19. E se cantassimo?

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Erano rimasti soli, in salotto, con il sordo rumore del termosifone - visibilmente vecchiotto - acceso e lo scrocchiare dei biscotti sotto i loro denti.

Quelle piccole delizie erano state prese dall'apposito pacco ed erano talmente gustosi che chi poteva sapere quante calorie contenessero!

In ogni caso, però, il sapore e la gentilezza dell'anziana signora erano più rilevanti.

Per l'appunto, Simona, all'incirca un quarto d'ora prima, le aveva domandato se le fosse servito aiuto e la vecchietta aveva accettato con gratitudine, ripetendo loro due frasi in particolare:

« Dio vi benedica per questa buona azione! »

« Cuannu eru picciridda, anch'io aiutava i cristiani! » (Quando ero ragazzina, anch'io aiutavo le persone!)

Avevano portato una busta ciascuno, lasciando la donna minuta senza nulla in mano, se non la sua borsa.

Li aveva guidati fino alla sua dimora, che distava circa dieci minuti dal sentiero in cui si trovavano prima, ed aveva estratto la chiave dall'accessorio, infilandola nella toppa e aprendo la porta.

Aveva chiesto loro se avessero voluto entrare; in un primo momento, la ventitreenne fu tentata di dire di , ma subito dopo aveva arrestato le paroline in procinto di affiorare sulla sua bocca, girandosi a guardare Andrea, che fino a quell'attimo non aveva dato il suo parere, ma solo assecondato la richiesta della giovane.

Lui aveva meditato almeno una bella manciata di secondi, prima di capire che, oramai, il loro appuntamento aveva preso quella piega.

E se il Signore aveva stabilito che si sarebbe prolungato in quel modo, un motivo esisteva.

Per cui, aveva sorriso all'anziana e aveva acconsentito, avanzando dopo di lei e la ragazza, salendo le scale sin a raggiungere il primo piano e così un'altra porta, che venne aperta.

L'aspetto della casa non era dei migliori, dovettero ammettere.
Era una piccola camera d'appartamento, con un corridoio stretto sulla sinistra che conduceva alla camera da letto, costituita da un letto matrimoniale, le cui coperte erano perfettamente in tema con i muri spogli della stanza, tranne per qualche fiorellino celeste ricamato qua e là, un comodino al lato della testiera e una lampada sopra.

Di fronte al materasso, un armadio bianco sporco, e sul lato destro del letto una cassettiera dal ripiano in marmo e uno stile barocco conferito dai suoi piedi e dalla cornice dello specchio.

Su di essa, sopra un centrino lungo e rettangolare, le foto di suo marito - a proposito del quale, la signora raccontò loro che fosse morto in guerra all'età di vent'anni, un anno dopo il loro matrimonio, abbandonandola incinta di due gemelli, un maschio e una femmina, a diciotto anni - e dei suoi figli, ormai sposati e con le rispettive famiglie.

Oltre a ciò, era presente un quadretto, avente un verso della Bibbia, e altri due con un santo. L'anziana era una cattolica devota a quest'ultimo in particolare.

Uscendo dalla stanza e proseguendo alla loro sinistra, c'era il bagno, poi il salone e, infine, a destra stava un'angusta cucina, con un armadietto in alto che fungeva da credenza. Dopo aver finito quel tour, la settantottenne - aveva svelato la sua età - li aveva fatti accomodare e rinfocillare sul divano dov'erano tutt'ora.
Il suo nome era Annamaria.

Tornata da loro, si mise a narrare ancora della sua infanzia e di come trascorresse le sue giornate, da quando la sua famiglia l'aveva lasciata. Quelle storie erano decisamente tristi e non sapevano come poterla aiutare o confortare, ma Annamaria li ringraziò per la compagnia che le avevano offerto.

Si era fatta quasi l'ora di cena, quindi si salutarono - e, stavolta, Simona riuscì a dire "Dio la benedica", assieme al ragazzo -, permettendo alla signora di preparare il suo pasto.

Da quella preghieraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora