Parte 16

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"Quindi?" Non sapevo che Bianca facesse pure da sveglia.
"Cosa?" Mi stiracchiai.
"Dove sei stata?" Avevo una voglia pazzesca di rispedirla al nord ma allo stesso tempo sapevo che senza di lei non sarei riuscita a stare, nonostante si impicciava sempre di cose che non la riguardassero, era diventata ormai parte delle mie giornate.
"A Napoli"
"Cosa? Siete andati fino a Napoli?" 
"Gia"
"Chi l'ha proposto?" Mi seguì per tutta la casa per non perdersi nessuna mia risposta.
"Io"
"E lui ti ha portata, Chantal vuoi aprire gli occhi?"
"Li ho già aperti ma preferisco richiuderli e ti ripeto che non ne voglio parlare"
"Dimmi almeno se è successo qualcos'altro"
"No Bianca, nulla" Dovetti mentirle per non subirmi la solita ramanzina e per non farle credere cose che non sarebbero mai successe.
Corsi a lavoro, era venerdì e come se nulla fosse Niccolò si presentò al bar con i suoi amici per fare colazione, nel mentre li servivo Francescò mi guardò
"Sabato tu e Bianca venite al mio compleanno?"
Nel mentre in cui io mi facevo i cazzi miei, Bianca aveva iniziato a frequentarsi con loro e in particolare con la codesta persona che mi stava rivolgendo l'invito.
Notai che Niccolò lo fulminò con lo sguardo, non avrebbe voluto dirmi nulla e sparire come aveva già fatto?
Avrei potuto risponderli di no ma stronza com'ero risposi "Volentieri" e tornai al mio posto dietro al bancone.
Alla chiusura ad aspettarmi trovai lui, poggiato alla sua macchina col fumo della sigaretta che gli usciva dalla bocca.
"Perchè sei qui?" Domandai secca.
"Sono venuto a prenderti"
"Puoi anche tornare a casa, vado a piedi"
"Ma mi spieghi che cazzo te succede? Fino a ieri eri felice con me, abbiamo passato due giorni bellissimi e oggi me tratti come se nulla fosse successo, me rispondi de merda, manco me guardi in faccia" Urlò
"Cosa mi succede? Succede che non so che idea tu ti sia fatto, io non sto cercando nulla da te, non voglio niente, mi dispiace Niccolò, non so cos'hai pensato di me, ma questa sono io, sono una stronza di merda e ne vado fiera" Urlai più di lui e feci per  andarmene.
"Chantal fermati"
"Cosa vuoi ancora?" Mi voltai.
"Non potrai per sempre nasconderti dietro ad una maschera" Stava cercando di farmi perdere la pazienza? Perchè se il suo intendo era quello ci stava riuscendo.
"Prima di andarmene voglio chiederti una cosa: se non mi avesse chiesto Francesco di venire alla sua  festa tu lo avresti mai fatto?"
Rimase muto "Bene, ti sei risposto da solo, ora non venirmi a dire che quella che indosso è una maschera è semplicemente la conseguenza delle tue azioni" Ripresi la mia strada.
Appena entrai in casa non tolsi nemmeno le scarpe, mi rinchiusi in camera e senza rendermene conto caddi in un sonno profondo.
Mi svegliò un'altra volta Bianca bussando ininterrottamente alla mia porta.
"Chantal stai bene? Sono ore che sei rinchiusa in camera."
"Bianca ti prego vai via"
"Che succede? Aprimi per favore"
Attesi qualche minuti poi aprii.
"Hai pianto?"
"No, perche?"
"Chantal cos'hai?" Quella domanda fu come una coltellata in pieno petto.
"Sono una cretina" Cercai di trattenere le lacrime ma fu inutile.
"Perchè?"
"Perche sì, mi irrita ogni singola cosa, ho praticamente mandato a fanculo Niccolò perchè fosse stato per lui non mi avrebbe detto che domani c'è il compleanno di Francesco"
"Chantal devo confessarti una cosa: io sapevo già di questa festa, sapevo che Nicolò non avrebbe voluto dirtelo ma mi ha detto che c'era un motivo più che valido per farlo"
"Perfetto"
Mi sentii tradita pure dalla persona con cui ero cresciuta, da praticamente mia sorella e non riuscivo ad accettarlo.
"In ogni caso domani verrò a quella cazzo di festa ora puoi anche andartene e non ti preoccupare del passaggio, in un modo o nell'altro lo trovo" Dal mio tono era evidente che ero irritata dalla situazione che si era creata.
"Ma.." Cercò di parlare ma non le lasciai spazio "Ma nulla, lasciami stare"

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