"Vedo quanto sei impegnata"
"Che cazzo ci fai in casa mia?" Niccolò era davanti al mio letto.
"Bianca mi ha fatto entrare"
Bianca dopo mi sente, deve imparare e non ficcare il naso in cose che non la riguardano.
"Bene ora puoi anche andartene" Gli aprii la porta.
"No, mi spieghi perchè sei così tanto incazzata con me?"
"Non sono incazzata"
"Allora perchè non mi parli? Per quel cazzo di bacio di questa notte?"
Mi tornó alla mente la scena, mi vennero i brividi ma dovevo ignorarli.
"Sì" Ammisi.
"E per quale motivo? Senti, non è successo nulla, ti ho baciata, mi hai respinto, basta, si è chiusa lì la cosa, ma non puoi smettere di parlarmi per questo" Richiuse la porta della camera.
"Niccolò non possiamo far finta che non sia successo nulla"
"Proviamoci almeno, non voglio smettere di vederti perchè ho fatto una cazzata" Lo stava dicendo con sincerità, glielo si leggeva negli occhi.
Abbassai la testa come ero solita a fare nei momenti di disagio, me l'alzò mettendomi due dita sotto il mento, lo guardai ma non riuscì a rispondere, non sapevo cosa dirgli.
"Per favore" Sussurò.
D'istinto lo abbracciai, il suo profumo, mi invase le narici, più lo sentivo, più mi piaceva.
"Adesso ci vieni a fare un giro?"
"Domani hai impegni?" Mi staccai da lui.
"No, perchè?"
"Ti fai portare a Napoli? Anche se tecnicamente tu sei quello che guida quindi saresti tu che porti me però.."
"Sì, Chantal, andiamo a Napoli" Mi parlò sopra
"Quanto dista?"
"Non ti preoccupare, prendi le tue cose, ti aspetto giù"
Mi cambiai, mettendo dei leggings, una t-shirt bianca e una felpa, presi uno zainetto e ci buttai all'interno un cambio e il caricatore del telefono, avvisai Bianca della partenza e scesii le scale di corsa.
"Sai già cosa devi fare" Mi fece notare appena entrai in macchina.
"Yes, ora la metto"
Feci partire Darte un beso di Prince Royce,
"Ma perchè non ascoltiamo mai la tua musica?"
"Perchè non la ho nel telefono"
Si capiva che c'era qualcosa che non mi voleva dire ma di tirare fuori un'altra discussione non mi andava.
Dopo un'ora di viaggio sentivo la necessita di risciacquarmi i polmoni.
"Nico, ci fermiamo per fumare?"
Mi guardò
"Abbassa il finestrino e fuma"
"Ma non voglio sporcarti e impuzzolirti la macchina"
"Lo faremo in due, mi prendi il pacchetto nel giubotto dietro?"
Ne estrassi due dal mio pacchetto e giene allungai una.
"Ma le ho"
"Ma io non ho la voglia di prenderle dietro" Risi.
"Sfaticata" Rise assieme a me
La riproduzione casuale fece partire I grandi non piangono mai di Mr Rain.
Alla mente mi tornò mia madre.
"Non sono mai riuscita ad andare d'accordo con mia mamma, ci siamo sempre trovate a litigare per le cose più banali, ha detto frasi che era meglio che non dicesse, non sono mai riuscita a raccontarle nulla, non sono mai riuscita a renderla orgogliosa di me e ciò mi ha sempre fatta stare male" Mi venne spontaneo raccontarglielo.
"Io non penso che tua mamma non sia mai stata orgogliosa di te, penso, invece, che non te lo sia mai riuscita a dire"
"Non lo so, ha un carattere particolare"
"Come te" Sorrise "Comunque grazie, mi hai regalato un altro pezzo di te"
Ricambiai il sorriso.
Arrivammo a destinazione che erano ormai le quattro del pomeriggio.
"Fammi da guida e dimmi dove parcheggiare"
"Questo non lo so, trovane uno"
Dopo vari giri riuscimmo a parcheggiare, scendemmo dall'auto e l'odore di mare ci avvolse.
"Bene, dove mi porti?"
"Vedrai"
Lo portai in piazza Plebiscito.
"Fammi capire, come conosci Napoli se sei del nord?"
"Ci sono venuta quattro anni fa per trovare una mia amica e me ne sono innamorata"
"Perfetto allora fammene innamorare anche a me"
Cominciammo a girare per la citta e in quel momento mi sentii davvero felice, era come se avessi staccato la spina da tutto.
Verso le otto e mezza ci rinchiudemmo dentro un ristorante per gustarci la tipica pizza napoletana, Niccolò sembrava un bambino mentre la mangiava e io non potevo far altro che ridere davanti a quella scena.
"Vuoi tornare a Roma o posso farti vedere una cosa prima?"
"Ma perchè? Non vuoi passare la notte qui?"
"Lavoro domani"
"Stai male"
"Maddona, è possibile che tu debba sempre farmi mentire?"
"È per una buona causa"
Chiamai il mio capo e cercai di concincerlo di essere malata, fui una brava attrice perchè ci cascò in pieno.
"Quindi? Cosa vuoi farmi vedere?" Mi domandò una volta usciti dal ristorante.
"Vieni con me" Lo portai nel vicolo Santa Maria delle Grazie a Toledo, ovvero una via piena di cartelli. "Adoro questa cosa dei cartelli"
"È davvero bella, ne avevo sentito parlare ma non immaginavo che fosse così"
Scattammo qualche foto poi ci allontanammo da lì per tornare alla macchina.
"Dormiamo in albergho?" Mi chiese.
"Se vuoi"
Dopo aver trovato un albergho disposto ad ospitarci ci salutammo e ogniuno si rinchiuse nella propria stanza.
Avevo sempre odiato gli hotel, mi mettevano una sorte di paura, non riuscivo ad addormentarmi così, come avevo fatto la notte precedende, cercai conforto in Niccolò: gli scrissi un messaggio per chiedergli se fosse sveglio visto il tardo orario.
/Che è successo?/
/Non riesco a dormire/ Gli confessai
/Vieni di qua mongola/
Bussai alla sua porta e mi aprii con indosso solo un paio di pantaloncini.
"Scuasami ma stavo morendo di caldo" Aveva di sicuro notato il mio disagio nel vederlo così.
"Non ti preoccupare"
"Come mai non riuscivi a dormire?" Chiuse la porta alle mie spalle.
"So che è inbarazzante ma gli hotel mi fanno paura" Mi sedetti sul bordo del letto.
"Puoi rimanere se vuoi"
"Grazie"
Mi distesi sotto le coperte e lui a fianco a me
"Nicolo, sarebbe inappropiato se ti chiedessi di abbracciarmi?"
Non mi rispose, mi prese e mi portò con la schiena contro il suo petto.
"Chantal ma cosa ti sta passando per la testa?" Mi sussurò all'orecchio.
"Non lo so"
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Non ti affezionare//Ultimo
Fiksi Penggemar"Sai, ho sempre pensato che si inizi a credere che una città sia veramente bella quando ci si comincia a lasciare il cuore, non so se mi segui, certo, alcune sono innegabilmente belle ma quando succede ciò diventano ancora più straordinarie" Non dis...