Parte 48

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Mi svegliai e allungando il braccio in direzione di Niccolò notai che lui non c'era ma che il materrano era ancora caldo, segno che si era alzato da poco e che probabilmente era ancora in casa.
Mi alzai di colpo e con addosso solo l'intimo iniziai a girare per l'appartamento trovandolo indaffarato nel preparare la colazione, l'osservai per qualche minuto.
"Buongiorno, quindi ora te ne vai?"
Lo vidi fare un leggero salto, lo avevo colto alla sprovvista.
"Chantal cristo, buongiorno" Si girò "Sì, cosa ci fai già sveglia?"
"Non lo so, mi sono svegliata e ho notato che tu non eri presente nel letto"
Tornò a fare quello che stava precedentemente facendo.
"Vieni fuori a fumarti una sigaretta con me?"
"Certo, ma prima copriti" Usò un tono aggressimo.
"Scusami" Abbassai la testa.
"Non te la prendere, è solo che non puoi uscire in questa maniera sul balcone"
"Sì sì lo so, hai usato un tono di merda però"
"È che sono nervoso"
"Immagino" Tagliai secco e mi andai a vestire.
Mi affacciai al balcone e lo trovai che stava già fumando notando in seguito una decina di mozziconi nel portacenere.
"Da che ora sei sveglio?"
"Non tanto, una ventina di minuti"
"Sai che fumare così tanto non ti aiuterà?" Indicai con un cenno del capo il posacenere.
"Chantal, non iniziare"
"Ma non ti si può dire niente cazzo, io lo faccio per te, a me cosa entra se tu fumi o no? Niente. A saperlo me ne sarei stata a casa mia ieri sera"
"Vai, nessuno ti trattiene"
Scossi la testa e mi allontanai.
"Chantal, aspetta, fermati"
"Cosa vuoi ancora?"
"Mi dispiace, non volevo essere scorbutico ma davvero ho l'ansia alle stelle"
"Ma perchè? Non è il primo concerto che fai"
"Non lo so, anche il fatto che mi devo allontanare, hai visto cos'è successo l'ultima volta? Se fossi stato presente e non ti avessi lasciata qualche giorno prima probabilmente ora tu ricorderesti tutto e saresti pure incinta di nostro figlio"
"Niccolò non è colpa tua, non avresti potuto fare comunque nulla"
"Cazzo tu stavi così anche perchè io ti avevo detto che era finita, qualsiasi cosa fosse"
"Cosa? E perchè?"
"Mi hai nascosto il fatto che eri incinta perchè ti avevo confessato che non me la sarei sentita e che con il mio lavoro sarebbe stato complicato, quando l'ho scoperto mi sono arrabbiato a tal punto da lasciarti"
Cosa mi stava dicendo? E perchè tutto questo? D'improvviso sembrò cadermi tutto il mondo addosso, non potevo credere a ciò che mi si stava dicendo.
"Io non so davvero cosa dire" Balbettai scioccata.
"Mi dispiace da morire Chantal" Le lacrime gli stavano rigando il viso.
"Non so se essere piú incazzata con me stessa per averti mentito o con te per avermi lasciata nello stato in cui ero"
"Volevo dirtelo subito ma tu ti stavi di nuovo legando a me e non me la sono sentita di lasciarti andare un'altra volta"
"Dimmi la verità, tu ci avresti davvero abbandonati?"
"Mai, non avrei mai potuto farlo, ero innamorato di te ed ero felice all'idea di avere un bambino anche se avrebbe travolto la mia vita, quando ho saputo dell'incidente sono corso il più in fretta possibile"
"Niccolò.."
"Ascoltami, non potrò mai cancellare ciò che ho fatto, al contrario, potrò cercare di farti stare meglio e di far andare le cose nel verso giusto, ti prego, non posso perderti un'altra volta"
"Ascoltami tu ora, la colpa qui è stata anche mia, se non mi fossi inventata una cazzata non saremmo ora qui a parlarne, le cose sono andate così, non possiamo farci nulla, era destino. Io non ho intenzione nè di andarmene, nè di lasciarti, nè nulla togliti queste idee dalla testa" Mi avvicinai a lui.
"Mi dispiace" Ripetee.
"Smettila di dispiacerti" Lo baciai, sapevo che quello sarebbe stato forse l'ultimo bacio prima della sua partenza e per questo cercai di farlo durare il più possibile.
"Io dovrei andare però"
"Lo so, mi mancherai"
"Anche tu Chantal"
Lo guardai allontanarsi con una valigia verso la porta.
"Prima che me ne vada voglio dirti una cosa"
"Cioè?"
"Sei consapevole del fatto che tu sia la mia ragazza vero?"
"Perchè mi dici questo?"
"Perchè prima o poi avrei dovuto fartelo sapere no?"
"Non ti seguo"
"Non sono bravo a fare le proposte.." Si stava agitando più di prima e io ero felice di stargli sentendo dire ciò, avevo capito che non era il suo forte chiedere alle ragazze di mettersi insieme e quindi lo stava facendo in maniera diversa dal solito.
"Sì, Niccolò, ne sono consapevole" Ero talmente contenta che sentivo il cuore esplodere nel petto, gli saltai addosso rischiando di cadere a terra "Non credere che d'ora in poi ti chiamerò amore mio o stronzate varie eh"
"Lo so, va bene anche Niccolò come hai sempre fatto" Rise. "Ora però per favore lasciami andare"
"Sì, scusa" Scesi, lo fissai andarsene affacciandomi anche alla finestra e gurdando il Van allontanarsi.
Tornai a letto e mi riaddormentai con il suo profumo sotto il naso, non c'era cosa più bella.

Non ti affezionare//Ultimo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora