20. Tramonti.

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Amelia
Quando Ignazio se ne va, resto impallata.
Guardo un paio di volte l'invito, lo tiro fuori dalla busta, sfioro i caratteri eleganti. Non voglio andare. Lo so dal momento esatto in cui lo ha tirato fuori.
Non voglio per niente.
Andare a quel compleanno mi farebbe solo sentire peggio.
Mi farebbe sentire la nostalgia tremenda di tutto ciò che avevamo progettato, delle idee che avevamo condiviso sulla festa. Eppure so di dover andare. Principalmente per una ragione che diventa chiara nella mia testa solo in questo preciso istante. Devo tornare in Sicilia.
Non per un giorno o una settimana. Non posso più stare qui, Bologna non è casa mia e non lo è mai stata, e tutto ciò che mi legava a questa città è stato brutalmente dissacrato e gettato nel fango.
Sono vuota.
Non sto meglio, sono solo fuori da me stessa.
E non mi piace non riconoscermi. Gianluca non merita tutto questo. So che siamo stati chiari fin dall'inizio, e credo anche a ciò che ha detto Franz, ma questo non vuol dire che in ogni caso non sia sbagliato il nostro comportamento.
La realtà è che se anche Gianluca sa che io amo Ignazio, ciò non toglie che lui prova dei sentimenti per me. Anche io provo affetto per lui, gli voglio bene e gli sono tremendamente grata per tutto, ma non sono gli stessi sentimenti. E non voglio che sia un'agonia. Voglio che ci fermiamo quando ancora possiamo farlo senza riportare ferite e rancori.
Quindi andrò alla festa.
E sarà un addio.
Non dirò nulla ad Ignazio, lui non deve saperlo.
Ma Gianluca si, e devo parlargli al più presto, probabilmente sarebbe meglio dirgli la verità oggi stesso quando rientrerà, perchè rischierei di perdere il coraggio e rimandare all'infinito come sono brava a fare.
Ma non devo farlo, non stavolta, nonostante sarebbe più facile e probabilmente anche più piacevole.
E quindi passo una mezz'ora a mangiarmi nervosamente le cuticole e quando la porta si apre rischio di svenire.

Lui mi sorride quando entra in salotto, io non ho sicuramente un bell'aspetto.

Corruga la fronte - Che succede?

Sospiro - Devo parlarti.

- Okay. -Viene a sedersi a tavola, mi studia.- è una cosa grave? Devo preoccuparmi?

Scuoto la testa - No. -gli prendo la mano, lo guardo negli occhi, glielo devo. -Gianluca...

Sospira - Quel tono la dice lunga.-Mi fa un sorriso -Lo so cosa devi dirmi.

Io sospiro -Non è giusto quello che stiamo facendo. Non è giusto per te. Perché tu sei stato l'amico migliore che potessi sperare, ma io non sono stata altrettanto per te. Mi sento in colpa.

Scuote la testa - Amelia, siamo stati chiari fin dall'inizio, eravamo entrambi consapevoli dei nostri sentimenti. Quindi non c'è ragione che tu ti senta così.

-Continui ad essere la persona migliore che io abbia conosciuto.

Mi lascia un bacio sul dorso della mano. - Penso lo stesso di te. Ma a essere onesti, non sono stato tanto onorevole. Quella che le ragazze degli amici non si toccano è una regola non scritta ma sacra. Non mi sento nel giusto quando penso a lui. Ma voglio anche che tu sappia che io non rimpiango nulla.  Vorrei dire torniamo ad essere amici ma non abbiamo mai smesso di esserlo. Quindi semplicemente torniamo a dormire separati.

Rido - Mi piacerebbe restare qui. Ma non posso.

Corruga la fronte - Perché no? Le cose tra noi non sono cambiate.

-Lo so. Non è per questo. É stato bellissimo stare qui con te. Ma ho preso un decisione. Me ne vado da Bologna.

-Perché, Amelia? E l'università?

Sospiro, dirlo ad alta voce lo rende finalmente concreto -Non ce la faccio a restare. Non riesco più a stare in questo modo. Tu e Francesco siete stati una presenza preziosa per me, siete dei veri amici. Ma non mi basta. Ho bisogno della mia famiglia, di mia madre. Ho bisogno di stare un po' a casa mia.

Sospira - Vorrei non fosse così. Ma ti capisco. E come sempre hai il mio appoggio.

Gli sorrido - Posso abbracciarti?

Ride - Certo che puoi. Non è che se non andiamo a letto non possiamo più sfiorarci in alcun modo, eh.

Rido anche io e faccio il giro del tavolo. Lui mi attira sulle sue ginocchia e mi stringe a sé, accarezzandomi i capelli -Ti voglio bene.-sussurra.

-Te ne voglio anche io, tanto.

- Vorrei tu non dovessi affrontare tutto questo.

-Lo vorrei anche io.

Mi tiene stretta -Non dimenticare che qui hai un amico sincero quando sarai a casa, okay?

- Non me ne dimenticherò mai. E lo stesso vale per te.

Sospira di nuovo -La casa sarà tremendamente vuota senza te.

Lo guardo - Starai bene. E magari troverai la persona giusta con cui condividere la vita appena mi sarò tolta di torno.

Ride - Hai alzato troppo l'asticella, adesso il termine di paragone é tremendo.

Rido anche io - Lo stesso vale per te. Ma dico davvero. È il momento giusto per impegnarti.

Mi sorride - Sono contento che ci sia stata tu nella mia vita.

Gli stringo la mano- Anche io.

E poi restiamo lì insieme, mentre il sole tramonta e il mio cuore é in mille pezzettini.
Quanti tramonti ancora prima di lasciare questa città?

CHIEDO SCUSA PER IL RITARDO. ho avuto una settimana pesante che non mi ha lasciato neppure un momento libero. Che pensate del capitolo? Vi aspettavate questo colpo di scena? Fatemi sapere nei commenti, un bacio.

Come nessun altro al mondo. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora