasse "Sì, mi piace, Spugna sia"
Passai quasi tutto il tempo con il cane ma una volta addormentato e rimasta sola con Niccolò mi ricordai che dall'indomani lui non ci sarebbe più stato.
"Niccolò come faccio a non pensarci?"
"Nessuno ti dice di non pensarci, solo di non starci male, passerà veloce vedrai"
"Per te magari"
"Chantal per favore non cominciare, possiamo dormire?"
"Sì"
Si distese a pancia in sù, lo abbracciai continuando a passare una mano sul suo petto nudo.
"Mi mancherai"
"Anche tu Chantal" La sua voce era rotta, sembrava stesse piangendo. "Non so se domani quando me ne andrò sarai sveglia, ma devi sapere una cosa, sappi che ti amo, non penso di avertelo mai detto con tanta sincerità, ma ti amo Chantal, ti ho sempre amata"
"Ti amo anch'io Niccolò"
Chiusi gli occhi e mi scese automaticamente una lacrima.
"Buonanotte Nicco"
"Buonanotte piccina, non piangere per favore"

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