Salite le scale e ringraziato il tassista per l'aiuto offerto nel portare le valigie, giunsero all'appartamento di Simona.
Quest'ultima infilò la chiave nella serratura e aprì la porta, spingendola. Uno ad uno, portarono dentro i bagagli di Emilia e richiusero l'uscio.La maggiore prese la valigia più grande e fece cenno con la testa alla sorella di seguirla; afferrò anch'ella le due restanti valigie più piccole e la seguì.
La bruna si fermò davanti ad una porta e, con la mano libera, l'aprì, entrandovi insieme alla ramata.Era una stanza piccola, con lo stretto necessario. La metà inferiore delle pareti era di un azzurro delicato, mentre quella superiore di un bianco perlaceo.
L'arredamento consisteva in un letto singolo - avente una coperta blu chiara -, un comodino in legno al lato sinistro della testiera, un armadio celeste nella parte di fronte al letto, con nuvolette bianche disegnate e, per finire, una scrivania in rivestitura di ciliegio (l'interno era truciolato).
A Emilia piacevano quei colori così leggeri e delicati e la sorella l'aveva dipinta in quel modo - aveva comprato lei la pittura per dipingere i muri, qualche anno prima - apposta per la minore, quando aveva preso quell'appartamento, nella speranza che un giorno ella sarebbe venuta a farle visita, non immaginandosi, però, che l'avrebbe colta alla sprovvista.
« Devo ancora prepararti il letto. » la avvisò, puntando l'indice contro l'oggetto sopracitato.
« Nel frattempo, entra le tue valigie. » le consigliò, aprendo l'armadio e tirando fuori le lenzuola.
Emilia fece come l'altra le aveva detto e portò i bagagli in quella che sarebbe stata la sua camera.
Simona, intanto, aveva aggiunto le lenzuola al letto e aveva avvolto il tutto con una coperta non troppo autunnale.Acciuffò la precedente valigia della sorella, la sollevò fin sul materasso, che sobbalzò un po', e fece tutto il percorso di apertura con la cerniera, finché non spostò all'indietro la parte mobile.
La ventunenne ne prese una più piccola e la posizionò sul lato lasciato libero, seguendo l'esempio della maggiore. Quest'ultima prese i primi indumenti dalla valigia e si avviò verso l'armadio, aprendo il primo cassetto sotto le ante e sistemandoli nello spazio ancora vuoto.
La ramata fece altrettanto.
« Certo che avresti potuto avvertirmi prima, così ti avrei fatto trovare tutto sistemato. C'è da spolverare, qui! » si lamentò un po' la bruna, finendo di sistemare ciò che aveva preso.
« Perlomeno, i cassetti erano puliti. » continuò.
« Oh, ma di che ti preoccupi! » chiocciò la minore, con nonchalance, dandole una pacca sulla spalla.
« Volevo farti una sorpresa e ci sono riuscita. Avevo calcolato che non avresti preparato la stanza per me. Ma che importa? Lo facciamo insieme, che è più divertente, no? » formulò positiva Emilia, sorridente.
Simona si sorprendeva sempre dell'ilarità della più giovane e si era sempre domandata da dove la prendesse quella positività, quella superficialità e quel, a volte, menefreghismo che la distingueva molto da lei.
Erano praticamente gli opposti: la prima seria e riflessiva, la seconda estroversa e impulsiva.
Ricambiò il sorriso e insieme continuarono a sistemare la roba della nuova coinquilina.
Poi, la padrona di casa prese due pezze bagnate, due asciutte e uno spolverino e cominciarono a pulire e spolverare la stanza, scherzando e ridacchiando alle battute squallide di Emilia, delle quali era ossessionata.
Finito il lavoro, misero le valigie in un angolo della camera e si gettarono a peso morto sul letto, a panciolle, stringendosi un pochino dato lo spazio ristretto per ospitare due persone.
STAI LEGGENDO
Da quella preghiera
Romance{Non vi fate ingannare dalle apparenze: è quello che c'è dentro che conta! Si sa, mai giudicare un libro dalla copertina!} Tutte le storie hanno dei protagonisti. Sembra che questa ne abbia due, una ragazza e un ragazzo. Si somigliano molto ed è per...