Capitolo 5

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Cara

Io e Chris ci svegliammo solo grazie al continuo bussare e gridare da parte dei ragazzi. Avevano da sbrigare le loro faccende, ma data la mia esperienza nel settore, ero quasi del tutto sicura che la causa di tutta questa agitazione fosse un carico di armi o droga.

Christopher si mise a grugnire, arrabbiatissimo. Odiava essere svegliato in quel modo e glielo si poteva leggere in faccia. Si alzò di colpo, aprendo la porta di scatto e urlando qualcosa di incomprensibile.
I ragazzi si misero a ridere, vedendolo scendere a grandi passi.
Io mi limitai a stropicciarmi gli occhi e a sistemarmi i capelli. Mi guardai allo specchio e mi resi conto di avere seriamente bisogno di vestiti nuovi. Non potevo andare avanti con le felpe di Chris quindi sperai di poterlo convincere per andare a fare compere con le ragazze. Mi misi le ciabatte, andai in bagno per lavarmi i denti e scesi di corsa, salutandolo con un bacio a stampo.

"Qualsiasi cosa tu debba chiedermi, fallo" ringhió, non appena mi sedetti al suo fianco. Faceva quasi paura in quella situazione ma decisi di fare buon viso a cattivo gioco  perché in ogni caso, ero sicura che lo avrei convinto.

"Diciamo che dovrei chiederti un favore" affermai, bevendo due sorsi di caffè per poi tornare a guardarlo. Lui subito alzò gli occhi al cielo. Erick subito mi fece segno di stare zitta ma purtroppo non potei fare a meno di continuare con il discorso a causa della mia enorme sfacciataggine.

"Siamo qui da settimane ed io e le ragazze non abbiamo né  vestiti né  tutto quello che ci serve per un determinato periodo del mese. Volevo chiederti se fosse possibile andarci" continuai, guardandolo con gli occhi dolci. Poche persone nella mia vita, mi avevano detto di no e non avevo intenzione di farmi comandare da un giovane e sexy Jefe.

"Da sole? Sogna, Cara" disse lui, ridendo. Nonostante la sua risata sarcastica fosse dannatamente attraente, pochi pensieri positivi mi frullavano in testa. Nessuno aveva il diritto di ridere davanti ad una mia richiesta. Gli rivolsi uno sguardo di fuoco a cui lui non sembrò badare più di tanto.

"Chris, se è un problema posso andare io. Non ho nulla da fare per tutto il pomeriggio" intervenne Zabdriel, che subito si mise al mio fianco, facendomi l'occhiolino. In tutta risposta incrociai le braccia, sfidando il loro con lo sguardo.
Christopher sbuffó ma acconsentì, probabilmente per non sentire le lamentele di nessuno.
In effetti, aveva fatto una mossa intelligente considerato quanto so essere fastidiosa quando non si fa ciò che voglio.

"Chiama Juan per favore, non mi fido a lasciare uno solo dei miei uomini con loro" concluse infine, il Jefe prima di alzarsi dal tavolo e dirigersi verso la sua camera. Subito Zaddi si mise al lavoro e non potei fare a meno di battergli il cinque.
Decisi di andare a chiamare le altre, urlando loro di prepararsi per poi andare in bagno a lavarmi.
Sistemai per l'ultima volta i miei capelli pensando che avessero bisogno di una messa in piega ma non potevo pretendere così tanto da Christopher.

Andai in camera per l'ultima volta e presi una felpa nuova. Lui entrò nella stanza poco dopo, porgendomi la carta di credito senza dirmi una parola. Mi guardò fisso negli occhi per poi girarsi e scomparire. Certo che era strano!

Scesi di corsa verso l'entrata dove trovai le ragazze finalmente pronte.

"Si parte ragazze" disse Zabdriel richiamando la nostra attenzione. Urla di approvazione sfuggironi dalla bocca delle mie amiche.
Salimmo sulla sua enorme macchina e sfrecciammo alla velocità della luce verso il centro commerciale più vicino.

Subito le gemelle, Eva ed Alyse scomparvero con uno degli uomini di Chris e io mi ritrovai da sola con Juan Luis e Zabdriel.

"Che si fa?" chiese quest'ultimo, mettendomi un braccio intorno al collo.

"Ho bisogno di intimo. Christopher di mal umore è insopportabile" risposi, dirigendosi verso Victoria's Secret.
Mi ci volle davvero poco per trovare qualcosa che mi piacesse e in poco tempo avevo in mano una cinquantina di completini.
Zabdriel mi aveva aiutato a scegliere i migliori, promettendomi che sicuramente Christopher si sarebbe alzato con un umore completamente diverso.

"Okay, dai tutto a me. Vado io a pagare" concluse infine il ragazzo, lasciandomi da sola con Juan Luis che non aveva mai smesso di fissarsi fino ad allora.
La cosa strana è che ero sicura di averlo già visto da qualche parte ma era matematicamente impossibile. Christopher e mio padre non avevano mai lavorato assieme e di conseguenza, come avrei potuto conoscere uno dei suoi uomini? Eppure la cosa mi puzzava. La risposta che cercavo però non ci mise molto ad arrivare.

"Sai, non ero sicuro fossi tu all'inizio. Di ragazze come te se ne vedono continuamente. Ma quanto ho notato il tatuaggio che hai dietro al collo, non ho avuto dubbi" spiegò lui, facendomi impallidire.
Improvvisamente, mi fu tutto più chiaro. Come avevo fatto a non arrivarci prima? Ricordavo perfettamente quel giorno. Aveva aiutato mia madre a scappare prima di essere scoperta e catturata. Aveva provato a salvarla anche se invano. Ero giovanissima ma la mia memoria non mi aveva mai ingannato prima di allora: Maluma.

I'm the Boss here// Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora