Parte 32

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Presi in mano il test.
"Niccolò se dovesse essere positivo cosa faresti?"
"Non lo so Chantal, sarò sincero, non so come crescere un bambino, non so come si fa il padre e poi con il mio lavoro le cose si complicherebbero ulteriormente"
Le sue parole mi fecero male, non so per quale motivo ma sentii come una coltellata nel petto.
"Niccolò"
"Dimmi"
"Il test è negativo, non sono incinta" Tirai fuori tutta l'ansia che stavo trattenendo.
Andai verso la porta e mi salì un altro attacco di nausea, mi pieghai poggiando la mano sulla pancia.
"Chantal stai bene?" Mi corse incontro.
"Sì non ti preoccupare"
"Non è normale, sei sicura di aver letto bene quel test?"
"Si Niccolò, sarò solo stressata"
"Vuoi che ti accompagni da un medico?"
"No, ci andrò domani, ora voglio solo riposarmi"
"Vuoi che ti riporti a casa tua?"
"Sì"
Salii in macchina e guardai intensamente la strada, stavo facendo la cosa giusta?
"Ti va di tornare alla terrazza?" Gli chiesi poco prima di girare nella via di casa mia.
"Certo"
Tornò indietro e si parcheggiò sotto il palazzo.
Salimmo le scale e ci ritrovammo un'altra volta seduti su quel piumone.
"Ci siamo presi un grosso colpo"
"Sì, pensa se fossi stata incinta? Io mamma? Ma mai" Risi.
"Però da una parte non sarebbe stato così male, ti ci vedevo sotto il mio palco con un bambino o bambina in braccio che urla a squarciagola le mie canzoni o tornare a casa e trovarvi addormentati sul divano davanti ad un cartone stupido"
"Non sarebbe fattibile Niccolò, l'hai detto anche tu prima che le cose si complicherebbero"
"Lo so, Chantal ora però devo chiederti una cosa"
"Dimmi"
"Sei ancora incazzata per la storia di Laura?"
"Abbastanza però dopo quello che è successo oggi credo di doverti provare a perdonare a prescindere"
"Quindi se io adesso volessi baciarti.."
"Sì Niccolò" Lo bloccai prima che concludesse la frase.
Unì le nostre labbra e mi lasciai trasportare, mi ritrovai sdraiata sul piumone con lui sopra.
La sua mano scivolò sotto la mia maglietta.
"Niccolò scusami ma non me la sento" Affermai fermandolo, ci rimase male.
"Siamo in una terrazza, potrebbe vederci chiunque"
"Tranquilla" Scese da me.
Provai ad alzarmi per andare verso il muretto ma persi l'equilibrio e caddi.
"Chantal!" Urlò "Che tu voglia o no io ora ti porto da un medico, non è normale tutto questo"
"Niccolò non ce n'è bisogno"
"Invece sì" Mi prese in braccio e mi obbligò a salire in macchina per portarmi in uno studio medico.
L'infermiera mi guardò strana non appena le spiegai i miei sintomi.
"Faremo degli esami, mi segua" Mi portò in una stanza con le pareti bianche con al centro un lettino.
Mi fece distendere, mi praticò diversi esami e infine mi fece accomodare fuori.
La porta si riaprì dopo venti minuti.
"Lui è il suo ragazzo?"
"Sí, sono il suo ragazzo" Niccolò rispose prima di me.
"Potete entrare, ho i risultati"
Iniziai a tremare e andare in panico.
Prima di entrare guardai Niccolò.
"Devo dirti una cosa"
"Signorina lei è sicura di aver letto bene quel test?" L'infermiera mi anticipò
"No" Confessai.
"Chantal che cazzo sta succedendo?"
"Sono incinta Niccolò" Scoppiai a piangere.
"Potete anche andare" L'inferimiera ci invitò ad uscire.
Non appena uscimmo Niccolò diede di matto.
"Ma che cazzo hai nel cervello? Perchè non me l'hai detto?"
"Sei stato tu il primo a dire che le cose si sarebbero complicate"
"E allora hai pensato bene di mentirmi e di non dirmi che hai in grembo mio figlio? Pensavi di riuscire a nascondermelo per tanto?"
"Niccolò io volevo solo tenerti fuori da questa storia, volevo che tu continuassi a vivere i tuoi sogni senza dover pensare ad una creatura"
"Chantal ma ti senti quando parli? Perchè devi sempre prendere decisioni per gli altri?"
"Non lo so"
"Bene, io questa sera dovrò tornare a Bologna, sappi che io e te ci sentiremo solo per questioni che riguardano il bambino"
"Stai scherzando spero"
"No, Chantal non doveva passarti  nemmeno per la testa l'idea di mentirmi su una cosa del genere"
"Niccolò.."
"Niccolò un cazzo, dovevi pensarci prima mi dispiace"
"Quindi è finita?"
"Non è mai iniziata a dir la verità" Si allontanò.
"Spiegami ora come potrebbe crescere un bambino in queste condizioni: con i genitori che non si parlano"  Gli urlai dietro.
"Chantal non starai mica pensando all'aborto?"
"Sono contro è vero, ma non vedo vie d'uscita in questo caso, di certo non lo faccio crescere in una situazione di merda"
"Non ci pensare nemmeno, troveremo una soluzione, ora sali in macchina che ti accompagno a casa e poi me ne vado"
"Mi dispiace" Sussurai non appena mi lasciò sotto casa.
"Non serve ad un cazzo dirmi ora che ti dispiace, Chantal non dovevi farlo"
"Lo so.."
Se ne andò senza darmi nessuna risposta.
Avevo fatto la cazzata più grande di me, e non potevo nemmeno dirlo a qualcuno, perfetto, le cose non potevano andare meglio di così. 

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