16. Chiavi maledette.

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Amelia.
Quando Gianluca torna a casa dal lavoro sono alla finestra.
Vado ad aprirgli la porta, lui mi sorride - lo sai, è bello tornare a casa e trovare qualcuno che ti aspetta.

Ci sediamo assieme sul divano.

Io lo bacio su una guancia -come é andata oggi?

Alza le spalle - direi bene. Nessuna lite.

Lo guardo - solo grazie a te. Se fosse per lui vi sbranereste.

- sono sempre stato io quello più razionale.

Sospiro - non mi piace questa situazione.

-gli passerà.

- lo pensi davvero?

- prima o poi qualcosa dovrà cambiare.

Mi accarezza i capelli, io mi stendo e appoggio la testa sulle sue gambe - ho mal di testa.- dico.

Lui mi massaggia le tempie dolcemente -vuoi un'aspirina?

Scuoto la testa leggermente -mi passerà. Ho passato la giornata a studiare.

- allora devi solo rilassarti un po'. Ti preparo un bagno caldo?

Gli sorrido - tu sei il mio genio della lampada vero?

- esattamente. Però ho cambiato colore. Il blu non è più di moda.

Poi suonano alla porta.
Gianluca mi guarda - chi è a quest'ora? -dice mentre io mi tiro su dal suo grembo e lui si alza e va ad aprire.

Quando va alla porta, lo sento dire - hai ragione, scusa. Te le prendo subito. Entra.

E poi una voce che riconoscerei tra mille. -aspetto qui.

Il mio sguardo va al tavolino ed ecco l'arma del delitto.

-ma dai non fare l'idiota.

E poi la porta viene chiusa e capisco che è entrato.

Mi alzo dal divano e prendo le chiavi sul tavolo così familiari per me.
E poi vado verso l'ingresso e Gianluca stava già venendo verso di me. Mi sorride - grazie.

Ignazio mi guarda. È sorpreso di vedermi. -ciao.-dice esistante.

Io ricambio il saluto, Gianluca lancia uno sguardo verso Ignazio e di nuovo verso di me. Capisco che mi sta chiedendo se deve andare via e io faccio un breve cenno. Mi capisce al volo come sempre. - vi lascio soli.-dice - ciao Ignazio.

Lui annuisce burberamente -ciao. - dice.

Io gli porgo le chiavi, lui le prende -grazie.-dice. Se le rigira tra le mani poi mi guarda di nuovo - come stai?

-Bene. E tu?

Annuisce - bene anche io.

E poi succede una cosa che non era mai successa a noi due: non abbiamo niente da dirci.

Sospira - Allora vado. Grazie delle chiavi.

-Figurati.

Mi guarda un attimo ancora come se volesse dire qualcoaa, poi sospira. Ha deciso di no.

-ciao Amelia.-dice piano.

-Ciao.-rispondo io.

Ma poi si decide e si volta di nuovo -Non avrei voluto che finisse così. Non avrei mai voluto arrivare al punto che tu preferiresti non avermi mai conosciuto.-guarda altrove, non si aspetta una risposta.

Ma proprio quando si volta per andarsene, io rispondo.

-Non è vero. - Lui mi guarda di nuovo, io continuo- non è vero che avrei preferito non conoscerti. Non nego che a volte l'ho pensato. Ma non rinnego tutto quello che abbiamo passato insieme.

Mi fa mezzo sorriso - grazie di avermelo detto.

Torno in soggiorno, dove Gianluca é seduto sul divano con il cellulare. Alza lo sguardo quando entro e solleva il braccio -vieni qui.

Io lo faccio, mi siedo accanto a lui che mi abbraccia - tutto bene?-chiede.

Io annuisco - Sì. Fa strano vedersi così.
-c'era un gelo.

-si infatti. É questo che è strano. Come si fa a passare da ciò che eravamo ad estranei?

Sospira - non lo so. Me lo sono chiesto tante volte. Ti manca?

-Sì. Come l'aria. Ma mi manca quello che eravamo prima che io sapessi tutto. Anche se il problema é che a ripensarci mi sembra tutto una bugia.

-Posso dire una cosa?

-ovvio.

-Penso che non lo fosse, Amelia. Lui ha senza alcun dubbio fatto una cazzata enorme, ma non credo che nei suoi sentimenti con te non fosse sincero.

-in fondo credo di saperlo anche io. Ma non riesco a non pensare al fatto che abbia potuto tenermelo nascosto con tanta facilità.

-La mente umana è contorta.

-speravo che la sua non lo fosse. Lo sai, gli ho resistito l'anello che mi aveva regalato.

Mi guarda - quello della promessa?

-Quello.

-immagino abbia reagito male.

-malissimo. Ho detto delle cose orribili.

-succede quando si è arrabbiati.

-Io sono arrabbiata sempre. Con lui dico. Da quando...non riesco a stare con lui più di due minuti senza riversargli addosso odio.

-l'odio é proporzionale all'amore che provi per lui. Quindi immagino che per lui non sia una cosa negativa. Sarebbe peggio l'indifferenza.

Lo guardo - come fai a dire sempre le cose giuste?

Ride - anni di pratica su me stesso. Vuoi che ceniamo?

-Sì. sto morendo di fame. Cosa ti andrebbe?

-Pizza?

Rido - non mangiamo altro.

-Ti dispiace?

-Per niente.

E quindi ordiniamo la pizza e poi la mangiamo sul divano. Ma quando vado a mettere le posate nella lavastoviglie e lui viene ad abbracciarmi, per un momento mi irrigidisco. Perché ovviamente sto pensando a tutte le volte in cui io e Ignazio abbiamo caricato insieme la lavastoviglie.
Rido e fingo di essermi spaventata, ma la mia testa va a lui e a dove sarà in questo momento.
Ma no che non mi manca.

Non mi manca per niente.

Hola a todoss. Che pensate del capitolo e del comportamento di Amelia con Ignazio? Fatemi sapere nei commenti, un bacione.

Come nessun altro al mondo. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora