19. Invito a sorpresa.

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Amelia

Sto studiando quando suonano alla porta. Gianluca avrà dimenticato le chiavi.

Vado ad aprire, ma non è Gianluca che mi trovo davanti.

-Ciao.-dice. -ti disturbo?

-No. -cosa devo dire?

-Posso parlarti solo un attimo?

Dovrei chiudere la porta e dirgli che non ho voglia di ascoltare? Sarebbe un po' eccessivo anche per i miei standard di stronzaggine degli ultimi tempi.

Lo lascio entrare e poi richiudo la porta.
Vado al tavolo in soggiorno e lui mi segue e si siede nella sedia di fronte alla mia - Come va?

Alzo le spalle - Normale. Sei venuto per chiedermi questo?

Scuote la testa - No. Sono venuto con uno scopo preciso. Tira fuori dalla tasca una piccola busta - Michele ha organizzato una festa per il mio compleanno. Le solite feste che organizza lui. -appoggia la busta sul tavolo e la spinge piano verso di me - Questo é l'invito.

Lo prendo e apro la busta. Quasi mi ero dimenticata del suo compleanno. Dovevamo festeggiare insieme io e lui. La carta é costosa ed elegante. La location è uno dei posti più importanti di Bologna. Deglutisco, poi lo guardo - E tu vuoi che venga?

Mi guarda - Mi piacerebbe. Ma solo se tu lo vuoi.

-Michele cosa dice?

-Non sa niente di noi. Da' per scontato che ci sarai.

-É strano che nessuno abbia mai scritto nulla su di noi.

-Ho fatto in modo che non trapelasse nulla. Anche alle interviste.

-Lo immaginavo.

Guardo l'invito. Sarà una serata di gala e ci saranno fotografi e paparazzi appostati da tutte le parti fuori dall'hotel. Se non andassi sarebbe una conferma del fatto che non stiamo più insieme. È successa una cosa simile a Piero e la sua ex ragazza. Lui non era alla sua festa di laurea, tutti hanno capito che era finita. E io non sono pronta a leggere della fine della nostra storia, non lo sa neppure la mia famiglia.

Annuisco - Okay. Grazie dell'invito.

Sospira - Grazie a te. Posso dirti un'ultima cosa?

Lo guardo - Sì.

-Scusami. Te l'ho detto mille volte e ancora non basta. Scusami. Scusa per quello che ho fatto. Non avrei voluto in nessun modo tutto ciò che è successo. Quella notte avrei dovuto sbattere la testa e rendermi conto che avevo fatto una cazzata. Ti prego, parliamo un po' senza urlarci contro. Non posso farcela senza almeno parlarti. Se deve finire, va bene. Ma almeno non lasciamo che le nostre ultime conversazioni siano cariche di odio.

Lo guardo. -Il problema è che tu non me lo abbia detto Ignazio. È principalmente quello.

-Lo so. Ma se anche te lo avessi detto non avrei cancellato ciò che avevo fatto.

-No, ma avrei avuto la possibilità di scegliere. Quando io e Antonio ci siamo baciati io te l'ho detto immediatamente e tu hai avuto la possibilità di scegliere se perdonare o no. E hai scelto di farlo. Tu avevi indubbiamente sbagliato ma magari se me ne avessi parlato subito adesso le cose sarebbero diverse.

Sospira - In ogni caso quel bambino non posso cancellarlo.

-Non farò finta che mi faccia piacere. Ma posso chiederti una cosa?

Annuisce, io continuo -Se fosse tuo figlio cosa succederebbe?

Alza le spalle - Piero mi ha chiesto la stessa cosa oggi. Mi prenderò le mie responsabilità.

Come nessun altro al mondo. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora