14. Catarsi.

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Amelia
Passo il pomeriggio a studiare o almeno a cercare di farlo. Ma quando mia madre mi chiama e alla fine della telefonata mi dice di salutare Ignazio da parte sua, io mi affretto a chiudere perché sto già per scoppiare a piangere.

É stata una giornata pesante. Tremendamente pesante.

Di nuovo mi sento una persona orribile perché sto mentendo alla mia famiglia. Ma fa ancora troppo male per raccontare tutto. E in qualche modo questo mi permette di non crederci fino in fondo.

Sento la porta aprirsi e mi asciugo velocemente le lacrime.

Gianluca entra in salotto -hey! -dice allegro. Ma poi mi vede e corruga la fronte - che è successo?

Scuoto la testa mentre mi asciugo le lacrime di nuovo velocemente -Scusa.

Mi viene vicino e mi accarezza la guancia - cosa è successo?

-niente. Mi ha chiamata mia madre. E le ho detto che era tutto a posto e per un momento era come se fosse vero. Dentro una bugia é tutto vero, no?

Mi bacia sulla fronte - immagino di si. -dice.

Lo guardo. E poi lo bacio.

Quando mi stacco poggia la fronte contro la mia -posso fare qualcosa per te? -sussurra.

-al momento, solo questo.-rispondo.

Lo bacio di nuovo, mentre muovo un passo verso la camera da letto. Capisce e mi segue.
E forse è sbagliato quello che sto facendo.
È sicuramente sbagliato.
Lo so benissimo che non è il modo giusto per stare meglio.
Lo so e non ho bisogno che qualcuno me lo dica.
Ma ogni gemito mi fa pensare meno.
E ogni sospiro condensa un po' del dolore che ho in corpo.
E quando tutto finisce sto tremando. Sono esausta e nel frattempo elettrica. Probabilmente non posso definire tutto questo "fare l'amore.''
Perché questo era solo semplice sesso.

Ignazio una volta mi disse che ero poesia.
Adesso non mi sento in quel modo.

Quello di ieri forse non era amore, almeno non da parte mia, ma era affetto, tenerezza, carezze e baci. Stasera per la prima volta nella mia vita ho fatto sesso. E non so perché ma la cosa mi fa sentire più leggera.

Forse perché effettivamente mi sento vuota più che leggera.
Svuotata di ogni energia.
E svuotata anche del dolore.
E quando mi addormento lí tra le braccia di Gianluca, non penso a lui, non penso ad Ignazio, non penso a nessuno.

Penso a me, dopo tanto tempo.
Penso solo a me e a quanto devo iniziare a volermi bene.
E poi scivolo via, e la notte é piena di sogni e i sogni sono pieni di ragazzi.

Ma ne manca uno, l'unico che non devo più volere e che invece mi tortura col suo sguardo triste. Esci dalla mia vita. Ti prego. Esci dalla mia vita perché non riesco più a vivere.

E mentre alterno sogni confusi alla veglia, una mano mi accarezza i capelli, tutto il tempo, costantemente. Un'altra percorre dolcemente la pelle nuda e fredda del mio braccio, poi mi tira su la coperta e copre anche quello.
- è solo un brutto sogno. - sussurra mentre appoggia piano le labbra sulla mia fronte.

Quanto vorrei che fosse solo un brutto sogno. Quanto lo vorrei.

Ma salve! Scusate il ritardo di un giorno, ieri sono stata veramente troppo impegnata. Cosa pensate del capitolo e cosa pensate di Gianluca? Per voi continua ad essere viscido o vedete qualcosa di diverso? Spero che emerga a poco a poco ciò che io vorrei emergesse. Un bacio, fatemi sapere cosa ne pensate.

Come nessun altro al mondo. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora