Parte 31

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"Dove vuoi portarmi?" Chiesi a Bianca mentre mi vestivo.
"Mi dispiace Chantal ma non sarò io a guidarti oggi"
"Cosa mi stai dicendo?"
"C'è una persona che vuole farti vedere una cosa, non potevo impedirglielo"
"Bianca spero non sia Niccolò"
"No tranquilla, è tornato a Bologna"
"Menomale"
"Perchè non ci torni insieme?"
"Bianca io e lui non siamo mai stati assieme, ci siamo solo frequentati"
"Mi dispiace ma non credo che fra voi sia solo una questione di frequentazione"
"Invece è così" Mi guardai allo specchio.
"Però siete così belli"
"Grazie ma ora possiamo parlare di altro?"
"Ma fammi capire, prima di chiudere completamente il discorso, tu ci scopi ancora?"
"Bianca! Ma che domande mi fai?"
"Lo prendo come un sì, e sentiamo, com'é il sesso con Niccolo?"
"Ma saranno cazzi miei?"
"Sono curiosa"
"È una cosa che non ti riguarda" Non riuscii a non ridere.
"Okey è bello"
"Biancaaaa" Urlai.
"Ora andiamo che ti stanno aspettando"
Mi portò su una terrazza di un palazzo, la vista era spettacolare e in mezzo c'era un piumone azzurro circondato da delle lucine.
"Bianca è stupendo ma chi è stato?"
"Sono stato io" Niccolò mi sbucó alle spalle.
"Ma non eri tornato a Bologna?"
"La sera che ti eri presentata sotto al mio hotel non dovevi essere in discoteca?" Alzò un sopracciglio.
"Ho afferrato il concetto"
"Forse è meglio che io vada" Bianca tornò sulla strada percorsa in precedenza.
Rimanemmo da soli e calò l'imbarazzo più totale, mi poggiai al muretto che si affacciava giù.
"Avevi bisogno di tempo lo so" Attirò la mia attenzione "Domani mattina io devo ripartire, ho voluto portarti qui per godermi l'ultimo giorno con te in uno dei posti più belli"
"È vero, ho bisogno di tempo ma ti sono grata per avermi portata in questo posto"
"La mia intenzione non è comprarti sappilo"
"Non l'ho mai pensato Niccolò" Mi spostai sul piumone a terra.
"Come stai?" Si accomodò di fianco a me.
"Diciamo, tu?"
"Tutto bene"
"Com'è andato il concerto a Bologna?"
"Benissimo" Sorrise e da quel gesto capí quanto amasse fare il suo lavoro.
"Nicolò devo dirti una cosa"
"Dimmi"
"In questi due giorni ho avuto un sacco di nausea, solitamente quando sto male emotivamente è normale che abbia questi sintomi ma non così tanto" Abbassai lo sguardo giocherellando con dei filetti del piumone.
"Chantal non mi dire che potresti essere incinta" Rimase sbalordito.
"Abbiamo sempre usato le precauzioni, non è possibile vero?"
"Tecnicamente no, potremmo però provare a fare un test"
"Niccolò non me la sento, se poi dovesse uscire positivo? Io non ce la faccio a tenere un bambino e non voglio nemmeno abortire" Andai in panico.
"Chantal stai calma, preferisci non saperlo e convivere con l'ansia?"
"No"
"Ecco, ti va di andarlo a prendere ora?"
"Va bene"
Nel tragitto dalla terrazza alla farmacia non pronunciai parola, ero terrorizzata all'idea di poter essere incinta, non riuscivo a vedermi mamma alla mia giovane età, non potevo crescere un bambino nelle condizioni in cui mi trovavo e non me la sentivo di dovermi portare addosso una responsabilità così grande.
"Siamo arrivati" Niccolò mi risvegliò dai miei pensieri.
Entrai, guardai la commessa dai lunghi capelli neri che gentile mi salutò e mi offrì il suo aiuto.
"Avrei bisogno di un test di gravidanza" Sembrai una bambina.
"Sei giovanissima, quanti anni hai?"
"Diciotto"
"E suppongo che quello lì fuori che continua a fumare e fare avanti e indietro sia il tuo ragazzo"
"Un amico"
Frugò nel retro tornando davanti con il test in mano, le tesi i soldi e una volta conclusa tutta la procedura la ringraziai, mi girai e tornai verso l'uscita.
"Di al "tuo amico" di usare meglio quello che ha in mezzo alle gambe" Mi urlò dietro ridendo.
"Perchè sorridi?" Niccoló notò una nota di divertimento nella mia espressione.
"Niente, la regia mi informa che dovresti usare meglio quello che hai in mezzo alle gambe"
"Penso di usarlo giá nella maniera più giusta"
Per qualche secondo mi scordai del motivo per cui fossimo lì.
"Andiamo a casa mia?" Mi propose.
"Sì, da me c'é Bianca e non voglio che lo sappia"
"Va bene"
Non appena raggiunsimo il suo appartamento, aprimmo la porta e mi tornarono alla mante tutti i momenti vissuti con lui in quelle quattro mura.
Presi per mano Niccolò e lo trascinai in bagno con me, aprii la scatola ed estrassi il test, lo fissai per qualche secondo poi presi coraggio per farlo.
"Niccolò ho paura"
"Anch'io Chantal"

Non ti affezionare//Ultimo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora