Parte 23

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Aprii gli occhi, sentii freddo, ero scoperta a pancia in giù fino al fondo schiena, Niccolò mi stava facendo i grattini lungo tutta la colonna vertebrale, li richiusi per non farlo smettere.
"Chantal ti ho vista è inutile che fai finta di dormire"
"Non smettere per favore, se soltanto potessi rimanere così per tutto il giorno, ma devo andare a lavoro" Girai la testa dall'altra parte.
"Non mi hai più spiegato il significato di Trilli"
"Come ti è venuto ora in mente il mio tatuaggio?"
"Chantal è da un'ora che ti fisso"
"Ma perchè devi fare queste cose dai"
"Eri bellissima, ma non era questo il punto, non mi hai ancora dato una spiegazione"
Mi tirai su sui gomiti coprendomi con il lenzuolo.
"Mi rispecchio molto in Trilli, nessuno ci ha mai fatto caso a lei, talmente piccola, talmente disordinata, talmente goffa, ogni volta cambiava umore, eppure lei sapeva amare, amava Peter Pan più di tutti, avrebbe fatto di tutto per lui, ma beh, sai gia com'è finita no? L'hai tatuato su tutto il braccio" Gli indicai con uno sguardo il suo tatuaggio colorato sul braccio sinistro.
"Peter pan ha scelto Wendy, ma perchè ti ritrovi in lei?"
"Niccolò nella mia vita ha sempre funzionato così, sempre un passo in meno degli altri, erano sempre tutti meglio di me, sempre come lei disordinata, cambio spesso umore anch'io in giro di pochi minuti, ho sempre messo al primo posto gli altri e quella che poi ci ha sempre rimesso ero sempre io, non siamo poi così tanto diverse" Mi alzai per andare in bagno, portandomi dietro il lenzuolo. "Sei l'unica persona a cui l'ho detto"
"Chantal vieni qui" Non lo ascoltai e andai per la mia strada, mi raggiunse "Ti senti ancora a disagio a parlare di te con me?" Si fermò sulla soglia guardandomi.
"Sì" Fissavo il riflesso nello specchio, stavo ammettendo troppe cose, tutti i problemi che avevo avuto con me stessa in precedenza stavano riaffiorando e iniziai a piangere.
Mi abbracciò dal dietro "Perchè piangi?" Strinsi le sue mani che mi stavano avvolgendo la vita.
"Niccolò perchè ti sei innamorato di me?"
"Ma che cazzo di domande mi fai? Perchè sì, perchè sei riuscita a prendermi, hai saputo tenermi testa, mi hai accolto nella tua vita facendomi capire che dietro alla stronza che mostri c'è una ragazza molto fragile, e poi Chantal, lo sai, penso che tu sia stupenda" Mi fece scivolare il lenzuolo lungo il mio corpo, senza staccare gli occhi dallo specchio, seguì con lo sguardo i movimenti delle sue mani. "Guardati un secondo, dove non ti vedi bella?"
"Niccolò finiscila" Mi ricoprii cercando di scappare da quella situazione.
"No, adesso stai qui e mi dici dove vedi i tuoi difetti" Mi tenne ferma.
"Niccolò porca puttana lasciami" Quasi urlai.
Mi girò abbracciandomi, mi sollevò facendomi sedere sul lavandino e iniziò a percorrere con un dito tutta la parte superiore del mio corpo facendomi ad ogni singola parte una predica sul perchè fosse bella.
"Okey ora che hai finito di analizzarmi mi lasci andare?" Cercai di scendere ma mi bloccò.
"A dir la verità mi piacerebbe metterti davanti allo specchio e farti vedere come reagisce il tuo corpo al mio tatto, come ti diventano rosse le guancie e come tendi a lasciarti andare" Non potevo muovermi e le sue parole stavano avendo un certo effetto su di me "Guarda come stai cambiando solo a sentirmi dire queste cose" Si avvicinò al mio viso.
"Devo andare a lavoro" La mia voce era roca.
"Arriverai solo affaticata" Mi fece scendere riposizionandomi davandi allo specchio mettendosi alle mie spalle.
"Nicco ti prego"
Mi scostò i capelli "Guardati, già inizi ad avere un colorito rossastro e non sto facendo ancora nulla" Piegai la testa, come cazzo faceva a farmi tutto questo effetto?
Baciò il mio collo e con la mano iniziò a percorrere le mie spalle fino a scendere sul seno stringendone leggermente uno, mi venne spontaneo girarmi e cercare di baciarlo.
"No no, non ci provare, per quanto lo voglia in questo momento non posso"
"Niccolò è una tortura"
Con uno scatto mi infilò una mano tra le coscie inserendo due dita in me, mi poggiai con le mani sul lavandino.
"Divarica le gambe" Seguì il suo ordine "E guarda lo specchio"
"Non ci riesco" Non so come riuscii a parlare.
Mi prese con l'altra mano dal petto tirandomi su e obbligandomi a guardare il riflesso, faticavo a riconoscermi, avevo le guancie in fiamme e più lui si muoveva con la mano più diventavano rosse, avevo una faccia quasi stravolta e mi rosicava di più lui che se la stava ridendo alle mie spalle nel vedermi così.
"Niccoló" Oltre a muoversi dentro e fuori di me stava iniziando a stuzzicarmi passandomi un dito sul clitodire e massaggiandomi un seno con l'altra mano.
"Se vuoi mi fermo eh" Si fermò di colpo.
Gli ripresi la mano che era salita fino al mio ombellico, gliela feci riscivolare fra le mie gambe "Cosa stai facendo? Cosa vuoi?" Continuava a sorridere a la cosa mi stava al quanto facendo irritare.
"Continua" Mormorai.
"No, devi andare a lavoro"
"Porca puttana Niccolò"
"Dimmi che quello che ti sto facendo non ti piace"
"Cosa?" Stava giocando con la fragilità del mio corpo.
Rientrò facendomi sussultare, seguitamente si bloccò nuovamente.
"Vuoi sentirti dire che mi sta piacendo? Cazzo sì, da morire"
"Ti rendi conto di quello che mi stai dicendo, di come il tuo corpo sia dipendente da me?" Continuava a parlarmi sotto voce vicino al collo.
Ricominciò a praticarmi quello che stava precedentemente facendo, cercai di trattenere il piacere che stavo provando ma se ne accorse "Lasciati andare Chantal"
Iniziai a gemere "Non hai idea di quando sia bello sentirti gemere e pensare che sono io a crearti tutto questo" Le mie gambe iniziarono a tremare e il fiato iniziò a mancarmi, mi appoggiai a lui con la schiena fissando la mia immagine riflessa.
"Stai per venire vero?"
"Sì" L'ultimo filo di voce che mi era rimasto.
Arrivai al culmine, le gambe non mi ressero più, l'ultimo gemito, sfilò le dita da me, mi girai e mi poggiai a lui per reggermi in piedi, mi fissò e si portò le due dita alla bocca, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
"Ti sbalordisci perchè mi sono succhiato le dita dopo averti toccata? Erano fradice"
"Niccolò!" Lo rimproverai per la sua volgarità.
"Potrei dirti cose peggiori, comunque non è colpa mia se ti bagni così tanto perchè ti tocco" 
"Puoi uscire che mi devo preparare?" Cercai di deviare il discorso.
"Chantal prima che vado, guardati, sei spettinata, senza trucco, arrosita, il tuo petto si muove in maniera irregolare e il tuo corpo sta ancora andando a fuoco e sei stupenda lo stesso, ora, rispondimi tu, come avrei fatto a non innamorarmi?"
Non risposi, gli sorridi, a quel punto mi lasciò da sola con i miei pensieri.

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