17. AAA Cercasi consigli utili

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« Ma cosa ti è saltato in mente? Sei impazzita, forse? Dovevi chiedermi il permesso, prima! »

« Va bene, ora calmati. »

« C-calmarmi?! Non ci penso neanche! Come te lo devo spiegare che prima dovevi chiedere a ME e poi gli davi il mio numero?! » le rinfacciò Simona.

Mentre si concedeva quel bagno caldo, purtroppo, non se lo godette: il pensiero di come avesse fatto ad avere il suo recapito telefonico era peggio di un martello pneumatico nella sua testa, finché un'ipotesi - che si confemò esatta - fece sgombrare le nubi del dubbio.

« Ma mica gliel'ho dato oggi. »

La bruna sbigottì, sbarrando gli occhi all'inverosimile.

« C-come sarebbe a dire? E qua-quando gliel'hai dato, scusa? » le chiese, dopo essersi ripresa dallo shock.

« Due giorni fa. » rispose con semplicità la castana.

Ovvero, quel giorno in spiaggia.

« E che cosa ti ha detto? ... cioè, come te l'ha detto? E a che ora? ... ehm ... » tentennò la credente, annaspando.

« Me l'ha chiesto intorno alle ventitré e trenta. Mi ha chiamato e mi ha detto: "Ciao, Abigail. Scusa il disturbo. Volevo chiederti: potresti darmi il numero di Simona, per favore?" E io gli ho risposto: "Certo! Non credo che le dispiacerà!" E gliel'ho dato. » spiegò infine, in tono saccente.

« Non mettendo in conto che magari io non volessi, giusto? » sbottò lei, gesticolando animatamente, consapevole che l'altra non potesse vederla.

« Da quando il tuo parere è rilevante? » domandò Abigail, facendo un po' la smorfiosa.

« Da quando sei così birbante? » formulò l'evangelica.

« Da sempre, dovresti saperlo! » replicò, con un pizzico di finta modestia nella voce.

La bruna emise un mugolio che palesava benissimo il suo disagio. Non le piacevano quelle situazioni in cui ci andavano di mezzo solo lei e un'altra persona.
Specialmente se quest'ultima era un maschio!

« Uffi, Abi! » piagnucolò, alla stregua di una bambina capricciosa.

« Perché? Per una volta non ti puoi fare i fatti tuoi? » si lamentò, e la migliore amica ci rimase un po' male a quella frase.

Pensava di averlo fatto a fin di bene, di averle dato una spinta per uscire dal suo guscio. Ma, invece, non aveva avuto l'effetto desiderato e il ringraziamento sperato.

Si morse il labbro inferiore e le disse, in tono mortificato.

« Scusami. Io ... non l'ho fatto con cattiveria. Pensavo ... pensavo di farti un favore. Evidentemente, non ti è piaciuto ... »

« E certo che non m'è piaciuto! » la rimbeccò prontamente la credente.

Poi, però, meditò su ciò che le aveva riferito la castana e rifletté.
Era la sua migliore amica, non aveva agito in quella maniera per farle un dispetto, tutt'altro!

L'aveva fatto in buona fede, anche se, probabilmente, non avrebbe dovuto sbilanciarsi in tal modo, sapendo che tipo insicuro e timoroso fosse la bruna.

Da quella preghieraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora