4. Non so il suo nome

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Lo zio ebbe un'idea geniale: chiamare la commissione d'esame sarebbe stata una mossa vincente. Andrea digitò in fretta il numero e un professore universitario gli rispose dopo due squilli.

« Pronto? Qui il professor Bastianoni. » era proprio il docente che il ragazzo stava cercando, cioè quello baffuto.

« Salve, professore. Sono Andrea Chiave. » esordì il giovane.

« Oh, Chiave! A cosa devo la sua chiamata? » chiese l'uomo, con gentilezza.

« So che potrebbe sembrarle strana questa richiesta. » esitò il biondo.

« Suvvia, mi dica. » lo incitò.

« Non è che, cortesemente, potrebbe dirmi chi ha dato l'esame dopo di me? » domandò garbatamente.

Il professore ponderò qualche istante, prima di rispondergli.

« Come mai vuole saperlo? Sa, non sono cose che posso comunicarle così, su due piedi. Prima deve darmi una motivazione valida. » lo avvisò.

« Sono consapevole di ciò. Ma vedete, accidentalmente ho perso un documento molto importante dai miei appunti e credo che chi l'abbia sia proprio la persona che ha dato l'esame successivamente a me, a giudicare da come correva questa mattina. » disse, aggiungendo quel dettaglio che al più grande non sfuggì e che gli diede uno spunto di chi sarebbe potuto essere.

Così, per togliersi quel dubbio, gli chiese:

« Ha forse detto che correva? »

Un barlume di speranza s'accese negli occhi del giovane.

« Sì! Per caso sa chi potrebbe essere? »

L'uomo mormorò qualcosa che il ragazzo non comprese, ma intuì che stesse leggendo un elenco, in quanto riuscì a sentire, seppur minimamente, un suono somigliante a dei fogli di carta che venivano sfregati e sfogliati.

« Sì. Dopo di voi è venuta una nostra studentessa universitaria. Guarda caso, ha dato anche lei un esame di cinese. Purtroppo, ha cambiato numero e non abbiamo quello nuovo, ma posso dettarle quello della studentessa sua amica che era dopo di lei. Il suo nome è Abigail Stefanini. »

Andrea non se lo fece ripetere due volte, mise il viva-voce e cliccò l'applicazione "Memo", dove era solito annotare cose importanti, e quella era una delle tante.

Dopo avergli intimato un:

« Vada. »

Bastianoni gli recapitò il numero della ragazza sopracitata e Andrea lo ringraziò, chiedendo un ultimo favore che gli venne concesso.

                                 ~~~

Salito l'ultimo gradino, Abigail si diresse verso la porta del suo appartamento. Tirò fuori le chiavi dalla tasca dei pantaloni ed entrò.
Sospirò e andò nel salone per posare la sua borsa firmata, della Prima Classe.

Aveva un'infinità di accessori di quella marca; dalle calzature alle borse, dell'abbigliamento alle pochette, dai trolley alle valigie.
Ciò perché la madre era cugina di primo grado dello stilista Alviero Martini, conosciuto in tutto il mondo.
Entrambi nutrivano da sempre un profondo legame, come se fossero stati fratelli.

Anni addietro, lo stilista espresse il desiderio di avere la signora Michela Martini come sarta ed entrare a far parte della sua equipe; lei accettò con grande piacere, dacché era molto brava nell'arte del cucito.

E anche quella era la ragione per cui Abigail avesse svariate borse e robe simili della Prima Classe. In più, la giovane condivideva quell'opportunità con la sua migliore amica, che insieme davano altresì buoni consigli e buone idee per nuove collezioni.

Da quella preghieraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora