Non aveva le idee molto chiare su cosa avrebbe dovuto fare.
Era uscita con l'obbiettivo di voler sistemare le cose, a qualunque costo e in qualsiasi modo, ma non sapeva come fare.
Aveva sceso tutte le scale, meditando insistentemente, ed era uscita dal portone senza una meta precisa. Neanche rifletteva più sui passi che faceva, dato che il suo corpo sembrava si muovesse da solo.
Si sentiva un automa: camminava per abitudine.
Girovagò per alcune vie del paese, non molto lontano da dove abitava. Si fermò dopo aver svoltato qualche angolo, sul marciapiede, estrasse dalla borsa il proprio cellulare ed entrò nella "Galleria", rimurginando ancora su una possibile soluzione, mentre osservava attentamente la foto
Pensò che avrebbe potuto trascriverla lei, ma non era del tutto sicura che il ragazzo avrebbe compreso la sua scrittura.
Magari avrebbe potuto chiedere a un falsario esperto di copiare quella grafia, ma probabilmente le sarebbe costato un bel po' e comunque sarebbe stata una cosa illegale - non che lei avesse la coscienza pulita.
Avrebbe potuto inviargliela tramite un messaggio, se solo avesse avuto il suo numero.
Avrebbe potuto chiedere ad Abigail di darle il numero del ragazzo, ma sapeva che l'amica le avrebbe sicuramente fatto l'interrogatorio e lei, a quel punto, avrebbe dovuto vuotare il sacco e subirsi la sua ramanzina.
Per farla breve, non aveva la minima idea di come risolvere quel problema che, in un certo qual modo, lei aveva contribuito a creare!
Si era cacciata proprio in un bel pasticcio, dal quale sperava di uscirne quantomeno illesa, se le fosse stato possibile. Sbuffò frustrata e confusa, ammaccando in una mossa veloce del pollice il tasto di spegnimento e riprendendo a camminare.
Passeggiando ancora, passò davanti ad una cartolibreria nella cui vetrina era stato appeso un avviso:
'Si stampano fotocopie: 0,10 €' citava.
Fu in quel momento che le venne un'idea, a suo parere, brillante.
Spinse la porta del negozietto e vi entrò, richiudendola e facendosi sentire con un "Salve" che venne ricambiato da una voce femminile.
Si avvicinò alla cassa e vi trovò, una signora bassina sulla quarantina inoltrata, piuttosto in carne e con gli occhiali da vista sulla punta del naso, seduta su una sedia con le ruote che stava fissando lo schermo di fronte a lei, con la mano destra sul mouse.
Passati poco più di cinque secondi di attesa, la donna le rivolse la sua attenzione.
« In cosa posso esserle utile? » domandò in tono neutro, guardando la ragazza alzando il capo e poggiando i gomiti sul bancone e il mento sulle mani giunte.
« Dunque ... » esitò la bruna, cercando l'immagine di poco prima sul display.
« Mi servirebbe che lei mi facesse una fotocopia di questa. » riferì ciò che le era stato chiesto, mentre la signora la osservava di sottecchi; quindi, le mostrò la foto, girando il cellulare nella sua direzione, in modo che lei la vedesse.
« Me la invii tramite bluetooth. » decretò diretta, accendendo il bluetooth, mentre Simona faceva altrettanto.
« È questo, giusto? » indicò con l'indice sullo schermo il nominativo del dispositivo appena comparso.
La donna asserì con un cenno di capo e la ragazza inviò lo scatto del documento.
L'altra accettò l'elemento cliccando col mouse e in un attimo venne spedito nel desktop.
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Da quella preghiera
Romance{Non vi fate ingannare dalle apparenze: è quello che c'è dentro che conta! Si sa, mai giudicare un libro dalla copertina!} Tutte le storie hanno dei protagonisti. Sembra che questa ne abbia due, una ragazza e un ragazzo. Si somigliano molto ed è per...