Parte 4

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"Sei del nord giusto?" Mi chiese il ragazzo più alto tra di loro, ovvero, Francesco
"Sì, vicino a Milano" Risposi
"E cosa ne pensi di Roma?"
"A dir la verita l'ultima volta che l'ho visitata è stato esattamente cinque anni fa e non mi ricordo esattamente come sia" Smorzai una risata quasi isterica.
"Ma ci abiti da due mesi" Esclamò Lorenzo.
"Storia complicata, mi spiace ma devo rientrare" Tirai corto.
Non mi andava di raccontare quanto questo lavoro fosse pesante per me, non volevo passare per la vittima della situazione, l'ho sempre odiato.
"Prima che tu vada" Sentii dire alle mie spalle mentre cercavo di aprire la porta, mi voltai "Quindi quand'è che vieni con noi a fare un giro?" Niccoló ruppe il silenzio, guardai quel ragazzo come se mi avesse chiesto il mondo "Mai" risposi secca ed entrai.
Continuai come se niente fosse, al momento del pagamento ci riprovarono, ma ancora una volta la mia risposta fu la stessa.
Continuarono cosí per una settimana intera e quando pensai che finalmente sarei stata lasciata in pace, ecco che uno di loro si presentò, nonostante fosse lunedí, Niccoló era venuto a fare colazione e per la prima volta rimase al banco e non si sedette.
"Quindi, anche oggi è un no?" Mi sorprese
"Per il giro? Ancora ci sperate?"
"Non abbiamo mai ucciso nessuno eh" Ironizza miscelando zucchero, latte e caffè
"Non è per cattiveria, davvero, ma non posso" Fosse per me uscirei subito, almeno troverei un modo per distrarmi e conoscere persone nuove
"Non hai tempo giusto?" Ha centrato in pieno il problema, non rispondo, trattengo a stento le lacrime. "Guardati, sei sette giorni su sette qui, toglimi una curiosità, ma tu riposi mai?"
"Scusami ma ho bisogno di aria" Me la scampo cosí, esco e nel momento stesso in cui il vento mi sfiora il viso le mie guancie iniziano a bagnarsi.
"È lunedí, io non dovrei essere qui ma cosa te lo dico a fare, lo sai già no? Sono passato solo per vedere se ciò che mi passava per la testa fosse vero, e indovina, ci ho azzeccato" Si piazza di fronte a me e mi fissa, non lo sto guardando ma ne sono certa perchè sento il suo sguardo bruciare su di me.
"Non ti conosco, so a malapena il tuo nome, ma voglio che tu ora entri in sto posto de merda che te sfrutta e che chiedi di lasciarti il pomeriggio libero almeno oggi, ti avverto, se non lo fai tu lo faccio io"
"Non posso farlo" È l'unica cosa che riesco a dire.
"Non posso, non posso, è l'unica cosa che ti sento dire da quando ti parlo, cristo, puoi farlo invece, solo che non vuoi" Si accende una sigaretta innervosito
"Non sai un cazzo di come funziona qui dentro, molto probabilmente se lo facessi perderei il posto di lavoro"
"Okey, mi obblighi a farlo fare a me" Lancia il mozzicone per terra ed entra, cerca il mio capo, sento dalla parte opposta della porta delle urla, non posso negare di aver paura delle conseguenze di questo gesto, il tempo sembra essersi fermato, da quanto è lì dentro? Perché non esce? Dopo cinque minuti che sono sembrati un'eternitá lo vedo venirmi in contro.
"Prendi la tua roba, cambiati e vieni con me" Mi disse infine.

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