23. Happy Birthday 2.

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Ignazio.
Quando entro in sala la gente che Michele ha invitato e che io neppure conosco si affolla a farmi auguri che neanche vorrei.

Tutto ciò che vorrei è una cena alla quale gli unici invitati siamo io e lei, e poi torneremmo a casa e faremmo l'amore.
Era così che volevo festeggiare.
Niente di più bello.
Niente di meglio.
E niente di realizzabile oggi.

La cerco tra la folla, e la noto in disparte, accanto a Gianluca. Come sempre é stupenda, vestita d'oro e con i capelli raccolti.
Ma il suo volto non ha nulla di sereno. È tesa e non sorride.
Mi pento di averla invitata.
Non perché non la volessi qui, é l'unica che vorrei davvero.
Ma si vede lontano un miglio che non é felice di vedermi.

Durante il buffet la gente non smette di starmi addosso, e ogni volta che vorrei avvicinarmi a lei, si dilegua.

E dopo la torta ci chiedono di cantare. Si, proprio la mia festa ideale.

Qui a cantare con il mio ex amico che ci prova o meglio sta con la mia ragazza.
Amelia é seduta lontano dal piccolo palco sul quale saliamo, ma ogni parola della canzone mi ricorda lei.

E a un certo punto la guardo, e lei é lí, bella come il sole, con un gomito sul tavolino al quale é seduta.
Si morde il labbro, poi si asciuga una lacrima.
E a quel punto non ce la faccio più. Scoppio in lacrime come un bambino, e non riesco più a cantare.
Non mi era mai successo sul palco. Mai.

Quando la canzone finisce e invitano a ballare, mi avvicino al dj e chiedo che metta "Io che amo solo te."

Non abbiamo potuto parlare, almeno una canzone ti dirà tutto ciò che non oso dirti.
Poi la vedo, la reazione nei suoi occhi, la sorpresa, lo smarrimento, la paura. Sì alza per andare via.
Io mi precipito tra la folla per raggiungerla e le prendo la mano.

Quando si volta é sorpresa.
Mi guarda con i suoi occhi belli e io vorrei solo strapparmi il cuore.

Esita, ma prima che possa tirarsi indietro la guardo dritto negli occhi -Posso avere l'onore?- chiedo a costo di sembrare patetico.

Lei esita, ma infine annuisce e non posso fare altro che sorridere come un ebete.

Quando la conduco in pista mi rendo conto che la canzone che ho scelto sta già facendo effetto su di lei, che ha gli occhi pieni di lacrime.
Mi fa male vederla così.
Mi fa male sapere che non è commozione quella che scorre sul suo viso ma dolore.

La stringo a me e per la prima volta dopo tanto tempo si lascia abbracciare, affondando il viso nel mio collo mentre le accarezzo lievemente la nuca delicata.

La sento sussultare leggermente, mi trattengo a tutti i costi, non voglio che mi veda piangere ancora.

Ma quando solleva lo sguardo verso di me e scuote la testa leggermente per poi sussurrare tra sé, credendo che io non possa sentirla -Quanto ti amo...

Io non ce la faccio più. - ti amo anche io.-sussurro mentre la stringo di nuovo e le lacrime cominciano a fare la loro comparsa silenziosa.

Sembra di essere tornati a casa, io qui con lei, lei qui vicino al mio cuore.

Ma la canzone finisce e lei velocemente si ritrae e allontana.
Dovrei lasciarla andare e non prolungare questa agonia.
Dovrei.
Ma non voglio che finisca.

Nonostante sia un'agonia é la cosa migliore tra tutto il dolore che mi stringe in una morsa da qualche tempo ormai.

E quindi le vado dietro.
E quando la trovo nell'androne deserto, di nuovo le prendo una mano. E anche questa volta il suo sguardo fa perdere un battito al mio cuore.

La guardo negli occhi, la mia anima é a brandelli - Non andare via così. -sussurro- ti prego.

-Non posso fare altrimenti. -dice piano, guardando altrove.

E lo capisco. Capisco che non riesca riesca a pensare ad altro che a come ho distrutto tutto ciò che eravamo, tutto ciò che avevamo.
Ma non andartene.
Resta altri pochi minuti almeno nella mia vita.
Fingiamo insieme che vada tutto bene per poco ancora.
Ma tutto questo non lo dico.
E invece come un pazzo dico solo -Amelia, posso baciarti?

E già mi aspetto la sua indignazione quando invece annuisce semplicemente.

La bacio dolcemente, ma poi la situazione situazione mi sfugge un po' di mano.

Le mie mani si perdono sul suo corpo, mi aspetto che mi respinga ma non succede, e quindi la spingo leggermente contro la parete e faccio combaciare i nostri corpi mentre sento le scosse irradiarsi da un punto centrale verso le estremità.

La bacio più a lungo di quanto dovrei, ma so già che non avrò una seconda possibilità.

E quindi meglio un bacio che duri quanto mille.

Quando mi stacco da lei siamo entrambi senza fiato.
Appoggio la fronte contro la sua, le accarezzo il viso.

Lei sta già scivolando via da me.

-Buon compleanno Ignazio.-dice piano. E poi va via, e tutto ciò che mi lascia é una scia di dubbi.
Il suo bacio sapeva di lacrime. Sapeva di addio.

-Grazie.-sussurro, ma lei non può più sentirmi perché è scomparsa dalla mia visuale.

Holaaaa che mi dite? Quale punto di vista vi ha emozionato di più? Fatemi sapere cosa ne pensate e cosa credete succederà, un bacione.

Come nessun altro al mondo. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora