Parte 40

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Ci raggiunse a pranzo Francesco, il ragazzo di Bianca, mi parlarono venti minuti di lui per farmi ricordare che tipo di persona fosse.
Arrivò, avevamo già preparato tutto, ci sedemmo a tavola.
"Questa sera andiamo a ballare?" Propose l'ospite.
"Potremmo" Rispose Bianca.
"Sì" Confermammo io e Nicolò.
Finimmo di pranzare, io e Niccolò ci fermammo in cucina a mettere a posto mentre Bianca e Francesco si rinchiusero in camera.
"Hai idea di cosa stiano facendo?" Mi circondò la vita con un braccio.
"Ma cosa te ne frega?" Risi.
"Ti sei fatta problemi prima per noi due, ma almeno io e te non ci siamo messi a scopare"
"Niccolò!" Lo ripresi.
"Ma dai, finiscila vah che poi sei la prima che gode quando gli sussuro parole sporche"
"Ancora con sta storia?"
"Ovvio, fino a quando non lo ammetterai continuerò"
"Sei il solito"
"Cosa pensi di metterti questa sera?"
"Non ne ho idea, tu?"
"Jeans e camicia"
"Stavo pensando ad un vestito, o una gonna e un top"
"Non ci provare"
"Che cazzo devo mettermi?" Il suo atteggiamento mi stava irritando.
"Non lo so ma non una gonna o un vestito, oppure sì, ma lunghi fino al ginocchio"
"E sentiamo, tu chi saresti per dirmi come mi devo vestire?"
"Il ragazzo con cui ti senti"
"Ah, ora ci sentiamo? Non lo sapevo, ero rimasta che noi eravamo solo amici stretti"
"Chantal non iniziare, non me va de discutere, fà quello che vuoi"
"Che bello quando ti irriti ed esce il romano che c'é in te" Cercai di sdramattizare dicendo realmente quello che pensavo.
"Sei una mongola"
"Mi metti per favore via le pentole?" Gliele passai.
"Certo" Le ripose nel mobile.
Andammo a sdraiarci sul letto e come due bambini crollammo nel sonno più profondo svegliandoci alle otto di sera.
"Ma buonasera" Fù il primo ad aprire gli occhi e svegliò me passandomi le dita lungo tutta la colonna vertebrale.
"Che bella sensazione" Affermai mezza rincoglionita dal sonno.
"Lo so, te lo avevo già fatto"
"Mi passi una sigaretta?"
"Chantal non hai più fumato dopo l'operazione"
"Ne sono consapevole ma ne sento il bisogno"
Mi passò la sigaretta, me l'accesi e rimasi a pancia in giù poggiata sui gomiti con le sue dita che mi provocavano brividi.
"Io devo andare, devo prepararmi"
"Di già?"
"Sì e dovresti anche tu"
Si alzò, si passò una mano fra i capelli disordinati, lo fissai, trovai che fosse stupendo anche in quelle condizioni.
"Perchè sorridi?" Non mi ero nemmeno resa conto di starlo facendo.
"Ma Bianca e Francesco?" Cercai di cambiare discorso deviandolo su altro.
"Boh, saranno collassati"
"Ti accompagno alla porta" Mi alzai pure io.
"A dopo Chantal" Mi baciò.
"Ciao Niccolò"
Chiusi la porta e mi diressi in bagno per farmi la doccia, nella mia testa frullarono molte domande, com'era possibile che mi ero innamorata di un totale sconosciuto? Che fra noi c'era così tanta intimità? E che lui avesse così tanto controllo su di me, sul mio corpo?
"Chantal muoviti che devo preparami pure io" Bianca mi risvegliò dai miei pensieri.
"Sì scusami"
Uscì in accapatoio e mi poggiai sul letto fissando l'armadio, non avevo la più pallida idea di cosa mettermi.
"Se fissi l'alrmadio i vestiti non cambiano lo sai?" Bianca comparve alle mie spalle.
"Cosa ti metti tu?" Sperai di trovare spunto da lei.
"Gonna corta in jeans e top nero, mettiti quel vestito bianco che spunta da lì" Mi indicò.
"Non ho voglia di mettermi un vestito"
Inizia a frugare fra i miei capi trovando un paio di pantaloni eleganti neri a zampa di elefante.
"Che belli"
"Non so non mi convincono, sono troppo bassa per indossarli"
"Tacchi alti"
"Non lo so"
Frugai ancora ed estrassi una gonna nera attilata.
"È stupenda, metti quella"
"E sopra?"
"Dovrei avere io una maietta bianca, arrivo"
Sparì in camera sua e tornò poco dopo con una maietta bianca con lo scollo a barca e le maniche a tre quarti in pizzo.
"Prova questi due assieme"
Li indossai, mi piaceva come mi fasciavano.
"Sei bellissima" Rimase a bocca aperta.
"Si ma Niccolò se mi vede con questa gonna mi ammazza"
"State assieme?"
"No"
"E allora, perchè non puoi? Non ti si vede nulla e poi sei libera di fare quello che vuoi, lui non è nessuno"
Mi lasciai convincere completando il tutto con delle decoltè nere.
Bianca lasciò la casa venti minuti prima dell'arrivo di Niccolò.
"Chantal cazzo" Sapevo che avrebbe reagito in questa maniera appena mi avrebbe vista.
"Niccolò cosa c'è che non va?"
"La gonna"
"Non si vede nulla, poi sto con te tutto il tempo"
"Ma cosa c'entra? Sei vestita comunque provocante"
"Niccolò per favore, fidati di me" Attese qualche secondo prima di rispondermi "Sali in macchina prima che cambi idea"
Indossava dei jeans chiari con una camicia bianca sbottonata sul petto.
"Stai bene comunque" Mi complimentai con lui.
"Grazie"
Entrammo nel locale, l'odore di alcool misto a sudore mi invase le narici facendomi salire un senso di vomito, era pieno zeppo di persone che non facevano altro che spingersi fra di loro, in lontananza ad un tavolo intravidi la chioma rossa di Bianca.
"Eccoli" Presi per mano Niccolò e lo tirai verso Bianca.
"Ce l'avete fatta" Il suo alito puzzava di vodka in una maniera pazzesca. "Tieni" Mi passò un bicchiere pieno di un liquido rosa.
"No, tu non bevi" Niccolò cercò di levarmi la bevanda dalle mani.
"Mi spiace papà" Lo mandai giù in un solo sorso "Niccolò puoi non comportarti da vigile e divertirti per favore?"
"Puoi farlo anche senza ubriacarti"
"Nessuno ha detto che mi ubriacherò"
"Ah no? Stai già preparando il secondo bicchiere"
"E quindi? Bevilo con me" Glielo porsi, inizialmente rifiutò poi si lasciò convincere e si unì a noi.
Non so quanti ne bevvi di quei bicchieri ma la mia vista divenne sfocata, stavo ballando addosso a Niccolò che al mio contrario riusciva a reggere l'alcool, cercai di prendere un altro bicchiere ma me lo impedì.
"Direi che ne hai bevuti abbastanza"
"L'ultimo giuro" Sbiascicai.
"No"
"Per favore, faccio tutto quello che vuoi"
Scoppiò a ridere
"Chantal basta, direi che posso pure riportarti a casa"
"Vado a fumare ciao"
"Aspettami" Mi urlò dietro.
Non lo ascoltai e barcollai fino all'uscita.
"Che fai qui da sola?" Un ragazzo dai capelli biondo cenere mi si avvicinò.
"Fumo no? Tu cosa fai?" Il tono della mia voce era alto.
"Sei ubriaca per caso?"
"Nooooo" Urlai.
"Mi dici il tuo nome?"
"Sofia" Fu il primo nome che mi venne in mente.
Scorsi in lontananza Niccolò.
"Cazzo"
"Cosa?"
Si mise fra me e il biondo "Te levi da mezzo i coglioni?" Era furioso.
"È il tuo ragazzo?"
"Più o meno"
"Potevi dirmelo subito che fossi fidanzata, non mi sarei manco avvicinato"
Si allontanò chiedendo scusa a Niccolò.
"Chantal andiamo a casa"
"Nooo"
"Sì invece"
Mi trascinò fino all'uscita, entrò in macchina dopo di me sbattendo la portiera.
"Ma che cazzo te è passato per la testa?" Sbattè le mani contro il volante.
"Niccolò non stava facendo nulla di male, stavamo solo parlando"
"Che senso ha parlarti in queste condizioni, le cose stavano andando così bene, perchè ti sei ubriacata?"
"Scusami, non volevo"
"Chantal ti avevo detto di non bere così tanto"
"Non volevo" Ripetei, sentivo le lacrime minacciare di uscire e non mi capacitavo nemmeno del perchè.
"Oi, stai calma, che hai?" Si preoccupò.
"Niente, non volevo" Di nuovo, non riuscivo a dire altro.
"Ho capito, basta ripeterlo" Mi stava guardando con degli occhi che non sapevo nemmeno io descrivere.
"Sei arrabbiato?"
"No, mi fai ridere perchè sembri una bimba, e sotto un certo punto di vista sei anche tenera"
Accese solo in quel momento la macchina.
"Posso fumare?"
"Sì ma stai attenta a dove ceneri"
Mi poggiai alla portiera tirando giù il finestino e accedendomi l'ennesima sigaretta del giorno.
"Adesso che sei ubraca e che quindi mi dirai la verità, tecnicamente, perchè oggi sorridevi?"
"Trovavo che tu fossi stupendo, non mi ero nemmeno resa conto di star sorridendo a dir la verità"
Non rispose, accentuò un leggero sorriso e continuò a guidare.
"Niccolò ti fermi un secondo in quel parcheggio?" Gli indicai un parcheggio vuoto sulla destra, l'alcool stava facendo tutto da solo, non sapevo nemmno più io cosa stessi dicendo o facendo.
"Devi sboccare?"
"No"
"E allora perchè dovrei fermarmi?"
"Niccolò" Lo fissai, cercò il mio sguardo "Voglio provocarti piacere"

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